COVID. ZALUKAR (MISTO): FINE EMERGENZA MA GREEN PASS PER UN ALTRO MESE
(ACON) Trieste, 18 mar - "Le voci che davano il green pass per
morto si susseguivano da giorni ma, purtroppo, l'ostinazione del
ministro Speranza ha avuto la meglio ancora una volta. Spesso la
politica si affida a simboli e, allora, non è escluso che il
ministro abbia scelto per sé il green pass. Avrebbe potuto
prediligere altri suoi marchi di fabbrica, come gli Ospedali di
Comunità o le Case di Comunità: anch'essi di dubbia utilità ma,
forse, contrassegni più adatti agli addetti ai lavori e ai
tecnici della sanità. Diversa, invece, la forza evocativa del
green pass quale strumento di potere e di coercizione in guanto
di velluto: vieta, ma lo fa ammantandosi di probità".
Lo afferma in una nota il consigliere regionale Walter Zalukar
(Gruppo Misto), aggiungendo che "il passaporto verde, oltre che
sigillo dell'azione politica di Speranza, è altresì
rappresentativo della nostra vita nella pandemia con il freno a
mano tirato: scuola, lavoro e relazioni, tutto è rallentato e
faticoso. A questo punto, però, corre l'obbligo di un
ragionamento che merita attenzione".
"Dalla crescita economica - continua la nota - deriva un
miglioramento individuale e collettivo di benessere in tutte le
dimensioni della vita. Nel nostro sistema economico, la capacità
di spendere e investire sulla sanità dipendono dal Pil. Due
elementi incidono sulla crescita economica: la stabilità e, da
non trascurare, la percezione. L'economia è infatti una scienza
sociale e, pertanto, le percezioni umane della situazione
influenzano la domanda e l'offerta: ossia, il mercato. Per questo
motivo, anche nel linguaggio ci si riferisce al mercato con
aggettivi propri a un essere umano: euforico, depresso, allegro o
stabile, per esempio".
"Il green pass - spiega Zalukar - dà ancora la percezione di una
pandemia virulenta e, di fatto, raffredda il mercato,
deprimendolo senza motivazioni epidemiologiche consistenti. La
crisi ucraina, oltre alla tragedia umana dei civili, getta
un'ombra di incertezza anche sull'Occidente benestante e certo
non contribuisce a una percezione ottimistica sul futuro".
"A maggior ragione, sarebbe stato opportuno - conclude
l'esponente del Gruppo Misto - lanciare un messaggio liberatorio
almeno sul fronte Covid ma, evidentemente, i simboli del potere
sono duri da abbattere".
ACON/COM/db