CORREGIONALI. ZANIN: SONO RICERCA DI RADICI MA ANCHE DI OPPORTUNITÀ
(ACON) Trieste, 19 lug - Un incontro non di maniera, ma fatto
di sentiti ringraziamenti e anche qualche lacrima e parole di
emozione, uscite nel raccontare la storia di uomini e donne
costretti a partire come emigranti, con il cuore in gola e tanta
paura, ma con la consapevolezza di doverlo fare per garantire un
futuro ai propri figli, lasciando una terra allora povera per
un'altra straniera ma piena di speranze.
Si è srotolato così l'appuntamento tra i partecipanti ai progetti
"Alla scoperta delle proprie radici" e "Destinazione Fvg" (una
quarantina di discendenti di friulani, giuliani e anche della
minoranza slovena, che oggi si sono stabiliti in Paesi del Sud e
del Nord America, Canada, Sud Africa, Australia e Belgio) con il
presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, affiancato
dai consiglieri Antonio Calligaris, Tiziano Centis e Giuseppe
Ghersinich, e l'assessore regionale all'Immigrazione, Pierpaolo
Roberti.
Chiamati ad accompagnare gli ospiti, i presidenti delle
associazioni e degli enti che sostengono il Friuli Venezia Giulia
nel mondo: Gino Gregoris, dell'Ente friulano assistenza sociale e
culturale emigranti (Efacse); Paolo De Gavardo, dell'Associazione
giuliani nel mondo (Agm); Loris Basso, dell'Ente Friuli nel mondo
(Efm); Graziella Bianco Coren, dell'Unione emigranti sloveni Fvg
(Ues).
A sottolineare l'importanza del legame con la patria d'origine è
stato il padrone di casa, Zanin, che ha fatto presente come "si
dica patria proprio perché significa terra dei padri, una terra a
cui tornare perché si sente il richiamo del sangue e perché
sicuramente i vostri genitori e i vostri nonni vi hanno trasmesso
l'amore per questa regione".
"Vi fa onore che desideriate essere qui a conoscere le vostre
radici e noi siamo orgogliosi di ospitarvi - ha aggiunto - perché
ci rappresentate all'estero, lì dove avete studiato, avviato
un'impresa, creato una vostra famiglia e dunque siete diventati
una risorsa preziosa anche per i Paesi dove siete nati".
"Alle associazioni dei corregionali oggi si chiede un'operazione
di ammodernamento, perché i ragazzi oggi non cercano più solo le
proprie origini, ma anche opportunità e il Fvg è una Regione che,
con le sue leggi e i suoi contributi, vuole dare a chi è partito
l'occasione di rientrare".
L'assessore Roberti ha, invece, parlato della giovane età media
dei partecipanti, "ragazzi che non hanno avuto bisogno di partire
con la valigia di cartone come i loro nonni perché ormai si
tratta della terza generazione", che la Regione deve aiutare "a
tenere salde le radici anche se abitano dall'altra parte del
mondo" e mantenere vivo l'uso della lingua italiana.
Per Roberti sono giovani preziosi, così come le loro
associazioni, perché fungono da valido contatto tra chi è in Fvg
e le realtà socioeconomiche estere. "Poi ci sono le esperienze di
chi ha voluto rientrare - ha fatto presente -. Oggi siamo una
terra dove si vive bene, la qualità della vita è molto alta,
abbiamo avuto con un boom economico rispetto ad altre regioni e
pur se avremo delle ricadute causa pandemia, crisi economica e
siccità, stiamo resistendo e se è così è anche grazie a chi,
tanti anni fa, è emigrato continuando a mantenere la famiglia
d'origine e permettendo così a questa terra di svilupparsi".
Il presidente Gregoris ha ringraziato l'ospitalità presso il
Consiglio regionale, "cuore pulsante della democrazia, perché qui
si regolamentano i rapporti sociali ed economici del territorio.
Ci viene raccomandato un rinnovamento - ha detto riallacciandosi
al ragionamento del presidente Zanin - e posso dire che tutte noi
associazioni dei corregionali lo abbiamo fatto, in particolare
negli ultimi 2-3 anni segnati dalla pandemia che ci ha costretti
a trovare nuovi obiettivi".
Assente per gravi motivi personali, la presidente Bianco Coren ha
voluto comunque essere partecipe all'incontro con un messaggio in
cui ha evidenziato la bellezza che tanti giovani si ritrovino per
condividere progetti ed esperienze, momenti attraverso i quali
poter stare assieme e superare diffidenze che per troppo tempo
hanno diviso i nostri giovani sloveni e friulani.
De Gavardo ha, invece, riportato quanto si sta facendo in Svezia
per attrarre nuove forze lavoro qualificate e nuovi
professionisti, tra servizi scolastici, opportunità di fare
carriera, incentivi economici e periodi garantiti di rientro a
casa, "un sistema che dovrebbe essere preso a modello anche dalla
Regione Fvg per aiutare gli specialisti che magari vorrebbero
rientrare, ma ovviamente solo a determinate condizioni. Certo si
tratterebbe di un impegno gravoso, ma garantirebbe sia chi vuole
restare, sia avere a disposizione personale qualificato".
E che chi parte ha desiderio di fare carriera, visto che
sacrifica famiglia e affetti, ha detto poi anche Basso, che a
Monaco, dove di recente l'Efm ha ricostituito il fogolâr furlan,
si è trovato a chiedere a migranti under 45 se volessero
rientrare, ricevendo una risposta negativa, soprattutto dalle
donne, in quanto a Monaco hanno trovato i servizi necessari per
potersi affermare nella carriera e nella vita privata.
Ricche di pathos, infine, le testimonianze di alcuni ospiti del
Consiglio regionale, tra chi ha parlato di "opportunità
bellissima poter ritrovare la nostra cultura, venire in diretto
contatto con la società friulana e imparare la lingua italiana" e
chi ha ricordato quando, da piccolo, aveva invidiato il cugino
partecipare ai progetti dei Giuliani nel mondo, dopo che il nonno
aveva tanto parlato della sua regione e "ama l'Italia e Trieste
come nessun altro. Lui mi ha trasmesso questo amore, io non ho la
nazionalità italiana ma mi sento italiano e amo questo Paese".
Poi la commozione di chi ha la famiglia d'origine a Frosinone,
"ma ho sposato un Gregoris e ho visto che a Pordenone c'è un
palazzo con il mio cognome, è stata un'emozione fortissima. Anche
i miei genitori sono partiti per Toronto non perché lo volessero,
ma per dare un futuro a noi figli, si sono sacrificati per noi".
ACON/RCM