CARCERI. SOS DA GARANTE FVG: PESANO COVID, AFFOLLAMENTO E SUICIDI
(ACON) Trieste, 21 apr - Il suicidio di un ospite del Centro di
permanenza per il rimpatrio (Cpr) di Gradisca d'Isonzo, avvenuto
lo scorso dicembre, è tra le pagine buie dell'ultimo anno
nell'ambito delle competenze del Garante regionale dei diritti
della persona. Proprio a tal proposito, nell'esporre la propria
relazione all'Ufficio di Presidenza dell'assemblea legislativa
del Friuli Venezia Giulia, Paolo Pittaro chiede maggiore
attenzione per i suicidi, sia tra i detenuti che tra gli ospiti
del Cpr ma anche tra gli agenti di polizia penitenziaria. L'ente
di vigilanza, tra l'altro, segnala un aumento dei detenuti per
reati collegati al gioco d'azzardo, specialmente a Trieste,
fenomeno su cui si potrebbe intervenire con azioni preventive.
"Il problema del sovraffollamento, troppo spesso, impedisce al
personale in servizio di intercettare possibili richieste d'aiuto
da parte dei detenuti - osserva il presidente del Consiglio
regionale, Piero Mauro Zanin -. Un fenomeno che sta dilagando a
livello nazionale, in particolari nelle carceri, e che, per la
prima volta, coinvolge anche la nostra regione con la tragedia
registrata tra gli ospiti del Cpr".
"Un anno - prosegue Zanin - che per i detenuti è stato ancora più
difficile: oltre alle condizioni di stress a cui sono già
sottoposti quotidianamente, queste persone hanno dovuto
affrontare anche l'emergenza Covid che ha limitato ulteriormente
la loro libertà personale e la possibilità di ricevere visite dai
loro cari. Una pandemia che li ha fatti sentire ancora più soli e
distanti dalla comunità".
"Cercheremo, per quanto in nostro potere, di trovare delle
soluzioni per la piaga del sovraffollamento che - conclude il
presidente dell'Aula - inevitabilmente comporta il diffondersi di
altre problematiche oltre a riflettere sulla necessità di
sensibilizzare il territorio per avviare dei percorsi di
reinserimento al termine della pena detentiva".
Ascolto, mediazione, facilitazione e conciliazione: sono queste
le principali attività svolte dal Garante regionale dei diritti
della persona, organo del Consiglio regionale che ha, tra le sue
funzioni principali, quella di esercitare un ruolo di garanzia
per bambini, adolescenti, persone private della libertà personale
e a rischio di discriminazione.
Nel 2021 - come emerso sempre dalla relazione esposta dal garante
Pittaro all'Ufficio di Presidenza che l'ha approvata - sono state
trattate 120 pratiche, la maggior parte delle quali già chiuse ed
archiviate. Di queste, 65 hanno riguardato bambini e adolescenti,
13 le persone a rischio di discriminazione e 42 quelle private
della libertà personale.
Le segnalazioni sono partite principalmente da genitori e
rappresentanti familiari, 29, e da associazioni, 24. Le funzioni
di garanzia per le persone a rischio di discriminazione sono
state complessivamente 13: 9 hanno riguardato cittadini italiani
e stranieri, 2 enti pubblici e associazioni, 2 il mondo della
disabilità. Per la privazione della libertà personale il Garante
è intervenuto in 42 occasioni, spesso in vicende legate a
detenuti, denunciando le criticità riscontrate nelle carceri.
Case circondariali che, per il Garante, devono affrontare
difficoltà nella gestione oltre che per l'inadeguatezza
strutturale.
Entrando nel merito, per la funzione di garanzia per i bambini e
gli adolescenti, i funzionari del Servizio organi di garanzia
hanno dovuto affrontare 65 segnalazioni; di queste, 37 sono
emerse dall'ambiente scolastico, 24 da quello
giuridico-amministrativo, 2 dai servizi territoriali e 2
dall'ambito familiare. Per questo ultimo punto si segnala un caso
di diritto di visita ai figli di genitori separati e uno di
violenza su minore, denunciato alle autorità competenti.
Problematiche relative all'inserimento scolastico di alunni
disabili, alla mancanza delle ore di sostegno previste, ai disagi
della didattica a distanza causa Covid e al fenomeno del bullismo
sono quelle emerse dal mondo della scuola.
Per quanto riguarda le condizioni degli istituti penitenziari del
territorio e del Cpr di Gradisca, la pandemia ha complicato una
situazione già al limite. La diffusione del virus ha imposto
ulteriori limitazioni, creando situazioni di incompatibilità per
detenuti con gravi problemi di carattere sanitario, oltre alle
difficoltà riscontrate dai familiari per ottenere informazioni
sullo stato di salute di detenuti risultati positivi. Il maggior
numero di segnalazioni è comunque pervenuto per via delle
insufficienti condizioni detentive con segnalazioni di
sovraffollamento carcerario, mancanza di personale, difficoltà di
contenimento dei contagi da Covid, scarsità di acqua calda e di
altri servizi.
ACON/LI-fc