ALPINI. ZANIN: CON FANTI D'ARRESTO HANNO PRESIDIATO VALORI PATRII
(ACON) Malborghetto Valbruna, 17 lug - "I nostri caduti e i
vostri caduti, tutti pensavano a un futuro migliore, fatto di
pace e serenità, eppure tutti hanno dovuto fare la guerra,
imbracciare il fucile".
Sono le parole espresse dal presidente dell'Associazione
nazionale alpini - Sezione di Udine - Gruppo di Malborghetto
Valbruna, Stefano Toscani, presso il cimitero austroungarico
della Val Saisera, dove hanno un luogo di sepoltura tutti coloro
che in quella porzione di terra che si stringe tra la millenaria
foresta tarvisiana e i picchi dello Jôf di Montasio e dello Jôf
Fuart perirono durante la I Guerra Mondiale, fossero italiani o
austroungarici. E con quell'incipit, poi ribadito in tedesco e
sloveno in onore delle associazioni combattentistiche giunte dai
Paesi confinanti, ha preso il via il 26° incontro alpino della
Val Saisera, forte della ricorrenza dei 150 anni della
costituzione del Corpo degli alpini e di una novità: il
gemellaggio con l'Associazione nazionale fanti d'arresto (Anfa)
di Valvasone-Arzene.
"C'è poi un terzo punto - ha detto il presidente dell'Anfa,
Alvidio Canevese - che non va dimenticato: si ricordano i 60 anni
della fondazione dei reparti d'arresto, nati sulle ceneri dei
raggruppamenti d'arresto. Oggi in Val Saisera abbiamo
definitivamente messo da parte il campanilismo che c'era tra noi,
perchè si tratta del primo gemellaggio fatto da un'associazione
di fanti e una di alpini, due realtà che, entrambe, presidiavano
la parte Sud della cortina di ferro".
"Il gemellaggio con l'Anfa - gli ha fatto eco Toscani - spero sia
il preludio a un'unione futura di tutte le associazioni d'arma,
affinché possano continua a portare avanti il loro servizio di
diffusione di idee di pace e di fraternità e soprattutto siano
ancora la memoria storica di quanto accaduto nel corso degli
anni".
Dal cimitero, la manifestazione si è spostata dapprima alla
polveriera, con l'alzabandiera accompagnato dagli inni italiano,
austriaco e sloveno intonati dalla banda dei Splumats e le
allocuzioni delle autorità, poi alla cappella Florit per la
celebrazione della santa messa e le onoranze ai caduti.
"Non è banale ciò che voi fate qui, ciò di cui siete testimoni e
memoria", ha così affermato il presidente del Consiglio
regionale, Piero Mauro Zani, rivolgendosi ai padroni di casa e da
sempre forte sostenitore degli alpini e "di quell'attaccamento ai
valori umani che rappresentano, come monito ed esempio di ogni
generazione e a cui guardare con speranza".
"Non è un caso che le penne nere, ovunque vadano, sia sempre bene
accolte da quelle popolazioni verso cui loro portano parola di
pace, servizi, aiuto, attenzione per chi è in difficolta; a loro
va il ringraziamento delle istituzioni, perché sono l'esempio
dell'Italia che funziona, dell'Italia che vogliamo", ha aggiunto
il presidente evidenziando le bandiere sventolanti assieme,
"simbolo di tre Paesi che un tempo si fronteggiavano e che oggi
convivono in pace, con ritrovata fraternità e superamento di
divisioni, nella nostra regione che è speciale proprio perché vi
convivono quattro entità linguistiche: l'italiana, la friulana,
la slovena, la tedesca".
"Alpini e fanti d'arresto hanno presidiato insieme questi monti e
i valori fondamentali della patria, valori che ancora oggi, come
tutte le truppe armate, ci stanno portando avendo come parola
principale a cui ispirarci la pace", ha chiosato Zanin.
ACON/RCM