SALUTE. LIGUORI (CITTADINI): RADIOTERAPIA, TUTELARE MALATI ALTO FRIULI
(ACON) Trieste, 17 feb - "La radioterapia è una componente
centrale nel trattamento delle neoplasie: viene utilizzata nel
60-70% di tutti i malati oncologici e vi sono previsioni di
crescita del 25% nei prossimi anni. L'innovazione tecnologica in
campo radioterapico ha permesso di erogare trattamenti radicali e
anche palliativi sempre più efficaci ma, per motivi logistici, in
Friuli Venezia Giulia non tutti i pazienti potrebbero beneficiare
a pieno delle cure radioterapiche, in particolare coloro che
risiedono nelle zone montane e collinari dell'Alto Friuli".
Lo segnala in una nota la consigliera regionale Simona Liguori
(Cittadini), ricordando che "la distanza dal centro oncologico
dell'ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine, in cui è
presente il reparto di Radioterapia, può infatti rappresentare
una difficoltà in più che gli ammalati sono costretti ad
affrontare e che, in determinate situazioni cliniche, può
condizionare l'aderenza del paziente ai trattamenti curativi".
Liguori fa esplicito riferimento ai contenuti di una mozione
presentata in qualità di prima firmataria, ma affiancata anche
dai colleghi consiglieri Enzo Marsilio, Mariagrazia Santoro,
Roberto Cosolini, Cristiano Shaurli e Franco Iacop (Pd), Massimo
Moretuzzo (Patto per l'Autonomia), Cristian Sergo (M5S), Furio
Honsell (Open Sinistra Fvg) ed Emanuele Zanon (Regione Futura).
Il testo auspica che la Giunta regionale valuti con l'Azienda
sanitaria universitaria Friuli Centrale tutte le possibili
soluzioni logistiche e organizzative, utili a garantire ai
pazienti oncologici dell'Alto Friuli il necessario trattamento
radioterapico.
"Pensiamo - spiega Liguori - che il percorrere tanti chilometri
di strada, soprattutto quando non si sta bene, perché il tumore
si è ripresentato o perché si hanno segni e sintomi che
potrebbero essere leniti dalla radioterapia a scopo palliativo,
rappresenti ulteriori criticità che si sommano anche ai tempi di
attesa del nosocomio di Udine e che possono scoraggiare la
persona a proseguire le cure".
ACON/COM/db