GIORNO RICORDO. ZANIN: FOIBE, DRAMMA TROPPO A LUNGO DIMENTICATO
(ACON) Trieste, 9 feb - "La celebrazione del Giorno del
ricordo, istituito a livello nazionale grazie a una legge del
2004, riveste per il Friuli Venezia Giulia un valore
particolare". A sottolinearlo, alla vigilia della Giornata che
ricorda il dramma delle Foibe e l'esodo istriano-fiumano-dalmato,
è il presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin.
"Siamo infatti - ricorda Zanin - la regione più vicina ai luoghi
in cui si scatenarono, per usare le parole pronunciate nel 2006
dall'allora Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi,
"odio e pulizia etnica" nei confronti degli italiani d'Istria,
Fiume e Dalmazia. E siamo anche la terra che più di ogni altra ha
accolto i profughi istriani che dovettero amaramente lasciare le
loro case per sfuggire al clima di ostilità alimentato dal regime
comunista jugoslavo".
Il dramma delle Foibe "è stato a lungo, colpevolmente e
pervicacemente sottaciuto - continua il presidente - e c'è chi
ancora cerca maldestramente di ridurne la portata. Solo negli
ultimi anni si è formata e rafforzata, anche grazie al lavoro di
divulgazione e ricerca degli storici, una coscienza collettiva
più matura su quegli avvenimenti. Tanto che ormai la stragrande
maggioranza degli italiani si identifica nelle parole pronunciate
l'anno scorso dal Capo dello Stato Sergio Mattarella: "Le
sofferenze patite dalle genti istriano-fiumano-dalmate non
possono essere negate".
Fare memoria di quegli avvenimenti è dunque "un esercizio
prezioso e irrinunciabile, ma non deve diventare motivo di
conflitto con altri Paesi". "Oggi il Friuli Venezia Giulia
intrattiene fecondi rapporti con Slovenia e Croazia, due delle
Repubbliche che negli anni Novanta si resero indipendenti dalla
Jugoslavia e che ora governano quelle terre - ricorda infatti
Zanin -. E assieme a loro dobbiamo impegnarci a costruire una
memoria condivisa, "a non far nascere conflitti dai ricordi",
come disse un altro presidente della Repubblica, Giorgio
Napolitano, nel 2007, nel discorso in cui definì le Foibe "moto
di odio e furia sanguinaria, una delle barbarie del secolo
scorso".
ACON/FA