TURISMO. BINI IN II COMMISSIONE: 9,3 MLN EURO PER DDL IMPIANTI A FUNE
(ACON) Trieste, 27 giu - La rinnovata disciplina degli impianti
a fune, delle aree sciabili attrezzate e delle piste destinate
alla pratica degli sport sulla neve in Friuli Venezia Giulia,
nonché le disposizioni in materia di sicurezza nelle discipline
sportive invernali previste da legge nazionale, trovano spazio
nel disegno di legge 169 che l'assessore regionale al Turismo,
Sergio Emidio Bini, ha illustrato alla II Commissione consiliare
presieduta da Alberto Budai (Lega).
Sul piatto ci sono 9,3 mln, suddivisi in 4,65 mln per il 2023 e
altrettanti per l'anno a seguire, finalizzati a investimenti da
parte dell'ente pubblico economico PromoTurismoFvg e, nello
specifico, garantire la sicurezza e l'efficienza degli immobili e
degli impianti di proprietà, in gestione diretta o di proprietà
della Regione affidati alla gestione e alla vigilanza di
PromoTurismoFVG, nonché per l'acquisto, la realizzazione e la
manutenzione di immobili, macchinari e attrezzature.
'Vogliamo rendere più efficiente il comparto abrogando le leggi
regionali 15/1981, ormai datata, e 27/2006 del settore sport
sulla neve, dando anche attuazione al decreto legislativo 40/2022
in materia di sicurezza nelle discipline sportive invernali', ha
spiegato Bini illustrando i punti salienti dei 47 articoli del
ddl, suddivisi in Capo I disposizioni generali (articoli 1-3);
Capo II enti e competenze (4-6); Capo III pianificazione
regionale del settore turismo montano (7-11); Capo IV impianti a
fune e regimi autorizzatori (12-23); Capo V aree sciabili
attrezzate e regimi autorizzatori (24-30); Capo VI espropriazione
per pubblica utilità (articolo 31); Capo VII gestione ed
esercizio (32-36); Capo VIII operatori degli impianti a fune,
aree sciabili attrezzate e piste (37-40); Capo IX disposizioni
relative all'utenza (41-42); Capo X sanzioni amministrative
(articolo 43); Capo XI disposizioni finali e transitorie (44-47).
Con i passaggi normativi, Bini ha quindi detto che l'abrogazione
della 15/1981 comporta la revisione delle procedure di
concessione e autorizzazione degli impianti a fune, operando
un'importante distinguo tra impianti che rientrano nella
fattispecie del trasporto pubblico locale e impianti che, invece,
sono da considerare finalizzati allo svolgimento di attività
sportive o ricreative (la grande maggioranza degli impianti a
fune esistenti in Fvg è riconducibile a tale seconda categoria,
rientrando tra gli impianti di risalita dedicati agli sport
invernali, gestiti da PromoTurismoFvg).
Le funzioni oggi attribuite alla Commissione regionale impianti a
fune e piste sono ricondotte a una più funzionale Conferenza di
servizi nell'ottica della semplificazione amministrativa. Ed è
individuato un unico centro di sorveglianza sugli impianti a fune
(Autorità di sorveglianza), con funzioni appunto di sorveglianza
relativamente alla costruzione, all'esercizio e alla manutenzione
degli impianti a fune.
Si prevede la durata delle concessioni o autorizzazioni alla
costruzione e all'esercizio: 30 anni per gli impianti di
trasporto di prima o seconda categoria, 20 anni per quelli di
terza categoria.
L'assessore ha quindi sottolineato la razionalizzazione dei
rapporti contabili con PromoTurismoFvg, ma soprattutto, quali
punti politici strategici del provvedimento, l'individuazione dei
Poli turistici montani del Friuli Venezia Giulia e gli strumenti
pianificatori: Piano neve ('Strumento specifico per acquisire una
mappatura degli impianti e delle piste esistenti, ma anche per
una razionalizzazione dal punto di vista paesaggistico e
ambientale', ha detto Bini, aggiungendo che va da sé che le aree
del Piano neve coincidono con i Poli turistici); programma
strategico degli investimenti; registro degli impianti e delle
piste.
Quanto ai Poli turistici montani, si tratta di: Sella Nevea,
Ravasletto-Zoncolan, Piancavallo, Tarvisio, Sappada-Forni
Avoltri, Forni di Sopra-Sauris. I Poli sono individuati
nell'ambito delle zone montane della Lr 33/2002 come quei
territori caratterizzati dalla presenza di impianti di risalita,
piste da sci (tanto da discesa quanto da fondo) e da strutture
ricettive che ne caratterizzano la vocazione turistica.
