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SALUTE. GRUPPO MISTO: OSPEDALE TRIESTE AVVIATO VERSO IL DECLASSAMENTO

31.05.2022
14:30
(ACON) Trieste, 31 mag - I componenti del Gruppo Misto nel Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia evidenziano che in occasione della presentazione dell'atto aziendale dell'Azienda sanitaria Giuliano-Isontina (Asugi) è emersa una grande enfasi per il modello di assistenza territoriale, mentre l'assetto dell'ospedale è passato in sordina. Come mai, si domandano? Forse, aggiungono, perché tutti i tagli dei reparti ospedalieri triestini, disposti dalla riforma Serracchiani-Telesca, sono stati confermati e si è sancito così il declassamento dell'ospedale di Trieste.

Gli esponenti del Misto, in una nota, affermano anche che ciò si è verificato contrariamente a quanto avvenuto per l'ospedale di Udine, dove l'atto dell'Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale (Asufc) non ha confermato tutti i tagli dei reparti, ponendo di fatto la località come centro di riferimento ospedaliero di alta specializzazione per tutto il Fvg. Per Trieste, e solo per Trieste, l'attuale Amministrazione regionale sembra aver fatto propria la linea della precedente Giunta in merito alla chiusura dei cosiddetti reparti doppioni. Ovvero, dove ci siano più reparti della stessa disciplina, uno ospedaliero e uno universitario, almeno uno vada soppresso.

Secondo i consiglieri, quindi, a Cattinara è sfumata ogni possibilità di rinascita per la Chirurgia ospedaliera, idem per l'Ortopedia. Nessun ripensamento neppure per la Medicina d'urgenza, già struttura autonoma ed eccellente, ora ridotta a mera appendice del Pronto soccorso. Identico oblio per altri reparti soppressi negli anni precedenti.

A Udine, prosegue la nota, l'Amministrazione ha deciso di mantenere aperti svariati doppioni. Al Santa Maria della Misericordia resteranno due strutture di Ortopedia, di Oculistica, di Neurologia e di Anatomia patologica, addirittura tre di Chirurgia e ben quattro di Radiologia. Il motivo lo ha spiegato il direttore dell'Azienda sanitaria udinese, secondo il quale non ci sono doppioni e, se ci sono due strutture, vuol dire che c'è volume di attività per entrambe.

Il mandato principale delle strutture universitarie, continuano i rappresentanti del Misto, è la didattica e la ricerca; per i reparti ospedalieri, invece, l'assistenza ai malati. Obiettivi diversi e organizzazioni diverse che, insieme, esprimono compiutamente un polo ospedaliero-universitario. A Udine si è compreso che i primari ospedalieri dei reparti da chiudere non sono delle poltrone manifestamente inutili, come sostenuto a suo tempo dai precedenti vertici regionali, ma le guide di équipe di professionisti con il loro patrimonio culturale, operativo, organizzativo e umano, frutto di studio ed esperienza pluriennale. A Trieste, invece, la riduzione di strutture complesse, oltre a contrarre l'offerta di cure ai malati, svuota progressivamente l'ospedale di professionalità, competenze e futuro.

La nota si conclude ricordando che l'ospedale triestino non potrà più offrire adeguate occasioni di sviluppo professionale ai suoi medici e che molti di essi, verosimilmente i migliori specialisti, migreranno verso lidi più accoglienti, mentre tanti giovani medici si terranno alla larga da dove è preclusa ogni possibilità di carriera. Così si compie il destino di questo ospedale, un tempo eccellente e ora avviato verso il tramonto. ACON/COM/db



I consiglieri del Gruppo Misto durante una seduta dell'Aula