UNIVERSITÀ. CALO ISCRITTI IN FVG, 100% BORSE STUDIO SODDISFATTE
+++Segni meno per Udine e Trieste, in crescita la Sissa+++
(ACON) Trieste, 31 mar - "Gli iscritti complessivi alle
università del Friuli Venezia Giulia sono scesi dai 33.600
dell'anno accademico 2012-13 ai 31.300 del 2017-18, facendo
registrare una flessione del -7%: -10% per l'Università di
Trieste e -4,5% per quella di Udine con aumento fatto invece
registrare dalla Scuola internazionale superiore di Studi
avanzati (Sissa). In questo periodo è conseguentemente diminuito
anche il numero dei laureati, mentre si è avuto un aumento dei
diplomati al conservatorio Tartini e all'Accademia di Belle arti.
Il tasso di conseguimento delle lauree ha registrato un picco nel
2016 e una successiva discesa nel 2017, attestandosi
rispettivamente al 36% e al 20%. Il tempo di conseguimento è di
circa 4,5 anni, mentre quello di abbandono è sceso dal 13% del
2012 all'8,9 % del 2018".
Questi solo alcuni degli elementi statistici contenuti nella
relazione sugli adempimenti in materia di diritto allo studio
universitario realizzati dall'Agenzia regionale per il Diritto
agli Studi superiori (Ardiss) nel triennio 2015-18, realizzata
dal Comitato per la legislazione, il controllo e la valutazione
(Clcv), presieduto da Roberto Cosolini (Pd), in ossequio alla
clausola valutativa legata all'articolo 10 della legge regionale
21/2014 "Norme in materia di diritto allo studio universitario".
Un documento illustrato dal vicepresidente del Clcv, il leghista
Stefano Turchet (firmatario del testo insieme allo stesso
Cosolini), e apprezzato dall'Assemblea legislativa regionale
presieduta da Piero Mauro Zanin. A sua volta, era incentrato sui
contenuti della Relazione triennale sull'attuazione e gli effetti
della Lr 14/2014 e sulle attività dell'organismo oggi denominato
Agenzia regionale per il Diritto allo studio (Ardis), incaricato
di gestire per conto della Regione Fvg tutti i servizi economici
(borse di studio, prestiti e contributi) e di accoglienza
(alloggi, ristorazione, trasporti e mobilità internazionale)
forniti agli studenti, oltre alle spese relative alla
manutenzione ordinaria e straordinaria degli immobili e delle
mense e alle garanzie.
"Gli immobili - riporta lo scritto del Clcv - sono stati oggetto
di molti interventi di manutenzione e di fornitura arredi,
mantenendo stabile il numero di posti disponibili con una
diminuzione nel solo polo di Trieste. I beneficiari delle borse
di studio, destinate agli studenti capaci e meritevoli ma privi
di mezzi con un importo variabile in base all'Isee, sono stati
5mila circa negli anni accademici 2016-17 e 2017-18 e 5.500 nel
biennio 2018/19 con una spesa salita da 16 a 17,8 milioni di
euro. Nonostante il trend di richiesta crescente, tutte le
domande idonee sono state soddisfatte, garantendo anche i
contributi di natura straordinaria a sostegno di situazioni di
sopravvenuto disagio".
Turchet ha anche rimarcato il fatto che "nel corso della
discussione durante i lavori del Comitato, aperta anche ai
componenti della VI Commissione, è emersa una valutazione
decisamente positiva dell'ampio e articolato sistema di
interventi messi in campo. Andrebbero però analizzate le ragioni
del calo degli iscritti alle Università per verificare se esso
sia riconducibile al solo decremento demografico o anche ad
ulteriori dinamiche".
"Non c'è infatti contraddizione - ha aggiunto il relatore - tra
una valutazione positiva e uno sforzo di approfondimento riguardo
ulteriori interventi nel campo del diritto allo studio che
tengano conto di una situazione economica e sociale soggetta a
fortissimi cambiamenti".
Tra gli spunti suggeriti, quindi, emergono l'ampliamento della
platea dei soggetti idonei alla borsa di studio, rimodulando i
criteri di accesso ai bandi, ma anche interventi sul trasporto
pubblico per studenti (come l'estensione regionale di un
biglietto unico), sulle misure di sostegno per gli studenti
lavoratori (anche abbassando il reddito annuo richiesto
dall'attività lavorativa, aumentando la riduzione sulle tasse e
implementando la didattica multimediale) e sull'abbassamento
generale della contribuzione studentesca (possibile, però, solo
attraverso una scelta di politica nazionale).
Una relazione che Furio Honsell (Open Sinistra Fvg), pur
chiedendo una modifica dei tempi di consegna dei periodici
resoconti da parte della Giunta al Comitato, ha definito
"preziosa e curata con la presenza di proposte condivisibili.
Apprezzo l'onestà intellettuale, la qualità del lavoro e i
numerosi spunti che aiutano a riflettere".
Cosolini (Pd), dal canto suo, ha espresso l'auspicio che "il
triennio successivo possa essere valutato già nel corso del 2022.
Sarà importante farlo in tempi non lunghi, perché strettamente
legato a cambiamenti e dati significativi. Il tema del diritto
allo studio è delicato e, pur riconoscendo il ruolo importante di
Ardis, chiama in causa tutti gli attori istituzionali del
sistema: Governo, Regioni e atenei".
L'assessore regionale a Lavoro, Formazione, Istruzione, Ricerca,
Università e Famiglia, Alessia Rosolen, è intervenuta in
vedeoconferenza per segnalare "la delicatezza delle evoluzioni
tematiche legate agli ultimi tre anni, senza dimenticare il Piano
nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Nel decreto
ministeriale 1.320 del dicembre 2021 prendono inoltre forma
alcune riflessioni già fatte in Aula, ma che preoccupano le
Regioni per l'impatto finanziario che ne deriverà. Come
auspicabile - ha dettagliato - viene ampliata la platea rispetto
ai riferimenti Isee ma mancheranno trattenute che attualmente
rimangono al bilancio di Ardis per i servizi forniti".
"È infatti previsto - ha proseguito l'assessore - un impatto pari
a +36% (intorno ai 25 milioni di euro) di spesa prevista solo per
le borse di studio, mentre scendono di 3 milioni le minori
trattenute (e, quindi, le entrate) per forniture e servizi. Se
aggiungiamo l'ipotesi di un aumento dei costi per l'energia,
esclusa la partita delle mense e degli altri servizi, nei primi 6
mesi dell'anno otteniamo già 500mila euro di aumento per le
utenze luce, acqua e gas.
"Obiettivo primario di Ardis a fronte di decreti, maggiori spese
e minori entrate - ha confermato Rosolen in conclusione - è
quello di continuare a garantire il 100% del diritto allo studio".
ACON/DB-fc