SALUTE. III COMM: ORDINI INFERMIERI, PAGHE BASSE E FUGA DAL "PUBBLICO"
(ACON) Trieste, 6 set - La professione di infermiere ormai da
tempo non attira i giovani, le retribuzioni italiane sono tra le
più basse in Europa, è difficile fare carriera e ci sono carenze
di organico impossibili da colmare. Anche perché molti
professionisti lasciano il sistema pubblico per andare a lavorare
dai privati, dove può capitare di ricevere anche mille euro al
mese in più per lo stesso tipo di mansione.
È lungo e articolato l'elenco dei problemi esposti in III
Commissione dai dirigenti degli Ordini infermieristici di
Gorizia, Pordenone, Trieste e Udine, riassunti in apertura di
seduta dal loro coordinatore regionale, che in un documento ha
proposto una serie di misure di incentivo per invertire questa
tendenza.
Suggerimenti condivisi dal vicegovernatore con delega alla
Salute, che ha però ricordato come alcuni provvedimenti disposti
dalla Regione - ad esempio la possibilità di intervenire sulle
politiche retributive agendo su una quota del fondo accessorio -
siano ancora al palo in quanto impugnati dallo Stato, che detiene
la competenza sulle regole. Stesso discorso vale per
l'eliminazione del vincolo di esclusività, un'altra delle
richieste avanzate dagli Ordini.
Il rappresentante della Giunta ha chiarito i numeri relativi al
sottodimensionamento, confermando le indicazioni arrivate dai
rappresentanti degli infermieri: al momento al sistema mancano
500 professionisti, che potrebbero diventare 1000 con
l'introduzione delle riforme previste dal Pnrr. Resta però anche
vero, ha sottolineato l'assessore, che in Fvg il numero degli
addetti è aumentato negli ultimi 5 anni (dalle 7.352 unità del
2017 alle 7.808 del giugno 2022) e che possiamo contare su un
rapporto infermieri-abitante del 6,4-6,5 per mille, il due per
mille in più rispetto alla media nazionale.
Il problema maggiore, secondo la Giunta, è quello delle
retribuzioni, su valori inferiori rispetto alla media italiana.
Per questo motivo la Regione, impugnando il no dello Stato
davanti alla Corte costituzionale, rivendica la possibilità di
intervenire incrementando il trattamento accessorio. Nel contempo
il Governo regionale ha annunciato di essere al lavoro sulle
stabilizzazioni da Covid previste dalla norma, che dovrebbero
garantire al sistema sanità un incremento di 185 unità, tra le
quali 42 infermieri.
Tra i temi segnalati dagli Ordini - convocati dal presidente
della III Commissione, aderendo a una proposta formulata dal
gruppo dei Cittadini - anche il problema della sicurezza del
personale, in quanto sono purtroppo sempre più frequenti gli
episodi di violenza che vedono come vittime gli operatori. Su
questo aspetto, il vicegovernatore ha aderito in linea di
principio a una proposta del Gruppo Misto: quella di creare una
linea diretta rapida con le forze dell'ordine in modo da
garantire un intervento più tempestivo.
Nel corso del dibattito in aula, il gruppo del M5S ha messo in
rilievo il problema della valorizzazione economica della
professione, auspicando l'omogeneità dei trattamenti all'interno
delle Aziende sanitarie e, più in generale, un maggiore ascolto
da parte delle stesse Aziende.
Il gruppo del Pd ha osservato che la crescente femminilizzazione
delle professioni sanitarie sta mettendo in evidenza la necessità
di fornire strumenti di welfare per meglio conciliare il lavoro
con le esigenze della vita familiare, facendo riferimento anche
alle politiche abitative e auspicando di privilegiare il
"capitale umano", rispetto alle strutture fisiche. Da parte del
Misto, infine, sono arrivate anche richieste di chiarimento circa
il grado di soddisfazione degli operatori.
ACON/RED