FVG PLUS. DIBATTITO: PD CHIEDE INVANO DI RIPORTARE DDL IN COMMISSIONE
(ACON) Trieste, 22 feb - Vorremmo votare a favore del disegno
di legge 154 su Fvg Plus, società in house della Regione per la
gestione del credito in sostituzione di Banca Mediocredito Fvg,
perciò riportatelo in Commissione, mostrateci un Piano
finanziario, un Piano industriale che non sia solo contabile,
diteci la tempistica di realizzazione che permetta di capire in
maniera più approfondita di cosa si tratti, altrimenti ciò che ci
chiedete è un atto di fede.
Lo hanno affermato i consiglieri del Pd, Sergio Bolzonello in
primis e ribadito da Cristiano Shaurli e Diego Moretti,
esprimendo concetti non differenti da quelli poi esternati da
Massimo Moretuzzo (Patto per l'Autonomia) nel dibattito generale
sul ddl 154 che l'Aula si appresta a votare.
"Siamo ancora in tempo per fare un'impresa unitaria", ha detto
Bolzonello ricordando di aver sempre sostenuto che vendita e
sostituzione di Mediocredito Fvg come piattaforma operativa fosse
necessaria, ma non si può giudicare senza conoscere i numeri e le
criticità dell'attività.
Queste ultime sono state segnalate anche dagli altri consiglieri,
che hanno stressato soprattutto l'aspetto della mancanza di un
piano strategico e del personale da impiegare: quante unità, che
tipo di contratto, come gestire le professionalità interne.
Se Moretti ha fatto presente che anche l'assessore alle Attività
produttive, Sergio Emidio Bini, che aveva portato il ddl in
Commissione assieme all'assessore alle Finanze, Barbara Zilli,
aveva ammesso che i tempi di avvio della nuova società non
saranno immediati, Moretuzzo ha ribadito l'importanza di
conoscere il perimetro di azione della società, un'operazione che
non può essere lasciata al "facciamo prima la scatola e poi la
riempiremo", altrimenti la si dovrà chiamare "Fvg Plus Confusion".
Le risposte sono arrivate dall'assessore Zilli, che ha rigettato
"ogni confusione piuttosto che carenza di contenuti. Siamo
disponibili al confronto, ma non alle considerazioni
strumentali", ha ribadito parlando della costruzione della veste
giuridica all'interno della quale mettere i contenuti, già
delineati nell'articolato seppure non in maniera esaustiva, della
nuova Spa.
"La dismissione della partecipazione in Banca Mediocredito - ha
spiegato - non è ancora perfezionata e per certi aspetti
operativi è utile mantenere la riservatezza delle procedure
richieste in ambito bancario. Friulia avrà tra il 15% e il 20%
delle azioni, ma non più del 20% perché dobbiamo rispettare le
garanzie di un sistema in house. E abbiamo scelto strategicamente
che la nuova Newco sia una Spa perché deve andare avanti in
sinergia con Friulia, perciò non poteva essere un ente o
un'agenzia, ma una società per capitali; tutti gli aspetti legati
alla Governance e alle strategie saranno definiti nelle settimane
successive alla costruzione della cornice normativa che l'Aula va
ad approvare".
E che "non sarà un contenitore inutile", è stato ribadito anche
dall'assessore Bini. "Friulia ha lavorato e sta lavorando in
maniera egregia come investimenti per le nostre imprese - ha
ammesso -, però le esigenze delle piccole e medie imprese stanno
chiedendo altri interventi. Friulia fa operatività di mercato in
un momento che essere in competizione con le banche non è facile,
perchè il denaro oggi costa poco. Gli imprenditori ci hanno
chiesto strumenti di finanza competitivi e innovativi che oggi la
Regione non ha, perché Friulia fa altro. A differenza di altre
Regioni che già hanno società in house, il Friuli Venezia Giulia
è senza".
A chi chiedeva di cambiare l'aggetto di Friulia, Bini ha fatto
presente che il rischio era l'uscita dei soci di minoranza,
un'uscita del valore di 60 milioni di euro dalle casse della
Regione. Infine giusto chiedere un Business Plan, ma i numeri non
possono essere certi visto che c'è ancora in piedi una trattativa
con Mediocredito, vedi per il personale; le cifre sarebbero state
falsate.
L'Aula è così passata all'approvazione dell'articolato.
ACON/RCM-fc