AMBIENTE. IV COMM: CAVA VILLOTTE, SI APRE UNO SPIRAGLIO DI CONFRONTO
(ACON) Trieste, 6 set - Hanno presentato un ricorso straordinario
al presidente della Repubblica. Tuttavia, i rappresentanti del
Comitato No Cave sarebbero disponibili anche a ritirarlo, previa
consultazione con gli altri componenti del gruppo, nel caso in
cui si avviasse un tavolo di confronto reale con la Regione
Friuli Venezia Giulia e la proprietà, al fine di limitare al
massimo l'impatto della cava, tutelando l'ambiente e le famiglie
della zona, consapevoli che in ballo ci sono anche ingenti
investimenti economici.
Questo è quanto emerso durante i lavori della IV Commissione
consiliare in occasione della presentazione di una petizione che
chiede la verifica dell'iter autorizzativo relativa
all'ampliamento della cava di ghiaia nel Comune di San Quirino e
l'annullamento della concessione per la stessa cava Villotte.
I rappresentanti del comitato hanno ribadito come il territorio
pordenonese offra già ghiaia sufficiente e come, con la
concessione di maggiori spazi, si vada troppo a ridosso
dell'abitato di Roveredo in Piano con possibili ripercussioni per
i residenti della zona, soffermandosi in particolare
sull'applicazione delle norme acustiche.
Con la petizione, perciò, i firmatari chiedono la revoca
immediata della concessione (perché definita lesiva della
dignità, della tranquillità e dei valori immobiliari della
cittadinanza di Roveredo in Piano), attraverso una puntuale
verifica delle procedure seguite per rilasciare la concessione,
così come richiesto per mezzo dell'istanza di autotutela inviata
alla Regione lo scorso gennaio.
Sul tema sono intervenuti anche i primi cittadini di San Quirino
e di Roveredo in Piano, che hanno ricostruito in parte la
vicenda, evidenziando come i cittadini dei due Comuni siano
venuti a conoscenza dell'ampliamento solo tra il 2019 e il 2020.
L'argomento è stato discusso più volte in Consiglio comunale,
avanzando la proposta di un arretramento del fronte della cava
che era in discussione con la proprietà, ma che poi, anche a
causa dell'attenzione mediatica sul tema, si è interrotta.
Un'intermediazione per la quale si spera di trovare, a ricorsi
conclusi, una via di confronto anche grazie all'interessamento da
parte del Consiglio regionale del Fvg.
Presente in aula anche un rappresentante della proprietà che ha
sottolineato come tutte le procedure siano state eseguite in base
a quanto previsto dalla legge, ricordando come l'azienda sia
presente da 34 anni sul territorio e ribadendo infine come, in
tutti i passati anni di attività, non ci sia stato alcun
contenzioso.
Svariate le domande sollevate dai consiglieri che si sono rivolti
agli uffici tecnici regionali per avere delucidazioni sugli iter
normativi seguiti e sui ricorsi in atto. Quesiti sono stati
indirizzati anche al comitato e alla proprietà della cava. Da
quanto emerso è stata ventilata anche la possibilità di ritiro
del ricorso straordinario, passaggio che segnerebbe un primo
passo per avviare una discussione in grado di pervenire a un
accordo equilibrato, capace di sposare le esigenze di tutte le
parti coinvolte.
ACON/RED