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UCRAINA. ZANIN A CONVEGNO DIALOGHI EUROPEI: NO ARMI, RAFFORZARE UE

20.04.2022
20:16
(ACON) Trieste, 20 apr - Di fronte alla guerra in Ucraina l'Unione Europea si scopre debole al cospetto dei grandi player della politica mondiale Usa, Cina e Russia. E allora torna di attualità il tema dell'esercito europeo, della difesa comune. È questo il punto di incontro tra le diverse posizioni emerso stasera nel corso del vivace dibattito organizzato da "Dialoghi europei", l'associazione fondata dall'europarlamentare Giorgio Rossetti e presieduta da Giorgio Perini, ospitato dal Consiglio regionale in sala Tessitori.

"Servirebbe uno strumento militare diverso - ha auspicato il generale Vincenzo Camporini, ex capo di Stato maggiore della Difesa e consigliere scientifico dell'Istituto affari internazionali - ma prima c'è bisogno di una politica estera comune, altrimenti si costruirebbe l'incudine senza avere il martello". Camporini ha ricordato l'esperienza di Eurofor, il quartier generale comune tra Italia, Francia, Spagna e Portogallo di cui fu uno degli artefici e che funzionò bene fino alla crisi del Kosovo "quando però la Spagna, sensibile al tema delle secessioni, pose il suo veto". Come dire che sono gli Stati, è la politica a dover guidare i processi, "e io penso - ha detto ancora il generale - che oggi sia possibile far coincidere gli interessi italiani, francesi e tedeschi solo su alcuni obiettivi di livello regionale".

"La tragedia della guerra - ha osservato Piero Mauro Zanin, presidente del Consiglio regionale - può diventare un'occasione per l'Europa, quella di uscire dalla sudditanza alle sfere di influenza, di lavorare per diventare uno dei player mondiali ripensando anche il suo ruolo nella Nato. Perché gli interessi dell'Europa non sono gli stessi degli Stati Uniti, e temo che l'esercito europeo non potrà mai nascere se prevale l'interesse americano".

Nel suo intervento, Zanin ha ribadito la sua posizione "di uomo e di cattolico, ancor prima che di politico" contraria all'invio delle armi in Ucraina. "Mandare le armi e aumentare le spese militari - ha spiegato il presidente - allontana la pace e allunga la guerra, come dice Papa Francesco, perché gli interessi della vita sono superiori a quelli della politica. Temo che l'obiettivo di qualcuno non sia tanto difendere l'Ucraina ma ridurre la Russia da potenza mondiale a potenza locale, perciò chi vuole limitare l'influenza di Putin ha interesse a mandare avanti la guerra".

"E se è chiaro - ha ribadito Zanin - che in questo caso c'è un aggressore, la Russia, e un aggredito, l'Ucraina, ricordo che noi europei siamo a 1500 chilometri dalla guerra mentre gli Usa a 10mila. L'interesse dell'Europa, in altre parole, è quello di fermare questa guerra, di far fare un passo indietro a Russia e Ucraina tornando ai trattati di Minsk e concedendo la facoltà di autodeterminazione alle regioni contese".

Su una posizione intermedia Roberto Antonione. "È vero che gli interessi Usa non sempre coincidono con i nostri e che noi europei dovremmo costruire una "casa" diversa - ha detto il segretario generale dell'Ince, già viceministro degli Esteri e parlamentare, ricordando un vertice internazionale del 2003 alla vigilia dell'attacco Usa all'Iraq - ma proprio perché non siamo giganti, noi europei dobbiamo fare una scelta di campo, e non vedo oggi la possibilità di mettere in discussione la Nato e il suo ombrello protettivo". Le domande del pubblico hanno concluso un dibattito che Zanin ha definito "stimolante, anche perché esce dalla nuvola monodirezionale della comunicazione su questo conflitto. È invece importante confrontarsi e dialogare anche da posizioni diverse, perché il dialogo è l'opposto della guerra". ACON/FA



Un momento del convegno in sala Tessitori: da destra Piero Mauro Zanin, Roberto Antonione, Giorgio Perini e Vincenzo Camporini