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MIGRANTI. VI COMM: PDLN SU CERTIFICAZIONE NASCITA FIGLI DI IRREGOLARI

31.05.2022
14:20
(ACON) Trieste, 31 mag - Una proposta di legge nazionale che mira a ripristinare una norma abrogata nel 2009 riconoscendo, tra le altre cose, il diritto dei bambini ad avere una certificazione anagrafica anche quando i genitori siano migranti privi del permesso di soggiorno.

Questo l'obiettivo principale della pdln 16, incentrata sulla modifica all'articolo 6 del Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, oggetto principale dei lavori della VI Commissione consiliare che, alla presenza anche dell'assessore regionale ad Autonomie locali, Funzione pubblica, Sicurezza e Politiche dell'immigrazione, ha dato vita a una seduta dedicata a una serie di audizioni in collegamento telematico.

L'istanza era stata presentata il 17 aprile scorso da 19 promotori per dare voce a tutti i Gruppi di opposizione con un esponente del Misto quale primo firmatario. Senza una certificazione di nascita, è stato sottolineato dai proponenti, una persona viene considerata giuridicamente inesistente. Tale documento anagrafico, al pari degli atti di stato civile e dei provvedimenti inerenti all'accesso ai pubblici servizi, dovrebbe essere invece considerato un diritto fondamentale e inviolabile, a prescindere dalla condizione di irregolarità dei genitori, come richiede anche l'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell'Onu.

Nel 2009 il ministero dell'Interno aveva adottato una circolare correttiva che, sempre secondo la tesi che origina l'iniziativa, si è rivelata priva della forza necessaria per dare certezza giuridica in modo uniforme in tutto il territorio nazionale, ma anche insufficiente a convincere gli irregolari a riconoscere i propri figli per non rischiare l'espulsione o altre forme di penalizzazione. Lo scopo è quindi quello di ripristinare una norma definita di civiltà, legata anche alla tematica dei bambini invisibili.

Il vertice della Giunta comunale di Monfalcone, primo stakeholder a intervenire, ha aperto una finestra sul fenomeno del ricongiungimento alla luce di anni di analisi svolte sul campo. Molto forte è stato indicato l'impatto sul welfare e sulla sicurezza pubblica (oltre a situazioni di bigamia nascosta) a causa di un numero molto consistente di persone extracomunitarie giunte nella città dei cantieri per lavorare, ma con capacità economiche molto esigue, che riuniscono in loco i familiari senza reddito con punte anche di sei soggetti a nucleo.

Indicazioni queste che, seppur ritenute oggettive da alcuni consiglieri di Lega e Fi, da altri colleghi del Misto e del M5S sono state definite fuori contesto, giacché il tema di giornata era costituito dal diritto alla registrazione delle nascite, soprattutto quando il lavoratore non è regolare.

Il presidente regionale dell'Associazione nazionale Comuni italiani (Anci), dal canto suo, ha segnalato l'esistenza di norme molto tecniche che coinvolgono gli uffici demografici, nonostante la competenza sia dello Stato. La tipologia di modifica normativa prospettata tocca diverse sensibilità esistenti tra sindaci caratterizzati da diversi orientamenti e l'Anci ha sottolineato come gli uffici siano tenuti ad applicare le norme di volta in volta aggiunte o modificate. Se la proposta diventerà applicabile, quindi, gli operatori dovranno essere posti nelle condizioni di metterla in pratica.

Dai rappresentanti del Comune di Trieste è altresì giunta la conferma che la registrazione degli atti di nascita per i figli di soggetti irregolari viene comunque garantita da una circolare ministeriale che va anche a tutela del minore e che, perciò, gli uffici già operano di fatto nella direzione auspicata dalla pdln.

L'Associazione nazionale Ufficiali di Stato civile e d'Anagrafe (Anusca) ha quindi rimarcato come la riforma del 2009 non abbia avuto effetti, aggiungendo che non ha senso intervenire su anagrafe e stato civile, perché atti amministrativi di competenza dello Stato. Giusto, allora, ripristinare la normativa precedente, giacché nessun Comune può permettersi di non celebrare un matrimonio, anche se uno dei due richiedenti risulta irregolare. Idem in caso di certificato di nascita. Tuttavia, questa l'indicazione, sarebbe necessario intervenire sulle questioni anagrafiche perché, se una persona non è iscritta, giuridicamente non esiste. Il bambino può e deve avere perciò l'atto di nascita con iscrizione automatica allo stato civile ma, se i genitori sono irregolari, proprio come loro non godrà dei certificati di nascita e di residenza.

Anche la Società italiana di Medicina delle Migrazioni (Simm) ha confermato che la norma generale richiede la registrazione del neonato, quale diritto all'esistenza del fanciullo. Gli sviluppi successivi e la possibilità di diventare cittadini costituiscono invece un'altra storia che tocca cultura civile e organizzazione sociale. Serve dunque una norma limpida che ripristini l'adesione dello Stato italiano ai diritti internazionali per poter essere cittadini al di là della situazione giuridica e amministrativa, godendo del diritto alla vita ancor prima di quello alla salute.

La discussione generale ha preso il via partendo dalla disponibilità del primo firmatario a portare eventuali emendamenti per sgombrare il campo da equivoci, ritenendo comunque la più volte citata circolare non sufficiente a tutelare i giovani figli di irregolari anche sotto l'aspetto sanitario e scolastico. Piuttosto insoddisfatti da alcuni contributi, definiti una sorta di campagna elettorale e propaganda fuori luogo, i consiglieri di pentastellati e dem: nel primo caso è stata auspicata un'ulteriore seduta di approfondimento; nel secondo, è stata sottolineata la volontà di creare uno strumento legislativo chiaro e univoco, senza interpretazioni soggettive e da affrontare con l'armamentario della conoscenza e non dell'ideologia.

La necessità di ulteriori approfondimenti è stata ventilata anche dal fronte del Carroccio, nonostante la presenza di alcuni spunti ritenuti di buon senso. Generalizzare, è stato detto, significa dimenticare quanti hanno approfittato del reddito di cittadinanza o nel bonus 110%. Il fenomeno dell'immigrazione clandestina, secondo la Lega, non è stato trattato adeguatamente e il numero degli irregolari porterà costi insostenibili, soprattutto tra 5-10 anni. Bisogna quindi dare ordine al sistema con un minimo di rigore, come negli altri Paesi europei. La pdln è perciò degna di attenzione, ma va studiata con grande attenzione.

Il rappresentante della Giunta regionale, rammaricato per alcuni toni ma soddisfatto per la tecnicità dei contributi, ha chiuso i lavori ricordando che l'esempio di Trieste conferma che quanto chiesto nella pdln già avviene nel concreto. Intervenire su una competenza non regionale, inoltre, vorrebbe dire sostituirsi allo Stato. Alla luce delle parole degli esperti, quindi, ha anticipato un parere contrario. ACON/DB-fc



La VI Commissione riunita nell'aula consiliare
Audizioni in modalità telematica davanti ai componenti della VI Commissione
I lavori della VI Commissione permanente del Cr Fvg