UCRAINA. ZANIN A CONVEGNO DIALOGHI EUROPEI: NO ARMI, RAFFORZARE UE
(ACON) Trieste, 20 apr - Di fronte alla guerra in Ucraina
l'Unione Europea si scopre debole al cospetto dei grandi player
della politica mondiale Usa, Cina e Russia. E allora torna di
attualità il tema dell'esercito europeo, della difesa comune. È
questo il punto di incontro tra le diverse posizioni emerso
stasera nel corso del vivace dibattito organizzato da "Dialoghi
europei", l'associazione fondata dall'europarlamentare Giorgio
Rossetti e presieduta da Giorgio Perini, ospitato dal Consiglio
regionale in sala Tessitori.
"Servirebbe uno strumento militare diverso - ha auspicato il
generale Vincenzo Camporini, ex capo di Stato maggiore della
Difesa e consigliere scientifico dell'Istituto affari
internazionali - ma prima c'è bisogno di una politica estera
comune, altrimenti si costruirebbe l'incudine senza avere il
martello". Camporini ha ricordato l'esperienza di Eurofor, il
quartier generale comune tra Italia, Francia, Spagna e Portogallo
di cui fu uno degli artefici e che funzionò bene fino alla crisi
del Kosovo "quando però la Spagna, sensibile al tema delle
secessioni, pose il suo veto". Come dire che sono gli Stati, è la
politica a dover guidare i processi, "e io penso - ha detto
ancora il generale - che oggi sia possibile far coincidere gli
interessi italiani, francesi e tedeschi solo su alcuni obiettivi
di livello regionale".
"La tragedia della guerra - ha osservato Piero Mauro Zanin,
presidente del Consiglio regionale - può diventare un'occasione
per l'Europa, quella di uscire dalla sudditanza alle sfere di
influenza, di lavorare per diventare uno dei player mondiali
ripensando anche il suo ruolo nella Nato. Perché gli interessi
dell'Europa non sono gli stessi degli Stati Uniti, e temo che
l'esercito europeo non potrà mai nascere se prevale l'interesse
americano".
Nel suo intervento, Zanin ha ribadito la sua posizione "di uomo e
di cattolico, ancor prima che di politico" contraria all'invio
delle armi in Ucraina. "Mandare le armi e aumentare le spese
militari - ha spiegato il presidente - allontana la pace e
allunga la guerra, come dice Papa Francesco, perché gli interessi
della vita sono superiori a quelli della politica. Temo che
l'obiettivo di qualcuno non sia tanto difendere l'Ucraina ma
ridurre la Russia da potenza mondiale a potenza locale, perciò
chi vuole limitare l'influenza di Putin ha interesse a mandare
avanti la guerra".
"E se è chiaro - ha ribadito Zanin - che in questo caso c'è un
aggressore, la Russia, e un aggredito, l'Ucraina, ricordo che noi
europei siamo a 1500 chilometri dalla guerra mentre gli Usa a
10mila. L'interesse dell'Europa, in altre parole, è quello di
fermare questa guerra, di far fare un passo indietro a Russia e
Ucraina tornando ai trattati di Minsk e concedendo la facoltà di
autodeterminazione alle regioni contese".
Su una posizione intermedia Roberto Antonione. "È vero che gli
interessi Usa non sempre coincidono con i nostri e che noi
europei dovremmo costruire una "casa" diversa - ha detto il
segretario generale dell'Ince, già viceministro degli Esteri e
parlamentare, ricordando un vertice internazionale del 2003 alla
vigilia dell'attacco Usa all'Iraq - ma proprio perché non siamo
giganti, noi europei dobbiamo fare una scelta di campo, e non
vedo oggi la possibilità di mettere in discussione la Nato e il
suo ombrello protettivo".
Le domande del pubblico hanno concluso un dibattito che Zanin ha
definito "stimolante, anche perché esce dalla nuvola
monodirezionale della comunicazione su questo conflitto. È invece
importante confrontarsi e dialogare anche da posizioni diverse,
perché il dialogo è l'opposto della guerra".
ACON/FA