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SALUTE. OPPOSIZIONI: PRESIDENZA FVG PRENDA ATTO FALLIMENTO ASSESSORE

30.04.2022
18:52
(ACON) Trieste, 30 apr - La misura è colma, la sanità del Friuli Venezia Giulia è ormai ingovernata ed è ora che il vertice della Regione si rendano conto delle forti criticità rilevate non solo dalla politica, ma anche dagli operatori e dai cittadini, e prenda atto del fallimento dell'assessore alla Salute e ritiri le sue deleghe. A chiederlo sono i consiglieri regionali dei gruppi di opposizione Pd, M5s, Patto per l'Autonomia, Cittadini e Gruppo Misto-Open Sinistra Fvg (ai quali si uniscono i consiglieri di maggioranza del gruppo Misto) che, attraverso una mozione, chiedono alla presidenza della Regione Fvg la censura nei confronti dell'operato dell'assessore di riferimento.

La vicenda degli atti aziendali, non è che l'ultima di una delle molte criticità che ha minato un sistema che in passato è stato considerato un'eccellenza a livello nazionale, e che ora è di fatto non governato. Dalle dimissioni del primo direttore dell'agenzia di coordinamento Arcs, ai due cambi, in 18 mesi, del direttore centrale Salute, poi la vicenda legata al concorso per la direzione della Sores e le ispezioni ministeriali legate ai posti letto covid, quest'ultime minimizzate e banalizzate. La misura ora è colma, la presidenza della Regione intervenga in prima persona rispetto a una gestione della salute pubblica assolutamente non all'altezza secondo il Gruppo Pd.

Secondo i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, le prime avvisaglie di questa situazione sono arrivate dal Friuli Occidentale, per poi allargarsi a tutta la regione, come dimostrano le oltre 15 mila firme per la petizione a difesa della sanità pubblica. I luoghi politici di dibattito ci sono stati preclusi da una gestione inaccettabile del presidente della III Commissione. La mozione di censura è un atto politico, ora la questione riguarda direttamente il vertice della Regione. Per il Gruppo M5s, dopo l'ispezione ministeriale di agosto e il report che segnalava numerose criticità sui posti letto di terapia intensiva e sui percorsi Covid/non Covid, l'assessore aveva negato anche l'evidenza. Dopo quella sorta di processo a cui erano stati sottoposti i rappresentanti dell'Associazione anestesisti in Commissione, avevamo chiesto un passo indietro dell'assessore alla Salute o il ritiro delle deleghe. La questione legata agli atti aziendali è solo l'ultima goccia di una situazione imbarazzante: la responsabilità è del referente politico delegato ma anche del vertice della Regione che gli ha affidato la sanità.

I consiglieri del Patto per l'Autonomia sottolineano che, con la bocciatura degli atti aziendali, si è di fronte al fallimento delle scelte compiute dalla Giunta regionale in materia di sanità, anche in termini di nomine. Ed è ancora più grave il tentativo da parte dell'assessore di derubricarla come questione tecnica. Nulla di più sbagliato. È un fatto meramente politico che avrà pesanti ripercussioni sul diritto alla salute, minando ulteriormente un sistema già in crisi. Non va poi dimenticato che la sanità pubblica pesa sul bilancio regionale per il 60%, ed è impensabile non sfruttare la specialità per individuare le soluzioni migliori per le nostre comunità.

Sullo stato di mancanza di salute del sistema sanitario Fvg, i Cittadini evidenziano le enormi difficoltà di accesso a visite ed esami, ovvero liste di attesa che discrimineranno sempre di più l'equità di accesso dei malati al diritto di cura. E a questo si aggiunge la fuga del personale sanitario: un esempio tra tutti la totalità degli infermieri del Pronto soccorso dell'ospedale di Latisana che ha chiesto mobilità, praticamente un intero reparto assistenziale.

Tutto il Gruppo Misto condivide la mozione di censura. Pr i consiglieri che vi appartengono, l'ultima, in termini temporali, delle molteplici criticità rilevate in un sistema sanitario ormai in fortissima criticità riguarda gli atti aziendali, non un fatto meramente tecnico come l'assessore delegato ha maldestramente cercato di far credere, ma una vera questione politica della quale il vertice della Regione deve necessariamente prendere nota. ACON/COM/Red



I lavori dell'Aula a Trieste