CARO CARBURANTI. ZANON (FUTURA): RENDERE FLESSIBILE LO SCONTO REGIONALE
(ACON) Trieste, 17 mar - "La crisi energetica, e il conseguente
rialzo dei prezzi del carburante, rischiano di creare un effetto
catena tendente al peggioramento. Da un lato le famiglie e le
imprese, sempre più strette dalla morsa del costo energetico,
dall'altro i gestori degli impianti stradali di carburante, che
già stanno subendo crolli nelle vendite e che in più si vedono
sopraffare dai prezzi competitivi oltre confine. Si tratta di una
spirale discendente".
Lo afferma in una nota il consigliere regionale Emanuele Zanon
(Regione Futura), che per evitare l'esodo di automobilisti verso
gli Stati confinanti suggerisce "di contenere la salita dei
prezzi e il corrispondente calo dei consumi introducendo una
maggiore variabilità nella definizione dello sconto carburanti,
similmente a quanto accade in Alto Adige".
"Tenendo conto che, in Italia, i prezzi dei carburanti sono
liberamente fissati da ogni gestore di impianto di distribuzione,
il quale stabilisce, in regime di libero mercato, il prezzo
praticato al consumatore, il Friuli Venezia Giulia - commenta
Zanon - da sempre subisce uno svantaggio competitivo verso i
Paesi confinanti, che per svariati motivi riescono ad offrire un
prezzo dei carburanti minore rispetto alla media regionale".
"Perciò il Fvg ha introdotto un sistema di contribuzione sugli
acquisti di carburanti per autotrazione a beneficio della
popolazione residente. Si tratta di un contributo che, pur diviso
in due aree, è fisso e non fluttuante in base alle variazioni dei
prezzi in Slovenia e Austria. Ora però - prosegue ancora
l'esponente di Regione Futura - a causa anche della crisi
geopolitica e del conflitto nell'Europa orientale, il divario del
prezzo alla pompa è ulteriormente incrementato a fronte invece di
una quota di contributo che è fissa".
"Questo sta generando disagi notevoli ai consumatori e alle
imprese, un esodo verso gli Stati contermini e un danno anche ai
gestori locali, con un inevitabile calo delle entrate nelle casse
pubbliche. Senza contare che il potenziale default degli impianti
di carburante - conclude Zanon - avrebbe come effetto le
crescenti chiusure, ancora una volta soprattutto nei territori
periferici".
ACON/COM/rcm