MIGRANTI. VI COMM: PDLN SU CERTIFICAZIONE NASCITA FIGLI DI IRREGOLARI
(ACON) Trieste, 31 mag - Una proposta di legge nazionale che
mira a ripristinare una norma abrogata nel 2009 riconoscendo, tra
le altre cose, il diritto dei bambini ad avere una certificazione
anagrafica anche quando i genitori siano migranti privi del
permesso di soggiorno.
Questo l'obiettivo principale della pdln 16, incentrata sulla
modifica all'articolo 6 del Testo unico delle disposizioni
concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla
condizione dello straniero, oggetto principale dei lavori della
VI Commissione consiliare che, alla presenza anche dell'assessore
regionale ad Autonomie locali, Funzione pubblica, Sicurezza e
Politiche dell'immigrazione, ha dato vita a una seduta dedicata a
una serie di audizioni in collegamento telematico.
L'istanza era stata presentata il 17 aprile scorso da 19
promotori per dare voce a tutti i Gruppi di opposizione con un
esponente del Misto quale primo firmatario. Senza una
certificazione di nascita, è stato sottolineato dai proponenti,
una persona viene considerata giuridicamente inesistente. Tale
documento anagrafico, al pari degli atti di stato civile e dei
provvedimenti inerenti all'accesso ai pubblici servizi, dovrebbe
essere invece considerato un diritto fondamentale e inviolabile,
a prescindere dalla condizione di irregolarità dei genitori, come
richiede anche l'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile
dell'Onu.
Nel 2009 il ministero dell'Interno aveva adottato una circolare
correttiva che, sempre secondo la tesi che origina l'iniziativa,
si è rivelata priva della forza necessaria per dare certezza
giuridica in modo uniforme in tutto il territorio nazionale, ma
anche insufficiente a convincere gli irregolari a riconoscere i
propri figli per non rischiare l'espulsione o altre forme di
penalizzazione. Lo scopo è quindi quello di ripristinare una
norma definita di civiltà, legata anche alla tematica dei bambini
invisibili.
Il vertice della Giunta comunale di Monfalcone, primo stakeholder
a intervenire, ha aperto una finestra sul fenomeno del
ricongiungimento alla luce di anni di analisi svolte sul campo.
Molto forte è stato indicato l'impatto sul welfare e sulla
sicurezza pubblica (oltre a situazioni di bigamia nascosta) a
causa di un numero molto consistente di persone extracomunitarie
giunte nella città dei cantieri per lavorare, ma con capacità
economiche molto esigue, che riuniscono in loco i familiari senza
reddito con punte anche di sei soggetti a nucleo.
Indicazioni queste che, seppur ritenute oggettive da alcuni
consiglieri di Lega e Fi, da altri colleghi del Misto e del M5S
sono state definite fuori contesto, giacché il tema di giornata
era costituito dal diritto alla registrazione delle nascite,
soprattutto quando il lavoratore non è regolare.
Il presidente regionale dell'Associazione nazionale Comuni
italiani (Anci), dal canto suo, ha segnalato l'esistenza di norme
molto tecniche che coinvolgono gli uffici demografici, nonostante
la competenza sia dello Stato. La tipologia di modifica normativa
prospettata tocca diverse sensibilità esistenti tra sindaci
caratterizzati da diversi orientamenti e l'Anci ha sottolineato
come gli uffici siano tenuti ad applicare le norme di volta in
volta aggiunte o modificate. Se la proposta diventerà
applicabile, quindi, gli operatori dovranno essere posti nelle
condizioni di metterla in pratica.
Dai rappresentanti del Comune di Trieste è altresì giunta la
conferma che la registrazione degli atti di nascita per i figli
di soggetti irregolari viene comunque garantita da una circolare
ministeriale che va anche a tutela del minore e che, perciò, gli
uffici già operano di fatto nella direzione auspicata dalla pdln.
L'Associazione nazionale Ufficiali di Stato civile e d'Anagrafe
(Anusca) ha quindi rimarcato come la riforma del 2009 non abbia
avuto effetti, aggiungendo che non ha senso intervenire su
anagrafe e stato civile, perché atti amministrativi di competenza
dello Stato. Giusto, allora, ripristinare la normativa
precedente, giacché nessun Comune può permettersi di non
celebrare un matrimonio, anche se uno dei due richiedenti risulta
irregolare. Idem in caso di certificato di nascita. Tuttavia,
questa l'indicazione, sarebbe necessario intervenire sulle
questioni anagrafiche perché, se una persona non è iscritta,
giuridicamente non esiste. Il bambino può e deve avere perciò
l'atto di nascita con iscrizione automatica allo stato civile ma,
se i genitori sono irregolari, proprio come loro non godrà dei
certificati di nascita e di residenza.
Anche la Società italiana di Medicina delle Migrazioni (Simm) ha
confermato che la norma generale richiede la registrazione del
neonato, quale diritto all'esistenza del fanciullo. Gli sviluppi
successivi e la possibilità di diventare cittadini costituiscono
invece un'altra storia che tocca cultura civile e organizzazione
sociale. Serve dunque una norma limpida che ripristini l'adesione
dello Stato italiano ai diritti internazionali per poter essere
cittadini al di là della situazione giuridica e amministrativa,
godendo del diritto alla vita ancor prima di quello alla salute.
La discussione generale ha preso il via partendo dalla
disponibilità del primo firmatario a portare eventuali
emendamenti per sgombrare il campo da equivoci, ritenendo
comunque la più volte citata circolare non sufficiente a tutelare
i giovani figli di irregolari anche sotto l'aspetto sanitario e
scolastico. Piuttosto insoddisfatti da alcuni contributi,
definiti una sorta di campagna elettorale e propaganda fuori
luogo, i consiglieri di pentastellati e dem: nel primo caso è
stata auspicata un'ulteriore seduta di approfondimento; nel
secondo, è stata sottolineata la volontà di creare uno strumento
legislativo chiaro e univoco, senza interpretazioni soggettive e
da affrontare con l'armamentario della conoscenza e non
dell'ideologia.
La necessità di ulteriori approfondimenti è stata ventilata anche
dal fronte del Carroccio, nonostante la presenza di alcuni spunti
ritenuti di buon senso. Generalizzare, è stato detto, significa
dimenticare quanti hanno approfittato del reddito di cittadinanza
o nel bonus 110%. Il fenomeno dell'immigrazione clandestina,
secondo la Lega, non è stato trattato adeguatamente e il numero
degli irregolari porterà costi insostenibili, soprattutto tra
5-10 anni. Bisogna quindi dare ordine al sistema con un minimo di
rigore, come negli altri Paesi europei. La pdln è perciò degna di
attenzione, ma va studiata con grande attenzione.
Il rappresentante della Giunta regionale, rammaricato per alcuni
toni ma soddisfatto per la tecnicità dei contributi, ha chiuso i
lavori ricordando che l'esempio di Trieste conferma che quanto
chiesto nella pdln già avviene nel concreto. Intervenire su una
competenza non regionale, inoltre, vorrebbe dire sostituirsi allo
Stato. Alla luce delle parole degli esperti, quindi, ha
anticipato un parere contrario.
ACON/DB-fc