FLORA E FAUNA. PARERE POSITIVO IV COMM A MODIFICHE REGOLAMENTO
(ACON) Trieste, 15 giu - Il regolamento per la tutela della
flora e della fauna di importanza comunitaria e di interesse
regionale, emanato nel 2009 in esecuzione di una legge regionale
di due anni prima, la 9/2007 in materia di risorse forestali, ha
bisogno di essere adeguato ai cambiamenti (vi sono ancora
riferimenti alle Province, la Lr 6/2021 multisettoriale ha
previsto lo scopo commerciale, tra le finalità per le quali può
essere consentita la raccolta della flora di interesse regionale
e ci si deve adeguare agli elenchi comunitari) e presenta alcune
carenze e inesattezze. L'assessore regionale alle Risorse
agroalimentari, forestali, ittiche e alla Montagna, Stefano
Zannier, ha così deciso di mettervi mano.
Le modifiche, con le quali tra l'altro ora ci saranno 24 specie
floreali di interesse regionale in più, sono state portate
all'attenzione della IV Commissione consiliare, presieduta da
Mara Piccin (FI) e che le ha accolte all'unanimità dopo alcune
spiegazioni e richieste dei consiglieri Mariagrazia Santoro (Pd),
Ilaria Dal Zovo e Cristian Sergo (M5S), Furio Honsell (Open
Sinistra Fvg), ma anche Emanuele Zanon (Regione Futura).
Come prima cosa, è stato inserito un riferimento alla normativa
nazionale in materia di piante officinali per quanto attiene
l'abilitazione per i raccoglitori di tali piante. Inoltre si
specifica che la raccolta delle specie erbacee e arbustive
alloctone (ovvero diverse da quelle di importanza comunitaria e
di interesse regionale) può avvenire anche con l'estirpazione di
radici e tuberi (attività auspicata per limitare la loro
diffusione) e si toglie la limitazione a 30 grammi di raccolta
del seme delle erbacee alloctone.
Si disciplina la raccolta di parti (gemme, fiori, frutti e
foglie) di specie arbustive e arboree non di interesse
comunitario o regionale in maniera chiaramente distinta da quella
relativa alle specie erbacee e, per le prime due specie, si
consente ai proprietari dei fondi di superare il limite di un
chilogrammo al giorno a persona, eccezion fatta per olivello
spinoso, mirtilli rosso e nero. Su questo punto, la Santoro ha
trovato l'attenzione dell'assessore a specificare che comunque
anche i proprietari dei fondi devono rispettare la raccolta
selettiva a salvaguardia delle specie di maggiore interesse. È
poi introdotto il divieto di utilizzare rastrelli, uncini o altri
mezzi per la raccolta.
Come accennato, è stata aggiunta la finalità commerciale anche di
specie di interesse regionale, con tanto di specifiche sui
quantitativi e rilascio di documentazione ai clienti, oltre alle
deroghe con relativa spiegazione del procedimento per ottenerle.
E anche le stesse deroghe hanno uno spazio tutto loro, con i
termini di rilascio e di durata. Mentre si evidenzia che si deve
portare sempre con sé la copia dell'autorizzazione alla raccolta
della flora/cattura della fauna, con allegato registro delle
annotazioni sulle attività svolte, per agevolare i controlli da
parte del Corpo forestale regionale (Cfr).
Tolte le Province, la gestione del tutto è passata al servizio
regionale Biodiversità. Ed è stata eliminata la previsione che le
attività di monitoraggio della fauna morta o ferita per cause
accidentali possano essere svolte da soggetti incaricati solo se
accompagnati dal personale del Cfr: di fatto, la limitazione ha
reso inattuabili i monitoraggi per mancanza di personale dedicato.
Infine, gli allegati al regolamento presentano alcune esclusioni
e alcune aggiunte di specie floreali, con attenzione a quelle di
particolare bellezza, di interesse per scopi ornamentali o di
limitato utilizzo in alcune aree geografiche e ad usi
tradizionali, ma anche l'inserimento di alcune specie animali di
recente rinvenimento sul territorio regionale e l'eliminazione,
invece, del genere Astacus, la cui presenza in regione non è da
considerarsi autoctona, e del granchio di fiume.
Prima del parere al documento, Dal Zovo e Sergo si sono mostrati
particolarmente attenti a quanto previsto per la quantità
raccoglibile di specie floreali (sarebbe preferibile lasciare
quella della Cicerbita alpina, nota come lattuga delle Alpi o
radicchio di monte, solo a chi ha un'attività commerciale) e per
le sanzioni ("A oggi, non sono mai state comminate", è stata la
risposta ricevuta).
Zanon, invece, si è soffermato sull'importanza di organizzare in
maniera diffusa corsi di formazione sulle erbe spontanee, sulla
loro raccolta ma soprattutto conservazione e consumo. Ciò
permetterebbe, ha spiegato, sia di aumentare una cultura alla
raccolta moderata, sia di cercare di tenere lontane le persone
dalle specie velenose. In questa direzione, ha fatto sapere
Zannier che si è detto d'accordo con il consigliere, si sta già
muovendo anche la Regione approfittando dei corsi in programma
sulle erbe officinali, che potrebbero essere aperti non solo a
chi desidera ottenere l'abilitazione alla loro raccolta.
ACON/RCM