SALUTE. CONFICONI (PD): CASA COMUNITÀ CORDENONS SIMBOLO TRASCURATEZZA
(ACON) Trieste, 14 giu - "La costruzione di una vera rete di
sanità territoriale necessita di azioni concrete che mettano
realmente a disposizione dei cittadini una serie di servizi
previsti dalle linee guida nazionali, attraverso le Case di
comunità. Concetto del quale il Centrosinistra, nella precedente
legislatura, era stato antesignano attraverso l'istituzione dei
Cap (Centri di assistenza primaria), poi demoliti da un
Centrodestra che, oltre a indebolire la sanità territoriale, oggi
sta subendo una scelta nazionale. E prova di questa ritrosia e
trascuratezza del territorio da parte della Regione è la Casa
della comunità prevista a Cordenons in un luogo sbagliato e con
spazi insufficienti a garantire tutti i servizi necessari ai
cittadini".
Lo afferma, in una nota, il consigliere regionale Nicola
Conficoni (Pd) che attraverso un'interrogazione alla Giunta
regionale porta in Consiglio regionale il dibattito sulla Casa
della comunità prevista nel comune di Cordenons, oggetto di un
recente incontro pubblico organizzato dal circolo del Pd di
Cordenons.
"Le iniziative organizzate dal Pd - spiega ancora l'esponente dem
- troveranno un seguito in Consiglio regionale. Da tempo
ribadiamo come, per rilanciare la sanità pubblica messa a dura
prova dall'emergenza Covid non ci si possa limitare a rafforzare
l'attuale assetto organizzativo, ma sia necessario riformarlo.
Grazie al Governo, ritorna al centro dell'attenzione la sanità
territoriale attraverso l'attivazione di centrali operative,
ospedali di comunità e Case della comunità. Peccato che, per sua
stessa ammissione, la giunta Fedriga non creda in questi
strumenti seppur non perda occasione per propagandare sui
territori i fondi stanziati, fiumi di milioni, per attuare le
previsioni del Pnrr".
Ora, continua Conficoni, "preso atto che la Giunta regionale ha
deliberato la realizzazione della Casa di comunità di Cordenons,
resta il fatto che il luogo individuato non risponda, in termini
strutturali, alle esigenze previste dal ministero della Salute.
Queste strutture, infatti, devono erogare servizi obbligatori,
garantiti dalla presenza medica e infermieristica su 12 ore, sei
giorni su sette quali: cure primarie prestate da equipe
multidisciplinari, punto unico di accesso, assistenza
domiciliare, specialistica ambulatoriale, prestazioni
infermieristiche, sistema di prenotazione collegato al Cup
aziendale, integrazione con i servizi sociali, partecipazione
della comunità e valorizzazione della co-produzione".
"Tutti servizi necessari che, siamo convinti, la struttura
individuata non sarà in grado di ospitare - conclude il
consigliere del Pd - disattendendo non solo e non tanto le linee
del Governo, ma più che altro privando i cittadini di una
straordinaria opportunità, quella di un'organizzazione sanitaria
più confacente ai loro bisogni".
ACON/COM/fa