PORZÛS. ZANIN: MARTIRI ECCIDIO CI INTERROGANO SU VERITÀ E LIBERTÀ
(ACON) Faedis, 13 feb - Alla malga dove 77 anni fa furono
fucilati partigiani per mano partigiana, osovani contro gappisti,
e da allora quello è diventato per tutti il luogo simbolo
dell'eccidio di Porzûs, è salito ancora una volta il presidente
dell'Assemblea legislativa regionale, Piero Mauro Zanin, e con
lui il consigliere regionale Leonardo Barberio (FdI), i dem
Cristiano Shaurli, Mariagrazia Santoro e Franco Iacop, che con
gli esponenti di Progetto Fvg/Ar, Mauro Di Bert, Edy Morandini e
Giuseppe Sibau, hanno partecipato alla commemorazione della
ricorrenza degli atroci fatti di sangue avvenuti tra il 7 e il 18
febbraio 1945 organizzata dall'Associazione Partigiani Osoppo
(Apo) di Udine.
"Questi martiri ci interrogano - ha avuto modo di dire Zanin,
sfoggiando davanti alla malga che ospitò i partigiani osovani un
fazzoletto verde come quello che anche loro portavano al collo -
perché il martirio non è solo passato ma anche futuro, e ci
interrogano su quei valori che hanno difeso e per i quali hanno
sacrificato la vita: libertà e giustizia".
Bisogna rifarsi alla verità e alla libertà - ha rimarcato il
presidente - per poter essere pienamente padroni della propria
vita, del proprio futuro".
"Quello dei giovani morti a Porzûs fu un atto eroico, ma a mio
avviso fu anche di alto valore civile e spirituale. E ci indica
che, se vogliamo progredire, se vogliamo aiutare l'Italia a
uscire dalla grave situazione di difficoltà in cui si trova,
dobbiamo necessariamente richiamarci ai valori del patriottismo",
gli ha fatto eco il presidente di Apo, Roberto Volpetti.
A nome della Giunta regionale, il vicepresidente Riccardo
Riccardi ha voluto "ringraziare Apo per l'impegno che ogni anno
dedica alla ricorrenza dell'eccidio, che altrimenti non avrebbe
l'intensità con cui invece la si continua a ricordare".
La sua gratitudine è, poi, andata alle parole della partigiana
per eccellenza, Paola Del Din, medaglia d'oro al valor militare e
seduta in prima fila nella chiesa parrocchiale di Canebola, dove
si è tenuta una messa sempre in suffragio dei caduti del '45. "Ci
ha fatto rammentare - ha evidenziato Riccardi - che quell'Italia
è costata talmente cara che dobbiamo avere la responsabilità di
difenderla, per il rispetto di quelle storie di chi ha perso la
vita per essa".
"Sono felice che questo ricordo non vada disperso - aveva
affermato la professoressa classe 1923 - perché è servito per
costruire la pace dopo la guerra. A noi l'aspetto politico non
interessava, la nostra volontà era combattere per l'Italia per
cercare di salvare quella che sarebbe stata l'epopea della nostra
patria. Noi non ci chiamavamo partigiani, ma patrioti".
Diversi gli interventi delle rappresentanze politiche, tra quelli
nella chiesetta di Canebola e quelli in piazza Pelizzo, a Faedis,
dove si è svolta la rituale deposizione di una corona al
monumento ai caduti di tutte le guerre, dal deputato Roberto
Novelli alla senatrice Tatjana Rojc, ai sindaci di Udine, Pietro
Fontanini, e di Faedis, Claudio Zani, tutti improntati sui valori
e sui simboli che i combattenti per la Patria, morti a Porzus
come altrove, hanno tramandato e che non vanno dati per scontati,
ma a cui si deve rivolgere un impego costante.
ACON/RCM