SALUTE. GRUPPO MISTO: OSPEDALE TRIESTE AVVIATO VERSO IL DECLASSAMENTO
(ACON) Trieste, 31 mag - I componenti del Gruppo Misto nel
Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia evidenziano che in
occasione della presentazione dell'atto aziendale dell'Azienda
sanitaria Giuliano-Isontina (Asugi) è emersa una grande enfasi
per il modello di assistenza territoriale, mentre l'assetto
dell'ospedale è passato in sordina. Come mai, si domandano?
Forse, aggiungono, perché tutti i tagli dei reparti ospedalieri
triestini, disposti dalla riforma Serracchiani-Telesca, sono
stati confermati e si è sancito così il declassamento
dell'ospedale di Trieste.
Gli esponenti del Misto, in una nota, affermano anche che ciò si
è verificato contrariamente a quanto avvenuto per l'ospedale di
Udine, dove l'atto dell'Azienda sanitaria universitaria Friuli
Centrale (Asufc) non ha confermato tutti i tagli dei reparti,
ponendo di fatto la località come centro di riferimento
ospedaliero di alta specializzazione per tutto il Fvg. Per
Trieste, e solo per Trieste, l'attuale Amministrazione regionale
sembra aver fatto propria la linea della precedente Giunta in
merito alla chiusura dei cosiddetti reparti doppioni. Ovvero,
dove ci siano più reparti della stessa disciplina, uno
ospedaliero e uno universitario, almeno uno vada soppresso.
Secondo i consiglieri, quindi, a Cattinara è sfumata ogni
possibilità di rinascita per la Chirurgia ospedaliera, idem per
l'Ortopedia. Nessun ripensamento neppure per la Medicina
d'urgenza, già struttura autonoma ed eccellente, ora ridotta a
mera appendice del Pronto soccorso. Identico oblio per altri
reparti soppressi negli anni precedenti.
A Udine, prosegue la nota, l'Amministrazione ha deciso di
mantenere aperti svariati doppioni. Al Santa Maria della
Misericordia resteranno due strutture di Ortopedia, di
Oculistica, di Neurologia e di Anatomia patologica, addirittura
tre di Chirurgia e ben quattro di Radiologia. Il motivo lo ha
spiegato il direttore dell'Azienda sanitaria udinese, secondo il
quale non ci sono doppioni e, se ci sono due strutture, vuol dire
che c'è volume di attività per entrambe.
Il mandato principale delle strutture universitarie, continuano i
rappresentanti del Misto, è la didattica e la ricerca; per i
reparti ospedalieri, invece, l'assistenza ai malati. Obiettivi
diversi e organizzazioni diverse che, insieme, esprimono
compiutamente un polo ospedaliero-universitario. A Udine si è
compreso che i primari ospedalieri dei reparti da chiudere non
sono delle poltrone manifestamente inutili, come sostenuto a suo
tempo dai precedenti vertici regionali, ma le guide di équipe di
professionisti con il loro patrimonio culturale, operativo,
organizzativo e umano, frutto di studio ed esperienza
pluriennale. A Trieste, invece, la riduzione di strutture
complesse, oltre a contrarre l'offerta di cure ai malati, svuota
progressivamente l'ospedale di professionalità, competenze e
futuro.
La nota si conclude ricordando che l'ospedale triestino non potrà
più offrire adeguate occasioni di sviluppo professionale ai suoi
medici e che molti di essi, verosimilmente i migliori
specialisti, migreranno verso lidi più accoglienti, mentre tanti
giovani medici si terranno alla larga da dove è preclusa ogni
possibilità di carriera. Così si compie il destino di questo
ospedale, un tempo eccellente e ora avviato verso il tramonto.
ACON/COM/db