TERRITORIO. ZANIN A PRES. LIBRO ECOPOLI: RIPENSARE ORGANIZZAZIONE FVG
(ACON) Trieste, 13 lug - Da una parte una città metropolitana
che va da Trieste a Monfalcone, con una forte vocazione verso
ricerca, innovazione, turismo e terziario avanzato. Dall'altra
un'area che si potrebbe definire ecopolitana - prendendo a
prestito il titolo del libro di Sandro Fabbro, docente di
Urbanistica dell'Università di Udine, presentato oggi a livello
nazionale in un webinar organizzato dalla rassegna Urbanpromo -
che comprenda il resto della regione, da Pordenone fino alla
destra Isonzo, e che sviluppi le potenzialità dei suoi centri
urbani piccoli e medi, dell'area agricola e della zona montana.
È questo il possibile scenario di riorganizzazione territoriale
tratteggiato da Piero Mauro Zanin, che ha partecipato
all'incontro on line nelle vesti di presidente del Consiglio
regionale ma anche di architetto, attratto dagli spunti forniti
dal pamphlet di Fabbro. "Il Friuli Venezia Giulia - ha premesso
Zanin - ha caratteristiche che si avvicinano al modello disegnato
dal libro Ecopoli: un numero ridotto di abitanti, un'area
metropolitana, ma anche aree interne scarsamente popolate che
nella nuova era del post-pandemia, quando è andato in soffitta il
modello della globalizzazione irrefrenabile che ci spingeva a
guardare più al mondo che ai nostri territori, possono giocare un
ruolo importante".
Il presidente della massima assemblea legislativa pensa
soprattutto all'obiettivo dell'autosufficienza, "non in un'ottica
di autarchia ma di transizione ecologica", e questo sia in
termini di agricoltura che di produzione di energia elettrica
attraverso fonti rinnovabili. E a queste carte da giocare va
aggiunta la digitalizzazione - un'altra lezione imposta dalla
pandemia - che oggi consente di lavorare per una grande
multinazionale anche da territori isolati e poco abitati. Zanin
ha inquadrato queste riflessioni nello sforzo di ridefinizione
territoriale che la Regione sta compiendo dopo l'abolizione delle
Province nella precedente legislatura, nella convinzione che ci
sia bisogno di un livello intermedio tra quello comunale e
regionale.
Ha fatto riferimento alla riforma del sistema istituzionale
italiano anche l'autore di "Ecopoli". "La deglobalizzazione in
atto dopo la pandemia, connessa al disordine internazionale che
ne è derivato - ha detto Sandro Fabbro - ci impone la scelta tra
l'aspettare passivamente un nuovo ordine mondiale o l'attrezzarsi
per far fronte alle turbolenze con le nostre risorse, con una
resilienza territoriale che preveda filiere produttive più corte.
Non bisogna abbandonare il territorio italiano che non è coperto
da città metropolitane: ci sono attualmente 9 regioni che hanno
la dimensione di circa 1 milione di abitanti e potrebbero
diventare da subito aree ecopolitane, rete policentrica di
piccole e grandi città integrata nel territorio, sufficientemente
autonoma nella gestione delle risorse di base".
Alla presentazione on line, coordinata dal segretario
dell'Istituto nazionale di urbanistica Domenico Moccia, ha
partecipato anche Patrizia Gabellini, docente del Politecnico di
Milano.
ACON/FA