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DEPORTATI JUGOSLAVIA. PRESIDENZA CR: NON VOLTARE LE SPALLE AI MARTIRI

03.05.2022
19:51
(ACON) Gorizia, 3 mag - Le persone non possono essere cancellate con un tratto di gomma, girando la schiena dall'altra parte e facendo finta che non siano mai esistite per non disturbare il manovratore o il timore di intralciare interessi diversi. Se ci voltiamo davanti a una sopraffazione e trascuriamo chi è diventato martire per un'idea, significa che stiamo mostrando le spalle anche alla democrazia.

Lo ha evidenziato, nel parco della Rimembranza di Gorizia, la Presidenza del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, rappresentando l'intera Assemblea legislativa in occasione della tradizionale cerimonia in memoria dei deportati goriziani in Jugoslavia.

Il Cr Fvg partecipa sempre con grande commozione e trasporto alle cerimonie, è stato aggiunto, ma questa è diversa dalle altre per le quali si è giunti a un'assunzione di responsabilità e a una condivisione attraverso una documentazione storica da consegnare ai posteri. In questo caso, invece, non si capisce perché non si riesca ad arrivare a una condivisione di quanto accaduto per guardare avanti e rendere pace a quelle persone presenti su quel muro che ancora pace non hanno. Come non l'hanno i loro figli e i loro nipoti.

La Presidenza ha anche evidenziato che si tratta di una delle poche situazioni in cui non si è fatta piena assunzione di responsabilità e chi ha contribuito alla sofferenza di tante famiglie non ha ancora maturato di aver commesso un abominio e una violenza, un tentativo di sopraffare le famiglie e le comunità con un'altra dittatura dopo anni di sofferenza. La guerra, infatti, si era già conclusa. Eppure, 665 (ma, probabilmente, molti di più) goriziani e isontini vennero comunque strappati dalle rispettive famiglie per essere deportati nella ex Jugoslavia da dove, gran parte di essi non avrebbe fatto mai più ritorno.

Dopo un mazzo di fiori collocato nell'area per ricordare, nella Giornata mondiale della libertà di stampa, i giornalisti deceduti durante l'esercizio della loro professione, davanti al Lapidario attiguo al Monumento Centrale è stata deposta una corona d'alloro alla presenza anche dei vertici del Comune di Gorizia, della Lega Nazionale e del Comitato dei Congiunti dei Deportati in Jugoslavia, presieduto da Laura Stanta.

In prima fila un picchetto d'onore che ha reso un omaggio iniziale ai caduti (è stato suonato l'Inno di Mameli e, dopo gli Onori ai caduti, si è svolta anche la benedizione di don Ignazio Sudoso), erano presenti numerose rappresentanze militari e delle forze dell'ordine, nonché le insegne e i labari delle sezioni locali delle associazioni combattentistiche e d'arma.

La Giunta comunale ha ringraziato l'Assemblea legislativa Fvg per sempre essere vicina alla città in ricordo di tragedie che verranno sempre ricordate, aggiungendo anche che nessuno cerca vendette, ma solo il riconoscimento di quanto è avvenuto. Il prefetto di Gorizia, Raffaele Ricciardi, ha invece sottolineato che "il dolore non ha colore e orientamento politico. È solo dolore e deve costituire un insegnamento".

Il confermato presidente della sezione locale della Lega Nazionale, Luca Urizio, ha concluso il suo intervento ricordando che "sul lapidario, che verrà completato in futuro con la pavimentazione del Percorso del ricordo, scriveremo per la prima volta in Italia i nomi di chi è stato a uccidere i nostri martiri. Siamo solo contro chi ha tradito e ha commesso eccidi come questo: è necessario cancellare l'omertà per poter venire qui a pregare. Questi non sono numeri, ma nomi, e noi abbiamo il dovere di continuare a ricordarli".

La Presidenza del Cr Fvg, confermando l'impegno per contribuire al completamento del lapidario, ha rimarcato che ovunque esista ancora un retro pensiero di supremazia il rischio è che si ripeta quanto sta accadendo a 1.500 chilometri di distanza perché, se non si fanno i conti fino in fondo con la storia, essa finisce per riproporsi. Non è possibile, dunque, girarsi dall'altra parte e va sostenuto chi ha questo sguardo fiero di ricerca della verità, affinché un domani, attraverso l'assunzione di responsabilità di un errore fatto, altri riescano a chiedere scusa. ACON/DB-fc



L'esecuzione dell'Inno di Mameli durante la cerimonia in memoria dei deportati goriziani in Jugoslavia
Deposizione di un mazzo di fiori a Gorizia in memoria dei giornalisti morti in guerra
La deposizone della corona d'alloro, culmine della cerimonia in memoria dei deportati goriziani in Jugoslavia
Autorità schierate durante la cerimonia in memoria dei deportati goriziani in Jugoslavia