ECONOMIA. ZANIN A DIBATTITO PN: CAMBIARE MODELLO, NO LIBERISMO SPINTO
(ACON) Roveredo in Piano (Pn), 16 feb - Su un piatto della
bilancia ci sono i numeri, impietosi, scanditi dall'economista
Fulvio Mattioni di Rilancia Friuli. Cifre che indicano una vera e
propria decrescita infelice del Friuli Venezia Giulia, e in
particolare della sua componente friulana, già prima della
pandemia, nel decennio 2009-19. Sull'altro piatto c'è la sfida
della ripartenza, il Pnrr che assegna finanziamenti straordinari
e il disegno della regione del futuro.
Su questo delicato equilibrio si è sviluppato il dibattito
ospitato dall'auditorium comunale di Roveredo in Piano, moderato
dalla giornalista Elena Del Giudice, che ha chiamato in causa
rappresentanti delle istituzioni, uomini del mondo delle imprese
ed esperti di politica economica.
"La domanda di fondo - ha detto Piero Mauro Zanin, presidente del
Consiglio regionale - è quale modello di sviluppo vogliamo. Negli
ultimi anni siamo stati educati a puntare sulla globalizzazione,
su un'economia di mercato spinta con delocalizzazioni e
concentrazioni, ma la pandemia ci ha insegnato che il modello
liberista estremo non vince. Io caldeggio il modello della
dottrina sociale della Chiesa, con il primato dell'uomo sul
lavoro e anche sull'ambiente. E la Regione è chiamata a dare
risposte, per quanto è nelle sue competenze, con un piano
infrastrutturale: ancora oggi andare a Pordenone passando per
Trieste, Gorizia e Udine richiede tempi fuori dalla logica".
"Abbiamo anche bisogno - ha aggiunto Zanin - di un sistema
logistico forte: la provincia di Udine, che aveva un sistema
manifatturiero molto forte, deve sfruttare le opportunità di
sviluppo legate al porto di Trieste, come bene ha fatto
Pordenone, imitando lo scalo di Rotterdam che dà ricchezza a
tutto il territorio nel raggio di 200 chilometri". "È poi
necessario affrontare le questioni in modo non ideologico - ha
raccomandato ancora il presidente dell'assemblea legislativa Fvg
- anche sul piano dell'energia e dei rifiuti: insieme alle
energie rinnovabili, che però da sole non bastano, come fonte di
energia abbiamo solo il nucleare, dovremo pure dircelo, perché
per l'idrogeno ci vorrà tempo".
"L'Italia è un Paese strano, che non ha mai avuto una vera
politica industriale - ha osservato Michelangelo Agrusti,
presidente di Confindustria Alto Adriatico - e che non investe in
infrastrutture per colpa di quattro comitati
In regione ad
esempio non riusciamo a far decollare una infrastruttura
strategica come la Cimpello-Sequals-Gemona. Abbiamo poi bisogno
di sviluppare una politica energetica perché oggi dipendiamo
totalmente dall'estero: anche in regione si potrebbero realizzare
centrali di cogenerazione per recuperare il calore che produciamo
con vetrerie e altoforni, e produrre i combustibili dai rifiuti,
senza avere paura di chi nel territorio si scaglia contro i
termovalorizzatori. E bisogna uscire da quella che io chiamo la
religione del green: non si può vivere solo di eolico e
fotovoltaico, numerose esperienze nel mondo lo insegnano".
Secondo il consigliere regionale Emanuele Zanon "occorre
replicare il modello virtuoso del post terremoto, e inserire i
giovani nel mondo del lavoro precocemente per evitare la diaspora
che vede il Fvg tra le regioni più penalizzate in Italia". "I
Comuni - ha aggiunto l'esponente di Regione Futura - vanno
aiutati a intercettare i fondi del Pnrr. E dobbiamo sviluppare le
infrastrutture, anche la Sequals-Gemona come diceva Agrusti".
Giuseppe Bortolussi, amministratore delegato dell'Interporto di
Pordenone che in pochi anni ha conosciuto uno straordinario
sviluppo passando da zero a 60 treni alla settimana, ha
affrontato temi concreti come la difficoltà di trovare personale
qualificato e il problema del consumo di energia. "Serve un piano
industriale e serve un piano logistico: in Germania la logistica
è la seconda voce del Pil, da noi è ancora marginale". Ma ci sono
numerose potenzialità: "Il Fvg ha una posizione geografica ottima
e ci sono le caratteristiche per migliorare il nostro stile di
vita ed essere attrattivi verso le aziende più propositive. La
nostra regione è un retroporto naturale di Monaco di Baviera".
Renzo Liva, responsabile economico del Pd a livello regionale, è
convinto che sia necessario "darsi delle priorità rispetto a un
numero infinito di problemi, perché da questo si vede la qualità
della classe dirigente e della classe politica. E oggi la Regione
ha mezzi finanziari straordinari, un'occasione da non sprecare".
ACON/FA-fc