VITTIME NAZISMO. ZANIN A CERIMONIA UDINE: SACRIFICIO SEMPRE ATTUALE
+++Anche Capo Polizia a posa pietre d'inciampo in memoria 9
funzionari Questura deportati nel 1944+++
(ACON) Udine, 22 apr - "Non scelsero di diventare eroi, ma
tennero fede al loro giuramento", ha ricordato Manuela De
Bernardin, questore di Udine. E sono diventati "la nostra carne
viva, una stella polare nei momenti di difficoltà", ha detto
Lamberto Giannini, il Capo della Polizia che oggi era l'ospite
d'onore della cerimonia di posa delle pietre d'inciampo per
onorare la memoria dei nove funzionari della Questura, deportati
dai nazisti nei campi di sterminio nel luglio del 1944 e mai più
tornati a casa.
A dispetto della pioggia incessante, autorità civili e militari -
dal Prefetto di Udine, Massimo Marchesiello, al presidente
dell'assemblea legislativa del Friuli Venezia Giulia, Piero Mauro
Zanin, a numerosi parlamentari e consiglieri regionali - e decine
di cittadini hanno voluto assistere all'evento organizzato dal
Comune in via Treppo e nel salone del Conservatorio Tomadini, che
ai tempi ospitava la sede della Questura.
Proprio in quel palazzo dunque lavoravano Filippo Accorinti,
Alberto Babolin, Bruno Bodini, Giuseppe Cascio, Mario Comini,
Antonino D'Angelo, Anselmo Pisani, Mario Savino e Giuseppe Sgroi,
vittime innocenti del regime nazista che in quei drammatici
frangenti della Seconda guerra mondiale - come hanno ricordato il
sindaco di Udine, Pietro Fontanini, e l'assessore alla Cultura,
Fabrizio Cigolot, nelle vesti di moderatore della cerimonia -
occupava il capoluogo friulano e una vasta fetta della nostra
regione, annessa direttamente al Terzo Reich. E ora, in via
Treppo, nove pietre con incisi i loro nomi ricorderanno a tutti
il dramma delle deportazioni e dei lager.
"Mi auguro che in particolare i giovani - ha auspicato il
presidente del Consiglio regionale, Zanin, dopo aver portato i
saluti del governatore Massimiliano Fedriga - 'inciampando' in
queste pietre si pongano delle domande e rendano attuale quel
sacrificio. L'iniziativa della Questura e del Comune di Udine è
straordinaria - ha sottolineato ancora il presidente - proprio
perché non è autorefenziale e non è rivolta soltanto al passato,
ma piuttosto alle nuove generazioni, chiamate a custodire
l'importante eredità della memoria. Spetta ai giovani infatti
costruire un futuro che sia degno del sacrificio di quegli
uomini".
Zanin ha voluto inoltre ringraziare la Polizia "non solo per il
lavoro che svolge a garanzia della nostra sicurezza, ma anche
come baluardo dei valori della democrazia, perché proprio in nome
di quei valori i nove funzionari che ricordiamo oggi persero la
vita. Concetti ancora più importanti di questi tempi, quando la
cronaca ci richiama alla crudeltà dello scontro tra uomini".
Un parallelismo, quello con la guerra in corso in Ucraina, scelto
anche da altri oratori. "Viviamo momenti di grande difficoltà -
ha ricordato Giannini, direttore generale della Pubblica
sicurezza -, da una pandemia che pensavamo di poter vedere solo
nei film di fantascienza a una guerra vicino a noi". E proprio
per questo dobbiamo ricordare con grande "riconoscenza e affetto
i nostri caduti, che vissero una fase storica ancora più
drammatica". Il sindaco Fontanini ha voluto citare anche il suo
predecessore Elio Morpurgo, arrestato dai nazisti e morto durante
il viaggio verso Auschwitz.
Hanno parlato della guerra anche i tre studenti del liceo
classico Stellini chiamati a condividere pubblicamente le loro
riflessioni, ma ad emozionare ancor di più sono state le parole
degli eredi. Gioia D'Angelo ha letto gli scritti del nonno - uno
dei nove deportati che trovò la morte nei lager - pieni di
tenerezza verso la moglie e i figli ancora piccoli. E ha trovato
la forza di rispondergli, a più di settant'anni di distanza: "Tu
non sei stato soltanto ricordato, come avevi chiesto: tu sei
presente".
Parole sottolineate anche dall'arcivescovo di Udine, Andrea Bruno
Mazzocato, prima di impartire la benedizione alle pietre di
inciampo appena posate in via Treppo. Ed è stato un po' come
"celebrare un funerale per chi non lo ebbe", per usare
l'espressione di Liliana Segre ricordata da Anna Colombi,
curatrice della pubblicazione storica che ricorda le vittime
friulane dell'orrore nazista.
ACON/FA-fc
L'intervento di Piero Mauro Zanin, presidente del Consiglio regionale
L'arrivo a Udine del Capo della Polizia, Lamberto Giannini, direttore generale della Pubblica sicurezza
Il Capo della Polizia durante la cerimonia in via Treppo
La posa di una delle pietre d'inciampo in via Treppo, a Udine
Le nove pietre di inciampo, appena posate
Un momento della cerimonia nei locali del Conservatorio di Udine
Piero Mauro Zanin con il prefetto di Udine, Massimo Marchesiello