AMBIENTE. BIDOLI (PATTO): MONTE TAIET, GARANTIRE TUTELA AREA NATURALE
(ACON) Trieste, 21 mar - Dall'autunno del 2020 sul monte Taiet,
in comune di Clauzetto, è in corso di costruzione una struttura
ricreativa in quota. Viste la collocazione della struttura in
un'area naturale di pregio, quella del monte Dagn, e le
inevitabili interazioni con le poco distanti zone sottoposte a
misure di conservazione, il consigliere regionale del Patto per
l'Autonomia Giampaolo Bidoli ha chiesto all'assessore competente,
con un'interrogazione, come si intenda garantire la tutela
dell'ambiente naturale. Lo si legge in una nota del gruppo
consiliare.
"La struttura - spiega Bidoli - è realizzata da un soggetto
privato, su terreni di proprietà privata, con contributi del
Piano di sviluppo rurale. È importante conoscerne il suo impiego
e quale impatto avrà sull'ambiente. Un centro ricreativo ha
finalità e usi diversi dai bivacchi in quota che sono punto
d'appoggio e luogo di riparo per gli escursionisti e a differenza
dei rifugi, sono incustoditi, sempre aperti e gratuiti - osserva
ancora il consigliere -. Il Piano regolatore comunale prevede la
realizzazione di rifugi e bivacchi, e, contestualmente, vieta
nuovi interventi edilizi che comportino alterazioni al delicato
equilibrio idrogeologico, tant'è che sono servite due
autorizzazioni in deroga per poter proseguire con l'iter
autorizzativo".
"La risposta data dall'assessore non è soddisfacente - continua
Bidoli - . L'assessore sostiene che la struttura ricreativa si
inserisce in maniera "sufficientemente" armonica nel delicato
contesto paesaggistico del crinale. È evidente il contrario: è
visibile da lontano, essendo pure esposta e a sbalzo sulla
scarpata, e non, come affermato, collocata in una concavità
rispetto all'andamento della cresta. Avendo a cuore la montagna e
conoscendo bene i luoghi interessati dall'intervento, auspico
iniziative che, nel rispetto del contesto, siano finalizzate a
valorizzare questi territori straordinari e selvaggi, e, proprio
per questo, molto delicati".
"Tra le rocce dei Siti di interesse comunitario del monte
Cjaurlec e dell'Arzino, a qualche chilometro di distanza,
nidificano i grifoni che arrivano dalla riserva di Cornino e i
camosci pascolano indisturbati. L'area sulla quale sorge la
struttura ricreativa va preservata per garantire la conservazione
degli equilibri ambientali, ma anche la sua fruibilità turistica.
Non siamo certi che le valutazioni fatte al momento di
autorizzarne la costruzione abbiano tenuto nella giusta
considerazione queste esigenze", conclude il consigliere del
Patto per l'Autonomia.
ACON/COM/fa