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UCRAINA. ZALUKAR (MISTO): VIA REATO CLANDESTINITÀ, PENALIZZA PROFUGHI

11.03.2022
16:19
(ACON) Trieste, 11 mar - "L'appello del procuratore della Repubblica di Trieste volto a cancellare il reato di immigrazione clandestina richiama l'attenzione su uno scenario a dir poco sconcertante. Ogni ucraino, non appena entra nel nostro Paese, infrange la legge commettendo il reato di immigrazione clandestina. Dovrebbe essere, quindi, subito fermato dalle forze dell'ordine per scrivere un verbale e trasmettere la denuncia alla Procura con tutto quel che segue. Il cittadino ucraino in fuga dai massacri proseguirebbe poi il suo cammino con una denuncia a piede libero".

Lo rimarca in una nota il consigliere regionale Walter Zalukar (Gruppo Misto), aggiungendo che "migliaia di ucraini infrangono ogni giorno questa legge con il risultato che, all'impegno profuso per accogliere degnamente un gran numero di profughi, si aggiunge per le forze dell'ordine quello di compilare migliaia e migliaia di inutili carte, da passare alle Procure, che già hanno gli organici ridotti all'osso".

"Sarebbe bene che le forze politiche del Friuli Venezia Giulia - auspica Zalukar - impegnino da subito l'Esecutivo a cancellare questa legge autolesionista. Bastano un decreto del Governo e una successiva convalida del Parlamento. Lo si sarebbe dovuto fare già da anni e, anzi, la norma non avrebbe mai dovuto essere promulgata, se fosse stata fatta una seria simulazione degli effetti, come dovrebbe essere per ogni legge".

"Qui siamo alla sicurezza all'incontrario, perché si caricano poliziotti e magistrati di scartoffie, distogliendoli dall'occuparsi di cose assai più rilevanti, che purtroppo non mancano nel nostro Paese. Il procuratore Antonio De Nicolo - aggiunge l'esponente del Gruppo Misto - fa un quadro puntuale e desolante di cosa accade dal 2009, anno in cui è stato introdotto questo reato: l'extracomunitario che entra illegalmente in Italia viene denunciato a piede libero e processato mesi o anni dopo. Di solito, neppure si presenta al processo e l'ammenda (da 5mila a 10mila euro) non viene mai pagata, visto che l'irregolare non ha un lavoro, un conto corrente o un patrimonio. Paga, invece, lo Stato: per il personale costretto a occuparsene e per lo stesso avvocato difensore, in quanto l'imputato, privo di reddito, ottiene il patrocinio a spese della collettività".

"Quale sano di mente potrebbe mai sentirsi garantito da una norma che condanna uno straniero a pagare un'ammenda che mai pagherà? Si cancelli perciò questa legge - conclude Zalukar - e si studi seriamente una nuova norma, perché è pacifico che la sicurezza dei confini deve essere presidiata, ma in modo intelligente e umano".

ACON/COM/db



Walter Zalukar (Gruppo Misto)