AMBIENTE. MORETUZZO (PATTO): CAVA FLAIBANO, PROGETTO NON PIÙ ATTUALE
(ACON) Trieste, 24 feb - "A che punto è l'iter del progetto
della mega cava a Flaibano e quali impatti potrebbe avere sul
territorio?". Il capogruppo del Patto per l'Autonomia Massimo
Moretuzzo - come si legge in una nota - lo ha chiesto
all'assessore Scoccimarro con un'interrogazione urgente su un
tema sul quale sono intervenuti in diverse occasioni i sindaci di
Flaibano e di Dignano, oltre a Legambiente.
"Domande legittime, che necessitano subito di una risposta,
poiché il progetto interesserà un'area importante, al confine con
il territorio dignanese, di oltre venti ettari di terreno
agricolo, che verrebbero sventrati fino a una profondità di 16
metri. Da quando questa iniziativa è stata pensata sono passati
più di quindici anni, è doveroso chiedersi se nel 2022 una cava
di ghiaia di queste dimensioni è quanto serve alla comunità e se
risponde a un modello di sviluppo sostenibile - afferma Moretuzzo
-. L'assessore nella risposta ha evidenziato che
l'amministrazione regionale ha confermato la validità dell'atto
conclusivo della procedura di Via del 2008 in quanto il progetto
non è cambiato, ma forse dovremmo chiederci se quello che a suo
tempo era stato valutato come ragionevole, lo sia ancora oggi".
"La cava, inoltre, si troverebbe vicino a una Zsc, i Magredi di
Coz, un sito importante per la sua biodiversità vegetale, che
rischia di essere messa a repentaglio dalla possibile diffusione
di specie ruderali che potrebbero espandersi rapidamente a
scapito delle specie autoctone, causando un danno ambientale
rilevante. Per non parlare dell'impatto delle centinaia di mezzi
pesanti - osserva ancora il capogruppo del Patto - che
attraverserebbero quotidianamente i paesi limitrofi, e dei
relativi rumori, rischi per la salute e danni per le
infrastrutture stradali".
"Il tema della transizione ecologica è centrale in tutte le
politiche di sviluppo dell'Unione Europea - conclude Moretuzzo -
e l'economia circolare è un principio irrinunciabile per
qualsivoglia azione che guarda al futuro e non al passato, per
cui oggi la ghiaia non dovrebbe essere prelevata dai terreni
agricoli, che invece devono essere valorizzati per la produzione
primaria, soprattutto quando sono stati spesi tanti soldi
pubblici per le infrastrutture irrigue".
ACON/COM/fa