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ENERGIA. NICOLI (FI): POLITICA CONTRO NO IDEOLOGICI, TUTELARE FAMIGLIE

30.03.2022
19:45
(ACON) Trieste, 30 mar - "Questa mozione su una nuova politica energetica a tutela di cittadini, famiglie e imprese del Friuli Venezia Giulia, presentata pochi giorni prima dell'inizio del conflitto in Ucraina, assume oggi ancor più forza nel chiedere una posizione politica netta e impegnativa".

Lo ribadisce in una nota il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Giuseppe Nicoli, primo firmatario della mozione 315 sottoscritta anche dai colleghi Mara Piccin e Franco Mattiussi.

"La mozione, approvata dall'Aula - spiega Nicoli -, nell'auspicio che a livello nazionale e regionale si intraprenda una serie articolata di azioni tese alla diversificazione energetica, era finalizzata a impegnare presidente e Giunta regionali a intraprendere una politica per la quale intervenire direttamente, per quanto di competenza regionale, o sollecitando decisioni in tal senso nell'interlocuzione con il Governo, con un unico fine: contenere le spese energetiche che ricadono su cittadini e imprese del Friuli Venezia Giulia".

Il capogruppo di Forza Italia fotografa la situazione conseguente al caro bollette: "Giustamente il Governo si sta muovendo in più direzioni, nell'ottica della diversificazione energetica, l'unica strada al momento percorribile per non abbandonare al caso i bilanci di famiglie e imprese, che hanno lanciato un allarme impossibile da ignorare circa la propria vulnerabilità".

Nicoli fa quindi riferimento "alla ricerca di nuove fonti di approvvigionamento di gas naturale, alla riscoperta a livello nazionale della strategicità di infrastrutture quali Tap e Meg e alla volontà del Governo di acquistare due nuovi rigassificatori offshore, ai termovalorizzatori e al fatto che neppure la parola nucleare appaia più tabù, andando oltre al pur necessario sviluppo delle rinnovabili e dell'idrogeno".

"I tempi del no a qualsiasi proposta devono finire - ha osservato il forzista -. Dev'essere ben accolto tutto ciò che si muove verso l'indipendenza (ben lontana dall'essere raggiunta) e la diversificazione dell'approvvigionamento energetico, nella massima tutela ambientale e della salute possibile in rapporto alla sostenibilità economica".

"Ma dal territorio si levano anche i no ideologici o campanilistici - critica Nicoli - a progetti che appaiono invece articolati e mirati a uno sviluppo sostenibile per il territorio, le imprese e le famiglie. Il caso di Monfalcone è emblematico: dinanzi a un progetto di transizione energetica, anziché cercare la strada del dialogo con un'azienda che vuole investire sul territorio, si preferisce il muro contro muro. Serviva fare chiarezza sulla linea che vogliamo seguire". ACON/COM/rcm



Giuseppe Nicoli e Mara Piccin (FI)