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SCUOLA/LAVORO. PERCORSI IEFP PRESENTATI A VI COMM COME SICURI E UTILI

03.03.2022
19:09
(ACON) Trieste, 3 mar - La sicurezza nei percorsi di istruzione e formazione professionale - triennali o quadriennali, noti come percorsi Iefp - è finita sul tavolo della VI Commissione consiliare presieduta da Giuseppe Sibau (Progetto Fvg/Ar) alla presenza dell'assessore regionale al Lavoro, Alessia Rosolen, attraverso le audizioni dei rappresentanti dei principali settori: formativo, imprenditoriale, sindacale. Non senza una polemica iniziale da parte di Furio Honsell (Open Fvg), che ha lamentato il non aver coinvolto i rappresentanti degli studenti.

Gabriele De Simone, presidente dell'Associazione temporanea di imprese (Ati) del Friuli Venezia Giulia che si chiama EffePi-Formazione professionale, "a cui fanno riferimento 13 enti di formazione professionale per 4.500 studenti, 310 corsi organizzati ogni anno, 22 tipologie di percorso di diploma per 62 profili".

"All'inizio del periodo - ha spiegato ancora De Simone -, vi sono le visite mediche per gli iscritti; dal secondo anno, inizia per loro un'attività di stage limitata, che andrà via via aumentando nel corso dei restanti tre anni. Da subito, prima di qualunque attività pratica, è organizzato un corso sulla sicurezza". Inoltre tutti i docenti sono dei preposti, l'azienda che impiega i ragazzi deve essere formativa e tutto ciò che viene fatto viene registrato giornalmente.

De Simone si è, quindi, addentrato nell'aspetto della funzionalità dei corsi spiegando che "nei sei mesi successivi al conseguimento del diploma, l'occupazione degli studenti è del 94%. Spesso coloro che arrivano nei Centri di formazione professionale hanno abbandonato altri percorsi di studio, quindi la nostra azione ha anche l'obiettivo di ridurre la dispersione scolastica".

A domanda specifica di Honsell su come siano scelte le aziende dove vengano effettuati i percorsi duali, se siano certificate dal punto di vista della sicurezza sul lavoro e se lo si possa pretendere per accompagnarle verso un percorso di miglioramento, se un ragazzo sia informato sui suoi diritti di lavoratore, il presidente di EffePi ha risposto: "Noi per primi vogliamo creare lavoratori informati e competenti; saper fare ma anche saper essere, è il nostro skill. Per quanto attiene le certificazioni aziendali, queste riguardano ciò che l'azienda produce, invece noi chiediamo sia garantita la giusta tutela per i ragazzi durante i loro stage".

A nome della Cisl, Alberto Monticco si è espresso in termini di percorso di qualità dell'addestramento dei ragazzi all'ambientazione al lavoro e a quella che, un domani, sarà la loro professione. Diverso, invece, parlare di sicurezza sui luoghi di lavoro per tutti, dove in Italia si continua ad avere una media di tre morti al giorno, 32 gli incidenti mortali in Fvg nel 2021.

"Tematica a noi molto cara", ha detto Adriano Luci, presidente di Confindustria Udine, che ha poi evidenziato l'aspetto della fatalità così come quello della "mancanza di cultura generale verso la sicurezza, come cittadini, come lavoratori e come impresari, sebbene sia stato fatto molto da parte di Confindustria Fvg affinché sia materia primaria".

Ugo Previti, della Uil, ha abbozzato una proposta di protocollo tra Confindustria, sindacati ed enti della formazione affinché l'allievo che entra in azienda sia seguito da un rappresentante dei lavoratori che ne certifichi e ne aumenti l'operare in sicurezza.

Per Mauro Capozzella (M5S), "nel momento in cui lo studente/allievo replica i gesti che ha osservato, la sua attenzione va tutta alla mansione da svolgere, ciò diminuisce inevitabilmente la percezione del rischio circostante. Se avviene in luoghi ad alto rischio, il ragazzo è esposto a un pericolo maggiore. Gli incidenti capitano a chi è esperto, per chi è uno studente il pericolo è ancora più grande e dunque ha bisogno di un'attenzione maggiore".

"In Fvg - gli ha risposto De Simone - non ci sono aziende ad alto rischio. Quanto alla formazione, il percorso sviluppato nel triennio è tutto improntato alla sicurezza e all'attività pratica affinché il ragazzo non sia impreparato quando entrerà in azienda".

"Ci sono situazioni che non vanno strumentalizzate", ha sottolineato Franco Mattiussi (FI), a detta del quale "fare sempre il processo alle aziende è troppo facile. Personalmente ha vissuto casi di ragazzi non abbastanza preparati, non sufficientemente attenti a ciò che facevano, superficiali nei loro comportamenti. Gli studenti apprendere anche quelli che sono i loro doveri all'interno di un'azienda". D'accordo con Honsell sul fatto di audire i ragazzi con una prossima seduta di Commissione per conoscere cosa vorrebbero veder migliorato.

Occasione mancata, invece, per Chiara Da Giau (Pd) per poter capire cosa faccia l'ente formatore per evitare le situazioni dove le aziende non rispondono a sufficienza ai criteri di qualità. Quanto, invece, alle colpe dei ragazzi se non hanno sviluppato una coscienza della sicurezza del lavoro, è nei compiti del datore di lavoro formarli e, se serve, seguirli anche di più, interfacciandosi con l'ente avvisando del loro comportamento.

"Non ritengo che le nostre aziende sfruttino i ragazzi", ha sostenuto Stefano Turchet (Lega). "Grazie alla qualità dei percorsi Iefp, si consente lo studio di materie quali la geografia, la storia, la matematica e l'inglese, per far crescere gli allievi da tutti i punti di vista. È importante continuare a sostenere il sistema duale e permettere ai giovani di formarsi e imparare in modi alternativi rispetto a quelli tradizionali".

"Non dimentichiamo - ha concluso l'assessore Rosolen - che il ragazzo che entra in azienda viene seguito sia da tutor dell'ente di formazione sia da uno aziendale. E molte delle nostre prassi sono divenute punto di riferimento e strumenti da copiare a livello nazionale. Dietro ogni percorso formativo ci sono controlli puntuali. È vero che spesso si tratta di giovani che hanno lasciato la scuola e vedono nei percorsi Iefp una possibilità per mantenersi ma, seppure raramente, c'è chi riprende lo studio in un istituto superiore o magari anche si iscrive all'università". ACON/RCM-fc



Il presidente della VI Commissione, Giuseppe Sibau (Progetto Fvg/Ar), e l'assessore Alessia Rosolen
Grabriele De Simone (EffePi)
Adriano Luci (Confindustria)