SALUTE. CONFICONI (PD): RITARDI E CONTRADDIZIONI PER RSA PORDENONE
(ACON) Trieste, 6 lug - "La soluzione annunciata per la Rsa di
Pordenone, se pur positiva, resta macchiata da gravi ritardi e
responsabilità in primis da parte di chi governa la salute
pubblica. Questa resterà purtroppo una pagina nera per il sistema
sanitario pordenonese e l'ennesimo tradimento della Giunta
Fedriga e del centrodestra nei confronti del territorio e dei
cittadini del Friuli Occidentale".
Lo afferma in una nota il consigliere regionale Nicola Conficoni
(Pd), componente della III Commissione commentando la notizia
della riapertura della residenza assistita per anziani di
Pordenone.
"L'annunciata riapertura prevista a inizio di dicembre, ben
quindici mesi dopo la chiusura dell'importante servizio - dice i
dem -, non può certo essere considerata una vittoria anche perché
smentisce ancora una volta le rassicurazioni fornite
dall'assessore Riccardo Riccardi sulla riattivazione della
struttura. Lo scorso 25 giugno, infatti, rispondendo a
un'interrogazione, Riccardi aveva affermato che l'Azienda
sanitaria Asfo aveva già in corso una procedura per arrivare a
una soluzione a breve termine con strutture già preesistenti.
Ora, invece, scopriamo che per vedere la luce in fondo al tunnel
dovremo aspettare altri cinque mesi".
Secondo Conficoni, "dopo i vergognosi rimpalli di responsabilità
tra Asfo e Arcs, emerge che la sede scelta dall'attuale direttore
di Asfo, Tonutti, ossia Casa Serena, è la stessa cassata dal suo
predecessore Polimeni, nominato e difeso fino all'ultimo dalla
Giunta Fedriga, prima responsabile delle difficoltà in cui
versano non solo i servizi sul territorio ma anche svariati
reparti degli ospedali".
"Fedriga - continua Conficoni - non solo ha tradito la promessa
di risollevare la situazione che negli ultimi anni invece è
peggiorata, ma con le sue scelte ha affossato la sanità pubblica,
spingendo quella privata. In questo modo, con la scusa di
limitare le liste di attesa allungatesi drammaticamente non solo
a causa del Covid, si alimenta un circuito vizioso che vede
medici e infermieri, allettati da maggiori stipendi e minori
carichi di lavoro, dimettersi dall'Azienda sanitaria per andare a
lavorare nelle cliniche convenzionate rimborsate dalla Regione".
"Questa fuga di personale - chiosa il consigliere - certo non
favorisce il rilancio della sanità pubblica, che va potenziata
per meglio assicurare a tutti il diritto alla salute".
ACON/COM/rcm