UNIVERSITÀ. ZANIN: "CANTIERE" UTILE MA ORA AFFRONTI QUESTIONE FRIULANA
(ACON) Udine, 18 lug - Per l'Università di Udine si
raccoglievano le firme anche nelle tendopoli del post terremoto,
una spinta dal basso che l'Ateneo non può dimenticare. Ed è
proprio l'ottica della restituzione al territorio ad animare il
progetto Cantiere Friuli, che oggi ha celebrato il bilancio dei
suoi primi 5 anni di attività, pronto ad affrontare un secondo
ciclo "parte integrante del Piano strategico dell'Università",
come ha promesso il rettore Roberto Pinton.
Ma serve - ha chiesto Piero Mauro Zanin, presidente del Consiglio
regionale - uno sforzo supplementare per affrontare "la questione
friulana, ovvero la crisi di un territorio che un tempo era
trainante ma da 15-20 anni non esercita più il suo ruolo di
locomotiva".
"Cantiere Friuli - ha spiegato il rettore Pinton - non è uno
sfoggio accademico ma un progetto per lo sviluppo del territorio,
che attraverso le sue otto Officine vuole contribuire
concretamente a una nuova ri-costruzione". Stiamo parlando della
cosiddetta "terza missione" dell'Ateneo, oltre a ricerca e
didattica.
"Siamo andati sul territorio - ha ricordato Mauro Pascolini, il
docente a cui è stato affidato il coordinamento dell'articolato
progetto e che continuerà a rivestire lo stesso ruolo nei
prossimi anni - mettendo a disposizione il lavoro e le conoscenze
dei nostri docenti e ricercatori. Con risultati concreti come il
supporto al nuovo Distretto del commercio di Udine, le proposte
per la rigenerazione di borgo Grazzano, il contributo
all'elaborazione dello statuto della Comunità montana della
Carnia, la progettazione della nuova scuola di Resia, il lavoro
per il contratto di fiume di Pradamano, il riordino fondiario di
Stregna. E la creazione di due nuovi portali: quello sul riuso,
che consente alle associazioni no-profit del territorio di
utilizzare le attrezzature dismesse dall'Università, e Orienta
salute".
Proprio sui risultati pratici si sono soffermati, in un video, i
responsabili dei vari gruppi di lavoro: Silvio Brusaferro
(Persone e comunità), Christina Conti (Rigenerare il territorio),
Maria Chiarvesio (Nuove imprenditorialità), Sandro Fabbro
(Rigenerare il capitale territoriale), Carlo Tasso (Sistemi
digitali), Elena D'Orlando (Autonomia e istituzioni), Alessio
Fornasin (Demografia e territorio) e Andrea Guaran (Montagna).
Il presidente Zanin, nel dibattito che è seguito alla
presentazione generale, si è soffermato sugli obiettivi futuri:
"Cantiere Friuli è stato utile e bisogna continuare, ma c'è anche
qualche punto di debolezza - ha sottolineato - perché il tema di
fondo da cui nasce questa iniziativa è il futuro del Friuli, che
in un sistema regionale duale ha perso il suo ruolo trainante a
causa della crisi del sistema manifatturiero. Dopo il patto del
2008 tra istituzioni e categorie molto si è parlato ma poco si è
fatto, e se l'Università si è mossa altri sono rimasti fermi.
Vedo che anche nelle relazioni delle Officine si parla spesso
della regione in un contesto nazionale ed europeo, ma questo non
dev'essere il Cantiere Fvg bensì il Cantiere Friuli, e deve
mettere al centro il problema del recupero di una capacità di
industria avanzata, una capacità di autoproduzione fondamentale
anche per l'autonomia del territorio".
"Su questi temi noi abbiamo fatto un percorso, scegliendo ad
esempio la professoressa D'Orlando a capo della Paritetica. E se
servono delle risorse economiche - ha aggiunto Zanin, rispondendo
all'appello che aveva lanciato Pascolini - possiamo intervenire.
L'importante è immaginare un nuovo modello economico-sociale,
diffuso sul territorio anche grazie al telelavoro reso possibile
dal digitale. Io immagino il Porto di Trieste e Monfalcone da una
parte, e dall'altra una manifattura importante perché non
possiamo limitarci a essere un'area di passaggio: la questione
friulana interroga l'intera regione, se non la risolviamo tutti
ci perderanno". Il presidente ha infine auspicato "un impegno
forte della Giunta regionale su questo tavolo, grazie alle
competenze degli assessori friulani che gestiscono comparti di
grande importanza, dall'economia alle infrastrutture alla
sanità".
Gli spunti di Zanin sono stati ripresi da molti intervenuti, a
cominciare dal consigliere regionale Franco Iacop (Pd): "Ci
impegniamo anche noi a sostenere questo lavoro. Cantiere Friuli
non deve assumersi responsabilità politiche che non gli sono
proprie, ma cercare di ridare dimensione politica a un territorio
che stenta a trovarla. Bisogna insomma elaborare la
ri-costruzione del Friuli".
Nel commentare le parole del presidente, il sindaco di Udine
Pietro Fontanini ha osservato che "oggi l'Università è rimasta
l'unica realtà che rappresenta tutto il territorio friulano, da
Gorizia a Udine a Pordenone. E il Cantiere, di cui la città di
Udine ha beneficiato grazie a diversi progetti, è un'esperienza
positiva che deve continuare". Parole condivise da Ivan Buzzi,
presidente regionale dell'Uncem e sindaco di Pontebba, e da Dino
Feragotto di Confindustria.
Mario Pezzetta, già sindaco di Tavagnacco e presidente Anci, ha
richiamato il patto tra istituzioni del 2008, "ancora
attualissimo", mentre Graziano Tilatti, presidente di
Confartigianato, ha posto l'accento sulla crisi demografica - uno
dei temi sviluppati dalle Officine - parlando di tremila giovani
friulani che se ne vanno ogni anno, contro mille che ritornano:
"Così perderemo la classe dirigente - ha detto - e anche la
digitalizzazione non serve a niente se non ci sono più persone".
Gli interventi di Franco Colautti (Cisl), Pier Giorgio Sturlese
(Montagna leader) e Alberto Pertoldi hanno chiuso un dibattito
nel quale è emersa un'unica voce fuori dal coro, quella del
professor Sandro Fabbro, che pure ha coordinato l'Officina sul
capitale territoriale: "I 12 libri prodotti in questi anni sono
utili, ma isolati. Mi chiedo se oggi, nel momento più buio del
Friuli, il Cantiere abbia davvero contribuito allo sviluppo del
territorio visto che la gran parte delle iniziative sono state
prodotte tra il 2017 e il 2019 e il Cantiere è rimasto in
silenzio nel periodo pandemico, senza dare indicazioni sul Pnrr:
ora è troppo tardi per farlo".
Assente perché impegnata in un incontro sulla vertenza Wartsila,
l'assessore regionale Alessia Rosolen ha voluto comunque inviare
un messaggio in cui esprime "apprezzamento per l'iniziativa,
segno di protagonismo attivo della comunità. La Regione è al
vostro fianco, consapevole che questo lavoro potrà essere sprone
per una società in profonda trasformazione".
ACON/FA