Strettamente correlata a tale mappatura del territorio montano, è
l'introduzione di uno specifico strumento di pianificazione: il
Piano del Friuli Venezia Giulia. Si tratta - ha evidenziato Bini
- di un'importante novità finalizzata, da un lato, ad acquisire
una puntuale ricognizione degli impianti e piste esistenti e,
dall'altro, a razionalizzarne la realizzazione in un'ottica di
sviluppo mirato del territorio montano nel pieno rispetto dei
vincoli ambientali e paesaggistici per uno sviluppo turistico
sostenibile.
Dalle persone chiamate in audizione dalla II Commissione per
approfondire le disposizioni del ddl, è emerso che si tratta di
un provvedimento sentito come fondamentale dalle categorie, a
cominciare dai maestri di sci per passare ai Comuni montani, dove
però soprattutto Prato Carnico, Paluzza e Pontebba hanno
segnalato la mancanza di attenzione per i poli sciistici minori,
all'opposto serve uniformità nella gestione dei poli, con pari
garanzia di sicurezza, e negli investimenti, oltre a prevedere
maggiori contributi regionali per le spese. Se poi Prato Carnico
ha segnalato dei desiderata per la sciovia di Pradibosco,
Tarvisio lo ha fatto per la pista di Cave del Predil e lo
sviluppo di tutta l'area, Forni Avolti ha chiesto una specifica
previsione per il biathlon e il suo poligono e la Federazione
italiana sport invernali (Fisi) si è trovata d'accordo che,
forse, c'è una dimenticanza per lo sci di fondo.
Alcune criticità specifiche sono state segnalate anche da
Legambiente, tra cui mancanze per gli impianti a fune, per la
pianificazione del turismo montano e all'interno del Piano neve,
ma soprattutto non c'è una disposizione per un'analisi
costi/benefici, mentre la definizione di Piano di sostenibilità
della pista risulta poco chiara, così come il termine 'utenza'
utilizzato più volte all'interno del ddl può generare confusione.
Non ultimo, il Comitato italiano paralimpico ha evidenziato che
non si parla di obbligo di accessibilità degli impianti e dei
servizi, dunque nel testo si dovrebbe inserire la previsione che
i nuovi impianti e quelli ristrutturati devono obbligatoriamente
essere accessibili ai disabili. La risposta di Bini non si è
fatta attendere, è ha ricordato che il tema è affrontato con il
recepimento del decreto legislativo 40/2021.
Lasciando ogni discussione a giovedì prossimo, quando la
Commissione tornerà a riunirsi per l'esame e l'approvazione del
ddl, il consigliere Enzo Marsilio (Pd) ha approfittato per
entrare nel merito, tra l'altro, della programmazione del Piano
neve, che ha definito limitativo in quanto non tiene conto della
programmazione estiva e cosa ne è del Piano strategico
Montagna365 2019-24, aspetto poi evidenziato anche dal collega di
partito Sergio Bolzonello, e ha sostenuto che se il Piano neve fa
riferimento solo ai Comuni della tabella A in cui sono elencati
quelli facenti parte dei Poli sciistici, allora la tabella A è
riduttiva.
Bolzonello, invece, ha anticipato che il provvedimento contiene
buone intenzioni, ma manca la consequenzialità di alcune azioni,
come ad esempio cosa si vuol far diventare PromoTurismoFvg se gli
si toglie la pianificazione della ricettività, un mero braccio
operativo della Regione. 'PromoTurismoFvg non ha mai avuto
funzioni di pianificazione, ma porta avanti gli indirizzi che la
Regione gli dà', è stata la risposta in questo caso
dell'assessore.
Cristian Sergo (M5S) si è soffermato sulle promesse che Bini
aveva già fatto per l'impianto di Pradibosco e si è augurato che
alcuni impianti, non menzionati esplicitamente, di fatto siano
ricompresi in quelli per gli sport riconosciuti dalle federazioni
sportive nazionali di cui si parla nel ddl.
Stefano Mazzolini (Lega) ritiene che una riflessione per i poli
minori di sci nordico debba essere fatta e Alfonso Singh (Lega)
ha colto l'occasione per parlare della necessità di aprire la
strada che da Piancavallo porta a Barcis e consentire di
sviluppare meglio il turismo pordenonese.
A chiusura dei lavori, l'assessore ha reso noto che nella
prossima legge di assestamento si farà riferimento al Piano
montagna 365 e alla previsione della costruzione di almeno un
albergo per polo sciistico attraverso i contratti di insediamento
industriale finalizzati al turismo che si sono rivelati
funzionanti. 'Poi - ha chiosato - una volta fatta la norma e
messi i contributi a disposizione, ci auguriamo che ci sia chi
desidera investire nei nostri Poli'.
ACON/RCM-fc