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INFRASTRUTTURE. NICOLI (FI): PORTO TS, INTERROGAZIONE SU RAPPORTI CINA

29.06.2022
12:56
(ACON) Trieste, 29 giu - "Quali controlli sta ponendo in essere l'Amministrazione regionale nei confronti dell'Autorità di sistema portuale del mare Adriatico orientale, che inopportunamente prende iniziative e decisioni d'intromissione nelle scelte geopolitiche di competenza del Governo nazionale e della Regione?".

Lo chiede in una nota il capogruppo di Forza Italia nel Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Giuseppe Nicoli, riprendendo l'istanza di chiarimento rivolta al governatore Massimiliano Fedriga e all'assessore regionale competente in materia, attraverso un'interrogazione depositata oggi.

L'esponente forzista aveva già annunciato il deposito dell'atto di sindacato ispettivo, commentando la cerimonia con la quale Cosco aveva inaugurato un treno di collegamento tra il porto di Trieste e un sito produttivo sloveno, annunciando anche l'intenzione di sviluppare il traffico merci dal capoluogo regionale sino all'Ungheria.

"C'è chi non brinda a queste novità, che altro non sono - aveva sottolineato Nicoli - se non passi avanti del progetto cinese per piantare una bandierina rossa sul porto di Trieste-Monfalcone. Cosa si intende fare per salvaguardare le nostre infrastrutture portuali e ferroviarie? Non vogliamo che il porto di Trieste-Monfalcone diventi il nuovo Pireo, piattaforma logistica svenduta a uso e consumo di uno stato autoritario. Il tutto sotto la gestione di un'Autorità di sistema che già si era resa protagonista, nel 2019, di un accordo di cooperazione con Cosco, fortunatamente fermato".

"Gli entusiasti dei nuovi sviluppi commerciali e logistici - prosegue la nota - sono accecati dagli annunci di buone intenzioni, riferite al rafforzamento della cooperazione commerciale tra Italia e Cina a suon di investimenti, ma continuano a non tener conto di cosa rappresenta la Cina e come agisce al proprio interno e nel mondo".

"L'interesse sui moli triestini presenti e futuri - conclude Nicoli - è un campanello d'allarme e la diplomazia serve a poco: è necessario un no politico a qualsiasi tentativo già in atto di monopolizzare le nostre infrastrutture". ACON/COM/db



Giuseppe Nicoli (FI)