CLIMA. SERGO (M5S): AZIONI EMERGENZA IDRICA, CR DOVEVA ESSERE AVVISATO
(ACON) Trieste, 24 giu - "Riguardo il tema dell'emergenza
idrica abbiamo capito perché il presidente Fedriga non ha
informato l'Aula nella seduta di martedì 21 giugno sulle azioni
che ha intrapreso per arginare il problema. Abbiamo letto sui
media i contenuti dell'ordinanza che ha varato, su indicazione
delle relazioni predisposte dal Servizio Gestione Risorse Idriche
il 20 giugno, e che come immaginavamo avrebbero potuto essere
condivise con il Consiglio regionale. Così, tuttavia, non è
stato".
Lo afferma in una nota il consigliere regionale del Movimento 5
Stelle, Cristian Sergo, ribadendo anche che "la crisi ha radici
lontane e fa emergere tutti i problemi che negli anni non si sono
voluti affrontare. Avevamo anticipato - continua l'esponente
pentastellato - come attendessimo pazientemente che qualcuno si
scagliasse contro i pozzi artesiani. Così è stato, perché il
capro espiatorio è sempre pronto. Il presidente Fedriga, forte
del suo ampio consenso popolare che da oggi in poi si dissolverà
come si è sciolta la neve dalle nostre montagne, è riuscito in un
decreto, laddove gli illustri suoi predecessori non sono stati
capaci. Il primo a dichiarare guerra ai pozzi artesiani fu Renzo
Tondo e la sua Giunta che, 10 anni fa, avevano già previsto
quanto approvato ieri da Fedriga: ovvero, di chiuderli
definitivamente".
"Questa scelta - ricorda Sergo - venne definita disastrosa dai
sindaci della Bassa friulana, tra i quali anche l'allora
presidente della Consulta d'Ambito territoriale ottimale, Scridel
(all'epoca primo cittadino di Villa Vicentina), ma anche da
illustri addetti ai lavori che hanno partecipato a 14 sedute di
un tavolo tecnico che doveva stabilire la limitazione della
portata dei pozzi artesiani per prevenire il loro collassamento
ma, soprattutto, avviare una seria sperimentazione scientifica in
merito alla loro portata. Nulla in sette anni è stato fatto e
così il presidente della Regione ha firmato qualcosa che nemmeno
i tecnici gli hanno chiesto, assumendosi la responsabilità
politica di andare anche contro le previsioni del Piano regionale
tutela acque, senza concedere ai privati le risorse necessarie
per attuare quanto da lui stabilito, come gli impone la
normativa".
"Non ricordo, in questa ultima campagna elettorale per le
Amministrative, candidati sindaci leghisti o di Fratelli d'Italia
che abbiano chiesto al presidente di prendere tali decisioni.
Facile assumerle - incalza la nota del M5S - una volta presi i
voti. Ricordo esponenti del Centrodestra regionale, che tuttora
siedono sugli scranni di piazza Oberdan a Trieste con incarichi
importanti, dichiararsi a difesa dei cittadini della Bassa e
delle loro fontane. Fu la stessa presidente della Commissione
competente in materia di ambiente, Mara Piccin, a sottoscrivere
la mozione del Movimento 5 Stelle a tutela dei pozzi artesiani,
quale fonte esclusiva di approvvigionamento idrico. Difficile
pensare che sia stato fatto solo per prendere i voti. La
Maggioranza che sostiene Fedriga ha approvato una mozione nel
febbraio 2019 e ha accolto un nostro ordine del giorno per
modificare il Piano regionale tutela acque, che oggi viene
sventolato per strozzare i pozzi e che prevede almeno sei milioni
di euro da destinare ai proprietari. Nel decreto non si vedono:
che sia una svista del presidente o continuano le promesse a
vuoto per questo territorio?".
"Tutto questo senza andare a toccare i reali sprechi che causano
il depauperamento delle falde e senza intervenire con le dovute
infrastrutture, anche queste richieste dal Consiglio regionale,
per evitare di continuare a emungere acqua potabile destinata ad
altri usi (ricreativi e industriali, per esempio). Il giorno in
cui Fedriga si fa forte con i deboli, non interviene per limitare
le portate di allevamenti ittici cui è stato concesso la deroga
al rilascio di deflusso minimo vitale per i nostri fiumi e non
interviene sui prelievi delle industrie dell'Aussa Corno (un solo
stabilimento ogni giorno emunge come 625mila cittadini) a
distanza di 20 anni dal bando per la realizzazione
dell'acquedotto duale mai partito. O il Centrodestra non ci ha
capito niente in questi vent'anni - conclude Sergo - o non ci sta
capendo niente oggi. Noi un'idea ce l'abbiamo: ai cittadini
l'ardua sentenza".
ACON/COM/db