AMBIENTE. M5S-CITTADINI-PATTO: MANCANZA PRAE MINA SICUREZZA VALCELLINA
(ACON) Trieste, 21 mag - La mancanza di un Piano regionale
delle attività estrattive aggiornato comporta una serie di danni
sul piano ambientale che interessano in modo particolare la
Valcellina. È questo il concetto espresso in una nota congiunta
firmata dai gruppi in Consiglio regionale di Movimento 5 Stelle,
Cittadini e Patto per l'Autonomia, presenti oggi alla diga di
Ravedis, in occasione della Settimana nazionale della bonifica e
dell'irrigazione.
Secondo i tre movimenti politici, il Prae è uno strumento
fondamentale per agire secondo una necessaria pianificazione e
non affidarsi ad interventi spot. È evidente, sempre secondo i
tre gruppi di Opposizione, che c'è poca attenzione verso un
problema che invece dovrebbe essere trattato con la giusta
importanza.
I consiglieri pentastellati sottolineano l'assenza di uno
strumento che ci permetta di avere un quadro preciso del
fabbisogno, e quindi anche di evitare autorizzazioni selvagge nel
settore delle attività estrattive, con la conseguenza di avere un
traffico di camion che trasporta il materiale estratto nei centri
abitati. Il caso dello sghiaiamento del lago di Barcis - continua
il Gruppo M5S - è a dir poco emblematico. Una carenza che fa a
pugni con il dissesto idrogeologico di cui la Valcellina è
vittima, a causa di interventi e opere che ne hanno minato
l'equilibrio. In un periodo come quello attuale, caratterizzato
da cambiamenti climatici che incidono particolarmente in aree già
a rischio, diventa fondamentale non solo evitare di peggiorare lo
sfruttamento del territorio, ma investire per rimetterlo il più
possibile in sicurezza.
L'annosa questione dello sghiaiamento del lago di Barcis -
sottolineano i Cittadini - è ancora incerta e lontana dall'essere
praticabile. Si tratta di opere indispensabili al fine di evitare
le esondazioni nella Bassa pianura pordenonese. Il progressivo
riempimento di materiale inerte che il torrente Cellina, con i
suoi 200mila metri cubi l'anno, trasporta verso il lago,
rappresenta una priorità, ma il modo migliore per come rimuovere
e trasportare via gli inerti non è stato ancora trovato. Ogni
giorno decine di camion attraversano i centri abitati della
Valcellina e a risentirne gli effetti sono i residenti,
l'ambiente, il turismo e, più in generale, la sicurezza di tutta
l'area interessata. Le ultime ipotesi per trovare una soluzione
al problema parlano di teleferica, piuttosto che di un tunnel con
nastri trasportatori e nuove gallerie, ma l'impressione è che
ancora non si sappia - concludono i Cittadini - come procedere al
meglio e l'assenza di un piano ne è l'ennesima dimostrazione.
Si è già perso fin troppo tempo - afferma invece il Patto per
l'Autonomia - ed è indispensabile una pianificazione che tenga
conto delle criticità emerse sin d'ora ma con una prospettiva di
lungo periodo. Non sono più tollerabili interventi spot o misure
che rincorrono l'emergenza del momento. La messa in sicurezza dei
territori montani, estremamente fragili dal punto di vista
idrogeologico, passa attraverso la giusta prevenzione e il
ripristino delle condizioni di sicurezza delle aree interessate
dai dissesti: in val Cellina così come in val Meduna, dove la
presenza degli invasi artificiali - concludono i consiglieri del
Patto - da oltre settant'anni ha alterato le condizioni di quei
luoghi.
ACON/COM/fa