FERROVIE. IN IV COMM RISPOSTE RFI SU NODO DI UDINE E SACILE-GEMONA
(ACON) Trieste, 15 feb - Uno degli obiettivi strategici di Rete
ferroviaria italiana (Rfi) è sciogliere il cosiddetto nodo di
Udine, alleggerendo il traffico che attualmente grava sulla
stazione ferroviaria del capoluogo friulano e spostando il
traffico merci sul percorso Palmanova-Cervignano. Lo hanno
spiegato oggi gli ingegneri dell'ente ferroviario, durante
l'audizione in videoconferenza con i consiglieri della IV
Commissione, coordinati in aula dalla presidente Mara Piccin
(FI). Ecco di seguito gli argomenti sviluppati nella parte finale
della seduta.
NODO E STAZIONE DI UDINE. I consiglieri Mariagrazia Santoro (Pd),
Giuseppe Sibau (Prog Fvg/Ar), Lorenzo Tosolini (Lega) e Furio
Honsell (Open Sinistra Fvg) hanno chiesto chiarimenti sul nodo di
Udine e sui miglioramenti da apportare alla stazione. Rfi ha
spiegato che la priorità è il rifacimento degli impianti
tecnologici, che risalgono agli anni Sessanta. Successivamente si
appronteranno i progetti definitivi per tutte le altre fasi del
complesso progetto da 200 milioni. In chiusura di seduta
l'assessore Graziano Pizzimenti ha annunciato che dal Cipe è
giunto l'ok al finanziamento di ulteriori 40 milioni per il nodo
di Udine, che vanno ad aggiungersi ai 50 già stanziati: i
restanti 110 arriveranno una volta completata la progettazione. I
tecnici Rfi hanno parlato anche dei lavori per l'ascensore nella
stazione del capoluogo, rispondendo nello specifico a Honsell e
spiegando che "il ritardo è dovuto alle inadempienze del
costruttore-installatore, che non ha rispettato i tempi". A
Santoro, che aveva chiesto chiarimenti sul progetto di abbassare
il piano ferroviario entro il 2050, caldeggiato dal Comune di
Udine, è stato assicurato che "ogni intervento dovrà essere
compatibile con quel che stiamo facendo adesso: l'idea è di
scendere a meno 1, meno 2 rispetto all'assetto attuale. Si tratta
di un intervento difficile e impattante, che richiede studi e
analisi, ma non certo impossibile: lo stiamo realizzando a Trento
e a Bolzano".
RISANAMENTO ACUSTICO. Sempre riguardo a Udine, Santoro ha
sollecitato una soluzione al problema rumori nella zona sud della
città, tra via Pradamano, via Prati e via Buttrio. Ma oggi - le è
stato risposto dai responsabili di Rfi - quell'area non fa parte
del piano di risanamento acustico e bisognerebbe prima attestare
il superamento dei limiti per entrare nel piano delle barriere
acustiche.
LINEA SACILE-GEMONA. Su sollecitazione dei consiglieri Emanuele
Zanon (Regione Futura), Nicola Conficoni (Pd), Tiziano Centis
(Cittadini) e Stefano Turchet (Lega) si è parlato anche del
futuro della linea Sacile-Pinzano-Gemona, importante per il
Pordenonese non solo sul piano turistico ma anche del trasporto
passeggeri e merci. Rfi ha fatto sapere di avere a disposizione 7
milioni, "ma non sappiamo quanti ne servano per riattivare la
linea. Procederemo per fasi: intanto fino a Pinzano e poi da
Pinzano a Osoppo. Siamo in fase di valutazione economica su
questa prima fase. La priorità è riattivare il trasporto
passeggeri, perché per attivare il trasporto merci servono
richieste da parte di realtà industriali". Rispondendo in
particolare a Zanon, i tecnici hanno fatto il punto anche sulle
richieste dei Comuni di gestire in comodato beni di proprietà
delle Ferrovie. Si è parlato anche della soppressione dei
passaggi a livello in una linea che ne detiene un numero record:
56 in 50 chilometri di tracciato.
RITARDI TRATTA UDINE-GORIZIA-TRIESTE. I tecnici di Rfi hanno
rassicurato i consiglieri che avevano posto il problema,
elencando i dati che attestano un miglioramento in termini di
guasti ed eventi anomali su questa linea e anche sulla
Udine-Cervignano.
SATURAZIONE VENEZIA-UDINE. Il dem Conficoni ha lamentato una
sproporzione di investimenti tra la linea Venezia-Udine - che
pure sarebbe in alcuni punti più trafficata - e la
Venezia-Trieste. Ma Rfi ha assicurato che al momento "la
Venezia-Udine-Tarvisio non ha problemi di saturazione, e l'unico
collo di bottiglia è il nodo di Udine. Stiamo studiando comunque
un ulteriore collegamento con la Casarsa-Portogruaro, per la
quale è arrivato il finanziamento destinato all'elettrificazione".
In chiusura di seduta i tecnici hanno risposto anche ad Antonio
Calligaris (Lega), confermando al consigliere che la lunetta di
Gorizia, destinata a collegare l'Interporto con la
Venezia-Trieste, verrà completata solo nel 2025, dal momento che
l'opera non rientra nel Pnrr e bisogna rispettare le tempistiche
standard.
In termini più generali, il dirigente di Rfi Carlo De Giuseppe ha
parlato anche dell'impegno preso con il Porto di Trieste per
arrivare a far circolare in regione 25mila treni merci in un
anno, mentre oggi siamo fermi a 10-11mila: "Le linee afferenti -
ha detto il responsabile della direzione commerciale per il
Nordest - devono essere in grado di sopportare questo carico
annuo".
ACON/FA