DEPORTATI JUGOSLAVIA. PRESIDENZA CR: NON VOLTARE LE SPALLE AI MARTIRI
(ACON) Gorizia, 3 mag - Le persone non possono essere
cancellate con un tratto di gomma, girando la schiena dall'altra
parte e facendo finta che non siano mai esistite per non
disturbare il manovratore o il timore di intralciare interessi diversi. Se ci
voltiamo davanti a una sopraffazione e trascuriamo chi è
diventato martire per un'idea, significa che stiamo mostrando le
spalle anche alla democrazia.
Lo ha evidenziato, nel parco della Rimembranza di Gorizia, la
Presidenza del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia,
rappresentando l'intera Assemblea legislativa in occasione della
tradizionale cerimonia in memoria dei deportati goriziani in
Jugoslavia.
Il Cr Fvg partecipa sempre con grande commozione e trasporto alle
cerimonie, è stato aggiunto, ma questa è diversa dalle altre per
le quali si è giunti a un'assunzione di responsabilità e a una
condivisione attraverso una documentazione storica da consegnare
ai posteri. In questo caso, invece, non si capisce perché non si
riesca ad arrivare a una condivisione di quanto accaduto per
guardare avanti e rendere pace a quelle persone presenti su quel
muro che ancora pace non hanno. Come non l'hanno i loro figli e i
loro nipoti.
La Presidenza ha anche evidenziato che si tratta di una delle
poche situazioni in cui non si è fatta piena assunzione di
responsabilità e chi ha contribuito alla sofferenza di tante
famiglie non ha ancora maturato di aver commesso un abominio e una
violenza, un tentativo di sopraffare le famiglie e le comunità
con un'altra dittatura dopo anni di sofferenza. La guerra,
infatti, si era già conclusa. Eppure, 665 (ma, probabilmente,
molti di più) goriziani e isontini vennero comunque strappati
dalle rispettive famiglie per essere deportati nella ex
Jugoslavia da dove, gran parte di essi non avrebbe fatto mai
più ritorno.
Dopo un mazzo di fiori collocato nell'area per ricordare, nella
Giornata mondiale della libertà di stampa, i giornalisti deceduti
durante l'esercizio della loro professione, davanti al Lapidario
attiguo al Monumento Centrale è stata deposta una corona d'alloro
alla presenza anche dei vertici del Comune di Gorizia, della Lega
Nazionale e del Comitato dei Congiunti dei Deportati in
Jugoslavia, presieduto da Laura Stanta.
In prima fila un picchetto d'onore che ha reso un omaggio
iniziale ai caduti (è stato suonato l'Inno di Mameli e, dopo gli
Onori ai caduti, si è svolta anche la benedizione di don Ignazio
Sudoso), erano presenti numerose rappresentanze militari e delle
forze dell'ordine, nonché le insegne e i labari delle sezioni
locali delle associazioni combattentistiche e d'arma.
La Giunta comunale ha ringraziato l'Assemblea legislativa Fvg per
sempre essere vicina alla città in ricordo di tragedie che
verranno sempre ricordate, aggiungendo anche che nessuno cerca
vendette, ma solo il riconoscimento di quanto è avvenuto. Il
prefetto di Gorizia, Raffaele Ricciardi, ha invece sottolineato
che "il dolore non ha colore e orientamento politico. È solo
dolore e deve costituire un insegnamento".
Il confermato presidente della sezione locale della Lega
Nazionale, Luca Urizio, ha concluso il suo intervento ricordando
che "sul lapidario, che verrà completato in futuro con la
pavimentazione del Percorso del ricordo, scriveremo per la prima
volta in Italia i nomi di chi è stato a uccidere i nostri
martiri. Siamo solo contro chi ha tradito e ha commesso eccidi
come questo: è necessario cancellare l'omertà per poter venire
qui a pregare. Questi non sono numeri, ma nomi, e noi abbiamo il
dovere di continuare a ricordarli".
La Presidenza del Cr Fvg, confermando l'impegno per contribuire
al completamento del lapidario, ha rimarcato che ovunque esista
ancora un retro pensiero di supremazia il rischio è che si ripeta
quanto sta accadendo a 1.500 chilometri di distanza perché, se non
si fanno i conti fino in fondo con la storia, essa finisce per
riproporsi. Non è possibile, dunque, girarsi dall'altra parte e va
sostenuto chi ha questo sguardo fiero di ricerca della verità,
affinché un domani, attraverso l'assunzione di responsabilità di
un errore fatto, altri riescano a chiedere scusa.
ACON/DB-fc