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AMBIENTE. M5S-CITTADINI-PATTO: MANCANZA PRAE MINA SICUREZZA VALCELLINA

21.05.2022
12:50
(ACON) Trieste, 21 mag - La mancanza di un Piano regionale delle attività estrattive aggiornato comporta una serie di danni sul piano ambientale che interessano in modo particolare la Valcellina. È questo il concetto espresso in una nota congiunta firmata dai gruppi in Consiglio regionale di Movimento 5 Stelle, Cittadini e Patto per l'Autonomia, presenti oggi alla diga di Ravedis, in occasione della Settimana nazionale della bonifica e dell'irrigazione.

Secondo i tre movimenti politici, il Prae è uno strumento fondamentale per agire secondo una necessaria pianificazione e non affidarsi ad interventi spot. È evidente, sempre secondo i tre gruppi di Opposizione, che c'è poca attenzione verso un problema che invece dovrebbe essere trattato con la giusta importanza.

I consiglieri pentastellati sottolineano l'assenza di uno strumento che ci permetta di avere un quadro preciso del fabbisogno, e quindi anche di evitare autorizzazioni selvagge nel settore delle attività estrattive, con la conseguenza di avere un traffico di camion che trasporta il materiale estratto nei centri abitati. Il caso dello sghiaiamento del lago di Barcis - continua il Gruppo M5S - è a dir poco emblematico. Una carenza che fa a pugni con il dissesto idrogeologico di cui la Valcellina è vittima, a causa di interventi e opere che ne hanno minato l'equilibrio. In un periodo come quello attuale, caratterizzato da cambiamenti climatici che incidono particolarmente in aree già a rischio, diventa fondamentale non solo evitare di peggiorare lo sfruttamento del territorio, ma investire per rimetterlo il più possibile in sicurezza.

L'annosa questione dello sghiaiamento del lago di Barcis - sottolineano i Cittadini - è ancora incerta e lontana dall'essere praticabile. Si tratta di opere indispensabili al fine di evitare le esondazioni nella Bassa pianura pordenonese. Il progressivo riempimento di materiale inerte che il torrente Cellina, con i suoi 200mila metri cubi l'anno, trasporta verso il lago, rappresenta una priorità, ma il modo migliore per come rimuovere e trasportare via gli inerti non è stato ancora trovato. Ogni giorno decine di camion attraversano i centri abitati della Valcellina e a risentirne gli effetti sono i residenti, l'ambiente, il turismo e, più in generale, la sicurezza di tutta l'area interessata. Le ultime ipotesi per trovare una soluzione al problema parlano di teleferica, piuttosto che di un tunnel con nastri trasportatori e nuove gallerie, ma l'impressione è che ancora non si sappia - concludono i Cittadini - come procedere al meglio e l'assenza di un piano ne è l'ennesima dimostrazione.

Si è già perso fin troppo tempo - afferma invece il Patto per l'Autonomia - ed è indispensabile una pianificazione che tenga conto delle criticità emerse sin d'ora ma con una prospettiva di lungo periodo. Non sono più tollerabili interventi spot o misure che rincorrono l'emergenza del momento. La messa in sicurezza dei territori montani, estremamente fragili dal punto di vista idrogeologico, passa attraverso la giusta prevenzione e il ripristino delle condizioni di sicurezza delle aree interessate dai dissesti: in val Cellina così come in val Meduna, dove la presenza degli invasi artificiali - concludono i consiglieri del Patto - da oltre settant'anni ha alterato le condizioni di quei luoghi. ACON/COM/fa



L'aula del Consiglio regionale in una foto d'archivio