SALUTE. OPPOSIZIONI: PRESIDENZA FVG PRENDA ATTO FALLIMENTO ASSESSORE
(ACON) Trieste, 30 apr - La misura è colma, la sanità del Friuli
Venezia Giulia è ormai ingovernata ed è ora che il vertice della
Regione si rendano conto delle forti criticità rilevate non solo
dalla politica, ma anche dagli operatori e dai cittadini, e
prenda atto del fallimento dell'assessore alla Salute e ritiri le
sue deleghe. A chiederlo sono i consiglieri regionali dei gruppi
di opposizione Pd, M5s, Patto per l'Autonomia, Cittadini e Gruppo
Misto-Open Sinistra Fvg (ai quali si uniscono i consiglieri di
maggioranza del gruppo Misto) che, attraverso una mozione,
chiedono alla presidenza della Regione Fvg la censura nei
confronti dell'operato dell'assessore di riferimento.
La vicenda degli atti aziendali, non è che l'ultima di una delle
molte criticità che ha minato un sistema che in passato è stato
considerato un'eccellenza a livello nazionale, e che ora è di
fatto non governato. Dalle dimissioni del primo direttore
dell'agenzia di coordinamento Arcs, ai due cambi, in 18 mesi, del
direttore centrale Salute, poi la vicenda legata al concorso per
la direzione della Sores e le ispezioni ministeriali legate ai
posti letto covid, quest'ultime minimizzate e banalizzate. La
misura ora è colma, la presidenza della Regione intervenga in
prima persona rispetto a una gestione della salute pubblica
assolutamente non all'altezza secondo il Gruppo Pd.
Secondo i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, le prime
avvisaglie di questa situazione sono arrivate dal Friuli
Occidentale, per poi allargarsi a tutta la regione, come
dimostrano le oltre 15 mila firme per la petizione a difesa della
sanità pubblica. I luoghi politici di dibattito ci sono stati
preclusi da una gestione inaccettabile del presidente della III
Commissione. La mozione di censura è un atto politico, ora la
questione riguarda direttamente il vertice della Regione. Per il
Gruppo M5s, dopo l'ispezione ministeriale di agosto e il report
che segnalava numerose criticità sui posti letto di terapia
intensiva e sui percorsi Covid/non Covid, l'assessore aveva
negato anche l'evidenza. Dopo quella sorta di processo a cui
erano stati sottoposti i rappresentanti dell'Associazione
anestesisti in Commissione, avevamo chiesto un passo indietro
dell'assessore alla Salute o il ritiro delle deleghe. La
questione legata agli atti aziendali è solo l'ultima goccia di
una situazione imbarazzante: la responsabilità è del referente
politico delegato ma anche del vertice della Regione che gli ha
affidato la sanità.
I consiglieri del Patto per l'Autonomia sottolineano che, con la
bocciatura degli atti aziendali, si è di fronte al fallimento
delle scelte compiute dalla Giunta regionale in materia di
sanità, anche in termini di nomine. Ed è ancora più grave il
tentativo da parte dell'assessore di derubricarla come questione
tecnica. Nulla di più sbagliato. È un fatto meramente politico
che avrà pesanti ripercussioni sul diritto alla salute, minando
ulteriormente un sistema già in crisi. Non va poi dimenticato che
la sanità pubblica pesa sul bilancio regionale per il 60%, ed è
impensabile non sfruttare la specialità per individuare le
soluzioni migliori per le nostre comunità.
Sullo stato di mancanza di salute del sistema sanitario Fvg, i
Cittadini evidenziano le enormi difficoltà di accesso a visite ed
esami, ovvero liste di attesa che discrimineranno sempre di più
l'equità di accesso dei malati al diritto di cura. E a questo si
aggiunge la fuga del personale sanitario: un esempio tra tutti la
totalità degli infermieri del Pronto soccorso dell'ospedale di
Latisana che ha chiesto mobilità, praticamente un intero reparto
assistenziale.
Tutto il Gruppo Misto condivide la mozione di censura. Pr i
consiglieri che vi appartengono, l'ultima, in termini temporali,
delle molteplici criticità rilevate in un sistema sanitario ormai
in fortissima criticità riguarda gli atti aziendali, non un fatto
meramente tecnico come l'assessore delegato ha maldestramente
cercato di far credere, ma una vera questione politica della
quale il vertice della Regione deve necessariamente prendere nota.
ACON/COM/Red