TERREMOTO. CR A MAJANO, RICOSTRUZIONE SCUOLA CIVICA PER GIOVANI D'OGGI
(ACON) Majano, 6 mag - Le commemorazioni del terremoto non vanno
mai date per scontate, anzi vanno ripetute e vissute con
partecipazione per onorare le quasi mille vittime e per
permettere ai giovani di trovare ispirazione dalla forza d'animo
manifestata dal popolo friulano nella fase della ricostruzione.
Una scuola civica che deve essere d'esempio per le nuove
generazioni, anche in momenti difficili come quelli che stiamo
vivendo, tra pandemia e guerra. Un modello di vera resilienza a
cui ispirarsi, con l'auspicio che si possa raggiungere una
convergenza politica, come quella avvenuta dopo l'Orcolat, per
pensare a una proficua ripartenza.
Questa la riflessione sviluppata dalla presidenza del Consiglio
regionale intervenuta alla cerimonia in onore delle 131 vittime
registrate nel comune di Majano il 6 maggio del '76. Una forza
d'animo racchiusa in una frase che ben sintetizza lo spirito
friulano e raccolta in una intervista di Gianni Minà a una
residente della frazione di Casasola di Majano: "A cosa serve
piangere? Bisogna ricostruire, no?".
La cerimonia, che ha visto la partecipazioni di autorità civili,
militari e religiose, si è svolta in due attimi, intervallati
dalla celebrazione della messa: la deposizione di un mazzo di
fiori al Luogo della memoria e la lettura dei nomi delle vittime
avvenuta in piazza della Chiesa, ai piedi di quella torre
campanaria rasa al suolo dal sisma, ricostruita e ora diventata
uno dei simboli del post terremoto.
Durante la commemorazione è intervenuta anche la sindaca di
Majano, la prima del comune collinare nata dopo il sisma, che ha
sottolineato come lei non ricordi la conformazione urbanistica
precedente ma abbia ben chiare le varie fasi della ricostruzione,
che le sono state raccontate da chi le ha vissute in prima
persona, tassello dopo tassello, fino alla conclusione.
Il risultato di questa esperienza di coesione su obiettivi e
azioni, che giustamente ha fatto parlare di modello Friuli, viene
definita l'epopea del popolo friulano, e si è tradotta anche
nella rinascita dell'intera Regione, dimostrando quanto
importante e determinante sia stato l'esercizio della
responsabilità e dell'autonomia istituzionale delle scelte e
delle decisioni, nell'ascolto della propria gente.
Un passaggio è stato dedicato, infine, alla nascita della
Protezione Civile avvenuta in Friuli e più precisamente, come
ricordato dalla sindaca, proprio in una riunione tenutasi a
Majano. Un popolo pieno di orgoglio, ripartito anche grazie alla
solidarietà ricevuta e mai dimenticata. Quarantasei anni dopo, il
Friuli ringrazia e non dimentica.
ACON/LI