STRANIERI. DA GIAU (PD): IUS SCHOLAE, FEDRIGA FERMO A IDEOLOGIA LEGA
(ACON) Trieste, 30 giu - "Con le sue dichiarazioni sullo ius
scholae, Fedriga dimostra ancora una volta l'arretratezza
dell'ideologia leghista, chiusa ai cambiamenti sociali e al ruolo
proattivo che le Istituzioni dovrebbero avere nel favorire
processi veri di integrazione. Come lo è proprio il completamento
di un ciclo di studi di cinque anni. Più facile e conveniente,
per la Lega, rallentare l'integrazione e mantenere lo straniero
come nemico da combattere".
Lo afferma in una nota la consigliera regionale Chiara Da Giau
(Pd), commentando le affermazioni del presidente della Regione
Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, riguardo la proposta
di legge sullo ius scholae, che lega la possibilità di chiedere
la cittadinanza, in particolare per i minorenni stranieri
residenti molti dei quali nati in Italia, al completamento di un
ciclo scolastico.
"Siamo convinti che chi risiede da lungo tempo nel nostro Paese -
aggiunge l'esponente dem - debba avere diritto alla cittadinanza,
fissando certamente requisiti linguistici e di integrazione, come
quelli che stanno appunto dentro un percorso scolastico. Parlare
di avvenuta integrazione senza ipotizzarne una gradualità e un
criterio di valutazione, come se restasse solo a carico
dell'individuo e non di Istituzioni e comunità, chiamate a
predisporre adeguati strumenti normativi e ad attuare adeguati
interventi, significa invece porsi in modo ancora una volta
ideologico".
"È innegabile - spiega ancora Da Giau - come il completamento di
un percorso scolastico di almeno cinque anni sia una chiara
manifestazione di volontà di integrazione e, al tempo stesso, uno
strumento di attuazione della stessa. Questo non solo per gli
studenti stranieri, ma anche per le loro famiglie che, attraverso
la partecipazione alla vita scolastica dei figli, entrano in
relazione con la comunità ospitante".
"Proprio per questo motivo - conclude la nota del Partito
democratico - siamo convinti che vada valorizzato. Non
considerare intervento prioritario la modifica della legge sulla
cittadinanza dopo 30 anni, significa chiudere gli occhi sui
profondi mutamenti dei fenomeni migratori e della composizione
della popolazione, rinunciando a operare per la sicurezza e il
rafforzamento delle comunità".
ACON/COM/db