SCUOLA. VI COMM: CARO-ENERGIA, DA PRESIDI OK AULE PIÙ FREDDE E NO DAD
(ACON) Trieste, 20 set - Se non è un raddoppio, poco ci manca.
L'aumento vertiginoso dei prezzi dell'energia mette a dura prova
gli istituti scolastici superiori, come hanno documentato i due
commissari straordinari degli Enti di decentramento regionale
(Edr) di Udine-Pordenone e Trieste-Gorizia davanti al presidente
e ai consiglieri della VI Commissione.
Indispensabile dunque correre ai ripari attivando tutti i
risparmi possibili a cominciare dall'abbassamento della
temperatura nelle classi, con l'aiuto dei dirigenti scolastici. I
quali, tramite i rappresentanti delle loro associazioni di
categoria Anp e Andis auditi oggi, sono invece scettici sulla
settimana corta obbligatoria per tutti gli istituti e dicono no
alla reintroduzione della didattica a distanza.
Il caro-bollette determinerà un costo totale di 11 milioni di
euro per garantire riscaldamento ed elettricità alle 24 scuole
secondarie della provincia di Udine, e servirà un contributo
straordinario della Regione di 400mila euro per chiudere il
bilancio. Ma nel 2023 si stima già un costo di 16 milioni. Nel
Pordenonese, che ha 13 istituti, si spenderanno poco più di 3
milioni nell'anno corrente, contro i 2 dell'anno solare 2021, e
nel 2023 si prospetta addirittura un raddoppio: 6 milioni per i
fabbisogni dei 13 istituti superiori. Dello stesso tenore la
situazione a Trieste: costi per 1,8 milioni nel 2021, per 2,8
nell'anno in corso, previsione di 3,8 milioni nell'anno che
verrà. Gli istituti della provincia di Gorizia hanno speso invece
poco meno di 1 milione nel 2021, ne spenderanno 1,8 nel 2022 e
più di 3 milioni nel 2023.
Nelle prime riunioni tra Edr e dirigenti scolastici sono emersi
alcuni suggerimenti, il primo dei quali è la riduzione della
temperatura nelle aule a 19 gradi, con una tolleranza di un paio
di gradi in più o in meno. Idea condivisa da Anp e Andis, che vi
aggiungono la proposta di svolgere on line una serie di attività
collegiali, come i consigli di classe e il collegio docenti,
l'idea di limitare all'indispensabile l'illuminazione artificiale
e di regolamentare anche l'apertura delle finestre, sempre al
fine di limitare gli sprechi e ridurre i consumi energetici.
Netto no, invece, alla settimana corta obbligatoria per tutti,
dal momento che gli studenti degli istituti tecnici hanno 36 ore
settimanali escluso il tempo-mensa, e sarebbe molto penalizzante
per loro e per le loro famiglie compattare questo gravoso impegno
dal lunedì al venerdì, specie per i pendolari che abitano lontano
dalla sede della scuola. I presidi considerano poi improponibile
al momento il ricorso alla didattica a distanza, per la quale
servirebbe un provvedimento ministeriale.
Non dissimili le preoccupazioni dei rappresentanti delle Consulte
provinciali studenti, anche se un primo rapido sondaggio da loro
avviato ha visto una maggioranza di favorevoli alla settimana
corta. I giovani propongono comunque di favorire il risparmio
energetico intervenendo sui serramenti delle strutture
scolastiche e installando pannelli fotovoltaici. Mentre l'Anci ha
riportato in VI Commissione la preoccupazione dei sindaci, che
auspicano un regolare andamento dell'anno scolastico a livello di
didattica e si ripromettono di valutare eventuali rimodulazioni
degli orari.
Ha partecipato alla seduta anche l'assessore regionale
all'Istruzione, che sulla chiusura di tutte le scuole al sabato
condivide l'impostazione delle associazioni dei dirigenti
scolastici, nel rispetto dei diversi tempi-scuola e delle
esigenze delle famiglie. La rappresentante della Giunta ha voluto
ricordare il grande lavoro svolto dagli Edr sull'edilizia, grazie
agli investimenti messi a disposizione dall'esecutivo. In
provincia di Udine c'è un programma di interventi per 80 milioni,
nel Pordenonese per 40, Trieste ha una dotazione di 35 milioni e
Gorizia di poco inferiore.
Interventi e richieste di chiarimento sono arrivati da
consiglieri del Pd (sulla possibilità di anticipare in futuro
l'avvio delle lezioni in modo da chiudere più a lungo le scuole
nel periodo freddo e risparmiare sui costi), del Patto per
l'Autonomia (sugli investimenti, anche in relazione alla
lievitazione del valore degli appalti) e del Gruppo Misto (sulla
coibentazione degli edifici, giudicata essenziale per non
disperdere calore).
I commissari degli Edr hanno fornito loro i dati richiesti: la
riqualificazione energetica ha riguardato il 60 per cento degli
edifici scolastici del Pordenonese, il 30 per cento a Udine (dove
c'è il problema dei concomitanti interventi antisismici), attorno
al 30 per cento anche a Trieste e Gorizia.
Il presidente della VI Commissione ha voluto infine ricordare che
alcune scuole di montagna hanno sostituito le caldaie a gasolio
con quelle a legna, e non subiranno gli effetti dei rincari. E ha
risposto a chi gli chiedeva spiegazioni sull'assenza della
massima dirigente dell'Ufficio scolastico regionale, invitata
all'audizione ma impossibilitata a partecipare.
ACON/RED