UCRAINA. ZALUKAR (MISTO): VIA REATO CLANDESTINITÀ, PENALIZZA PROFUGHI
(ACON) Trieste, 11 mar - "L'appello del procuratore della
Repubblica di Trieste volto a cancellare il reato di immigrazione
clandestina richiama l'attenzione su uno scenario a dir poco
sconcertante. Ogni ucraino, non appena entra nel nostro Paese,
infrange la legge commettendo il reato di immigrazione
clandestina. Dovrebbe essere, quindi, subito fermato dalle forze
dell'ordine per scrivere un verbale e trasmettere la denuncia
alla Procura con tutto quel che segue. Il cittadino ucraino in
fuga dai massacri proseguirebbe poi il suo cammino con una
denuncia a piede libero".
Lo rimarca in una nota il consigliere regionale Walter Zalukar
(Gruppo Misto), aggiungendo che "migliaia di ucraini infrangono
ogni giorno questa legge con il risultato che, all'impegno
profuso per accogliere degnamente un gran numero di profughi, si
aggiunge per le forze dell'ordine quello di compilare migliaia e
migliaia di inutili carte, da passare alle Procure, che già hanno
gli organici ridotti all'osso".
"Sarebbe bene che le forze politiche del Friuli Venezia Giulia -
auspica Zalukar - impegnino da subito l'Esecutivo a cancellare
questa legge autolesionista. Bastano un decreto del Governo e una
successiva convalida del Parlamento. Lo si sarebbe dovuto fare
già da anni e, anzi, la norma non avrebbe mai dovuto essere
promulgata, se fosse stata fatta una seria simulazione degli
effetti, come dovrebbe essere per ogni legge".
"Qui siamo alla sicurezza all'incontrario, perché si caricano
poliziotti e magistrati di scartoffie, distogliendoli
dall'occuparsi di cose assai più rilevanti, che purtroppo non
mancano nel nostro Paese. Il procuratore Antonio De Nicolo -
aggiunge l'esponente del Gruppo Misto - fa un quadro puntuale e
desolante di cosa accade dal 2009, anno in cui è stato introdotto
questo reato: l'extracomunitario che entra illegalmente in Italia
viene denunciato a piede libero e processato mesi o anni dopo. Di
solito, neppure si presenta al processo e l'ammenda (da 5mila a
10mila euro) non viene mai pagata, visto che l'irregolare non ha
un lavoro, un conto corrente o un patrimonio. Paga, invece, lo
Stato: per il personale costretto a occuparsene e per lo stesso
avvocato difensore, in quanto l'imputato, privo di reddito,
ottiene il patrocinio a spese della collettività".
"Quale sano di mente potrebbe mai sentirsi garantito da una norma
che condanna uno straniero a pagare un'ammenda che mai pagherà?
Si cancelli perciò questa legge - conclude Zalukar - e si studi
seriamente una nuova norma, perché è pacifico che la sicurezza
dei confini deve essere presidiata, ma in modo intelligente e
umano".
ACON/COM/db