GIORNO RICORDO. ZANIN A BASOVIZZA: TESTIMONIARE È NOSTRO DOVERE MORALE
(ACON) Basovizza (Ts), 10 feb - "Oggi tutti i morti attendono
una preghiera, un gesto di pietà, un ricordo di affetto. Questo
calvario, con il vertice sprofondato nelle viscere della terra,
costituisce una grande cattedra che indica nella giustizia e
nell'amore le vie della pace".
Questi versi struggenti, passaggio fondamentale della "Preghiera
degli infoibati" (composta nel 1959 da monsignor Antonio Santin,
arcivescovo di Trieste e Capodistria), ben testimoniano il pathos
e le emozioni che, nel corso di una mattinata rigida, hanno
gravitato come macigni tra la ghiaia scricchiolante che circonda
il monumento eretto a Basovizza (Trieste) per ricordare le
migliaia di vittime gettate nelle foibe carsiche e le oltre
300mila persone che avevano dovuto lasciare dimore e affetti per
dare vita a un esodo verso altri territori.
"Siamo qui per ricordare con grande partecipazione un dramma
grandissimo - ha sottolineato il presidente del Consiglio
regionale, Piero Mauro Zanin - e un orrore lasciatoci quale
terribile eredità da quei tempi di contrapposizione tra la
legittima identità italiana degli abitanti di queste terre e
un'ideologia comunista che voleva travolgere tutto".
Zanin ha preso la parola a margine della cerimonia commemorativa
dedicata al Giorno del Ricordo che, promossa dal Comune di
Trieste e dal Comitato per i Martiri delle foibe, per il secondo
anno consecutivo (a causa delle norme sanitarie legate al
Covid-19) è stata limitata alle sole delegazioni istituzionali
territoriali che, reduci dalla deposizione delle corone alla
Foiba 149 di Monrupino, si sono spostate al sacrario di Basovizza
dove hanno trovato ad accoglierli gonfaloni, bandiere e labari.
"Questa coinvolgente partecipazione - ha aggiunto il presidente
del Consiglio Fvg - costituisce un atto dovuto nei confronti
delle tante e tante vittime che sono state gettate nelle foibe,
che sono state trucidate o che sono state mandate via dalle loro
case. Quindi, essere qui ha un doppio valore: il Giorno della
Memoria, certo, ma anche quello della testimonianza. Una
testimonianza capace di avvertirci che non bisogna mai abbassare
la guardia. Gli episodi avvenuti in ore più recenti, quando atti
vandalici hanno colpito alcune insegne dedicate a Norma Cossetto,
aggiungendo anche una serie di situazioni che cercano di negare o
ridurre questa tragedia, confermano che c'è più che mai bisogno
proprio di testimonianza".
Il rito solenne è passato attraverso il tradizionale alzabandiera
con l'esecuzione dell'Inno di Mameli, la lettura della
motivazione della Medaglia d'oro al Valor militare concessa alla
città di Trieste, gli onori tributati ai martiri delle foibe e la
deposizione di corone d'alloro. Quindi, la benedizione da parte
dell'arcivescovo di Trieste, monsignor Giampaolo Crepaldi, e gli
interventi di Paolo Sardos Albertini, del primo cittadino del
capoluogo giuliano, Roberto Dipiazza, e del governatore Fvg,
Massimiliano Fedriga.
"La finalità della riduzione e della negazione - ha concluso
Zanin - è proprio quella di far finta di nulla per ricominciare
con quell'orrore che, allora, aveva portato fino alla tragedia
delle foibe. Testimoniare, perciò, vuol dire tenere alta la
fiamma di tutte quelle persone che hanno perso la vita a causa di
un'ideologia sbagliata, sottolineando quanto davvero essa fosse
realmente e concretamente sbagliata".
ACON/DB-fc
Il presidente del Cr Fvg, Piero Mauro Zanin, durante l'esecuzione dell'Inno di Mameli a Basovizza
Il presidente del Cr Fvg, Piero Mauro Zanin, insieme alle altre autorità durante le celebrazioni del Giorno del Ricordo
La deposizione delle corone d'alloro a Basovizza
Il presidente del Cr Fvg, Piero Mauro Zanin, applaude le parole del governatore Massimiliano Fedriga