SALUTE. ZALUKAR (MISTO): ASUGI ANNUNCIA INCONCRETE CASE DI COMUNITÀ
(ACON) Trieste, 3 mar - "Preoccupano le grandi manovre sulle
Case di comunità, sugli ospedali di comunità e sulle Centrali
operative territorialie annunciate dal direttore dell'Azienda
sanitaria universitaria Giuliano Isontina (Asugi), Antonio
Poggiana, perché non sembrano le risposte adeguate a problemi
concreti, ma appaiono sempre più come scatole vuote di contenuti".
Lo afferma in una nota il consigliere regionale Waltewr Zalukar,
Gruppo Misto.
"L'organizzazione dell'offerta di servizi sanitari o sociali non
si fa proponendo dei contenitori - sottolinea Zalukar -, ma
pianificando una strategia e progettando come realizzarla,
rispondendo a una semplice domanda su cosa diamo a chi e come. Il
luogo viene dopo. E prima ancora dobbiamo preoccuparci delle
risorse umane (medici e infermieri) piuttosto che di quelle
logistiche".
"Gli obiettivi di Asugi, declinati in un futuro più remoto che
prossimo, vertono come sempre sulla continuità assistenziale e
sull'assistenza domiciliare. Di queste abbiamo cominciato a
parlarne oltre 20 anni fa e a tal fine si sono realizzati i
distretti e l'assistenza domiciliare integrata, che hanno
funzionato nei limiti delle risorse umane disponibili. Per
assistere a casa un paziente servono essenzialmente medici e
infermieri coordinati dal distretto e connessi con i servizi di
diagnosi e cura specialistici, che ovviamene devono anch'essi
disporre di sufficienti risorse umane. Sono queste che mancano -
asserisce il consigliere regionale -, insieme ad un governo meno
burocratico e più empatico dei servizi, non serve aggiungere
nuovi sportelli".
"Del resto abbiamo visto che fine hanno fatto i Centri di
assistenza primaria (Cap) voluti dalla precedente
amministrazione, e le Case della comunità non sono altro che Cap
con il nome cambiato. Perché dovrebbero funzionare laddove i
primi hanno fallito? E gli ospedali di comunità? Anche questi
sarebbero ridondanti perché farebbero quello che già fanno le
Rsa; diamo piuttosto maggiori risorse a queste e più contributi
per alleggerire le rette. Che poi vengano pensati anche come
luogo dove fornire le prime cure con l'obiettivo di ridurre la
pressione sui Pronto soccorso, è privo di senso".
"Forse sarebbe meglio agire concretamente sul presente e dare
soluzioni a chi attende all'infinito per essere curato oggi, non
in un futuro incerto", è la sua considerazione finale.
ACON/COM/rcm