SALUTE. CENTIS (CITT): OSPEDALE PORDENONE, RIQUALIFICARE PADIGLIONE A
(ACON) Trieste, 24 giu - "In attesa della completa attivazione
del nuovo ospedale di Pordenone, per cui è stata prevista la
conclusione dei lavori entro il 31 dicembre di quest'anno, resta
al centro dell'attenzione il futuro del vecchio nosocomio,
composto da sei padiglioni realizzati alla fine degli anni
Sessanta. Nelle ultime settimane si è aperto il dibattito
sull'opportunità di ripensare la prevista demolizione del
padiglione A con la contestuale realizzazione di una struttura da
50 posti letto per le cure intermedie, lavori per i quali la
Regione ha stanziato 11,5 milioni di euro".
Lo riporta in una nota il capogruppo dei Cittadini in Consiglio
regionale, Tiziano Centis, che in merito ha depositato
un'interrogazione alla Giunta Fedriga.
"La decisione di demolire il padiglione A, per altro opera di
pregio architettonico progettata dall'architetto pordenonese Nino
Donadon - spiega Centis - non convince una significativa parte
dell'opinione pubblica cittadina, che ha palesemente manifestato
il desiderio di non abbattere tale edificio chiedendo, invece,
una nuova valutazione delle sue future funzioni degli spazi".
Il consigliere afferma che la proposta a suo tempo avanzata
"sollecita una riflessione, in quanto non basta sviluppare un
nuovo ambito da 50 posti per le cure intermedie. La pandemia ci
ha ulteriormente dimostrato come, in caso di emergenza, ci sia
l'assoluta necessità di disporre in tempi rapidi di spazi ampi e
flessibili, con entrate e uscite indipendenti. E il padiglione A,
strutturato su più piani, con tre lati perimetrali liberi per
eventuali interventi, risponde pienamente a tali esigenze".
"Per quanto riguarda il post acuzie (cure intermedie) - aggiunge
Centis - si presentano in genere più fattori che non possono
essere trattati allo stesso modo, per cui i 50 posti devono avere
caratteristiche diverse (da qui la necessità di più spazi a cui
il padiglione A risponde in maniera consona): spazio
riabilitativo da tempi contenuti, propedeutico a un rientro in
famiglia; spazio riabilitativo più lungo causa patologia; spazio
di ospitalità in attesa che la famiglia si organizzi per
accogliere il paziente, reduce da una malattia invalidante, per
la quale l'abitazione e le persone vicine dovranno affrontare un
nuovo status; spazio di attesa (che in alcuni casi può essere
anche lungo) in vista di un successivo inserimento in abitazione
protetta come case di riposo, di cura eccetera".
"Alla Giunta - conclude l'esponente dei civici - oltre a una
riflessione sul padiglione A per giungere a una sua
riqualificazione e non alla sua demolizione, ho chiesto di sapere
cosa prevede il cronoprogramma di tutti gli interventi
sull'ospedale non ancora completati e se le somme già stanziate
sono sufficienti a coprire l'intero intervento".
ACON/COM/rcm