QUOTE LATTE. PRES CR FVG: STALLE A RISCHIO, SOSPENDERE PROCEDIMENTI
(ACON) Udine, 23 ago - Processi, pignoramenti, ipoteche: gli
allevatori di vacche in Friuli Venezia Giulia sono in ginocchio a
causa dei procedimenti avviati nei loro confronti per lo
sforamento delle quote latte. Un problema che si trascina da
oltre 25 anni e che ora, con l'invio di cartelle esattoriali e la
richiesta di pagamento di multe pregresse, rischia di stroncare
un settore già fortemente colpito dai rincari dei foraggi,
introvabili e arrivati a prezzi record, oltre ai costi di
produzione del latte.
La massima carica del Consiglio Regionale del Fvg fa notare che
queste aziende si sono scontrate negli ultimi anni con il peso
della globalizzazione, con la mancanza di ricambio generazionale,
con la siccità, con la mancanza di foraggio e ora con l'aumento
dei carburanti.
Solo vent'anni fa le aziende zootecniche da latte in Friuli
erano più di 10.000, nel 2016 si erano ridotte ad un migliaio e
negli ultimi 5 anni c'è stata la chiusura di circa 100 stalle
all'anno. Attualmente in Friuli Venezia Giulia abbiamo
complessivamente poco più di 500 aziende zootecniche in attività,
di cui il 40% con una produzione lorda variabile annua derivata
dal latte inferiore, in valore, ai 30mila euro.
Una fotografia chiara, ma quanto mai preoccupante, su cui ha
influito pesantemente la vicenda dell'iniquo sistema delle quote
latte - ancora irrisolta - e che ha contribuito alla chiusura
delle stalle con molti allevatori che hanno deciso di resistere
per principio e con altri che si sono arresi. Da ottobre 2021 più
di 150 aziende zootecniche friulane si sono viste notificare una
serie di atti esecutivi, quali pignoramenti di crediti presso
terzi di ogni natura, di tutti i conti correnti, iscrizioni di
ipoteche sui beni mobili ed immobili delle aziende e dei loro
titolari, assieme al sequestro del quinto degli stipendi.
Secondo Cospalat la situazione è precipitata ulteriormente nelle
ultime settimane: oltre all'invio a tappeto di cartelle ed
intimazioni da parte dell'Agenzie delle entrate si è avviata
immediatamente l'esecuzione e il pignoramento dei conti correnti,
lasciando gli allevatori senza un euro di liquidità e con
l'effetto immediato di far collassare il sistema.
Per arginare per quanto possibile il tracollo delle imprese e
degli allevatori coinvolti, sono state depositate al Tar le
richieste di sospensione dei pagamenti, considerando che
l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura non ha rispettato i
dettati imposti dalla Corte di giustizia europea, con le sentenze
che impongono allo Stato italiano di rideterminare gli importi
delle sanzioni stabilite ai produttori.
In conclusione, per il massimo esponente dell'Assemblea
legislativa il rischio, numeri alla mano, è quello di ritrovarci
fra qualche anno senza stalle e quindi senza latte con tutto ciò
che questo comporterebbe. Un patrimonio assolutamente da
tutelare, una vicenda che va conclusa nel minor tempo possibile
per permettere alle poche aziende zootecniche rimaste di
concentrarsi sulla ripartenza, sul coinvolgimento delle nuove
generazioni, con un piano di rilancio che permetta nel giro di
qualche anno di guardare con ottimismo al futuro.
ACON/RED