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SALUTE. III COMM, DIBATTITO SU EMERGENZA: OPERATORI PER CENTRALE UNICA

30.05.2022
18:12
(ACON) Trieste, 30 mag - La grande maggioranza degli operatori sanitari che si occupano dell'emergenza-urgenza preferisce una centrale operativa unica, e non il ritorno alle centrali territoriali. Ma è anche convinta che Centrale e soccorsi debbano entrare a far parte di un unico ente, evitando la frammentazione di oggi. Indicazioni importanti per la Giunta regionale che, pur precisando di non avere già in tasca la soluzione, sta per varare le scelte strategiche nel nuovo Piano operativo di emergenza-urgenza, documento che verrà approvato entro la fine della legislatura.

Le novità sono emerse oggi in III Commissione, dove il vicegovernatore con delega alla Salute e il direttore generale dell'Arcs hanno parlato delle ipotesi di riorganizzazione del sistema regionale, dando riscontro a una mozione approvata dall'Aula a novembre.

L'analisi avviata dalla cosiddetta Azienda zero assieme ai responsabili delle emergenze territoriali e ai vertici del personale infermieristico ha preso in esame una pluralità di possibili modelli, a 1, 2, 3 o 4 centrali operative. E sono emerse - è stato detto in Commissione - molte controindicazioni rispetto alla frammentazione in più centrali, che comporterebbe ad esempio un allungamento dei tempi di risposta alle chiamate, oggi di 16-18 secondi in media, un dato incoraggiante a livello nazionale.

La divisione in più centrali finirebbe anche per frammentare la gestione dei mezzi, con inevitabili ritardi nei comuni di confine, mentre è stato riscontrato che il modello di centrale unica ha prodotto un miglioramento dei tempi ad esempio a San Giovanni al Natisone (dove le ambulanze ora arrivano da Cormons e non più da Cividale) e a Codroipo, al confine con il Pordenonese.

Per contro, il sistema oggi vigente andrebbe corretto collocando tutto il personale che si occupa di emergenza-urgenza in uno specifico ente, in modo da poter favorire una rotazione tra centrale e soccorsi. L'errore di fondo - ha ribadito il vicegovernatore - non è stato quello di realizzare una sola centrale operativa, ma di non aver garantito un'unica catena, in quanto il sistema dell'emergenza ha diversi passaggi e non è legato alla sola centrale.

Queste considerazioni hanno sollevato numerose osservazioni e critiche da parte dei consiglieri. Il Gruppo Misto ha chiesto di spostare l'attenzione dai tempi di attesa al telefono (restare in linea 20 o 30 secondi, è stato detto, non cambierebbe molto) ai tempi del soccorso, calcolabili da quando si chiama il 118 all'arrivo dell'ambulanza sul posto. E ha ribadito che in questi ultimi anni ci sarebbero stati troppi ritardi, con ambulanze spesso indirizzate nei posti sbagliati. Ma il problema della conoscenza del territorio da parte degli operatori, per il quale molti invocano il ritorno alle centrali locali - gli è stato risposto - oggi grazie alle nuove tecnologie è diventato assai meno importante.

Il gruppo del M5S si è chiesto cosa sia cambiato dalla valutazione costi-benefici operata nel 2019, quando i tecnici dissero che ci sarebbero stati più punti di forza con due centrali. E ha voluto chiarimenti sull'adeguatezza della sede di Palmanova in termini di strutture e software. Da parte dei Cittadini sono arrivate invece segnalazioni sul problema del numero dei mezzi e delle automediche, con il tema dei tre operatori a bordo che non sarebbe stato ancora risolto.

Fratelli d'Italia, intervenendo con due consiglieri, ha chiesto ripetutamente dati relativi a Trieste e agli altri capoluoghi di provincia, sulla falsariga delle indicazioni rese note a proposito dei comuni di confine, osservando che esiste una percezione di peggioramento della tempistica di intervento da quando è stata varata la centrale unica. Mentre il Pd ha osservato che la scelta della centrale unica operata dalla precedente Giunta ha portato a diverse economicità, risolvendo efficacemente il problema dei comuni di confine. ACON/FA



Un momento dei lavori della III Commissione permanente
Un'altra immagine della seduta di oggi