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SCUOLA. VI COMM: CARO-ENERGIA, DA PRESIDI OK AULE PIÙ FREDDE E NO DAD

20.09.2022
17:39
(ACON) Trieste, 20 set - Se non è un raddoppio, poco ci manca. L'aumento vertiginoso dei prezzi dell'energia mette a dura prova gli istituti scolastici superiori, come hanno documentato i due commissari straordinari degli Enti di decentramento regionale (Edr) di Udine-Pordenone e Trieste-Gorizia davanti al presidente e ai consiglieri della VI Commissione.

Indispensabile dunque correre ai ripari attivando tutti i risparmi possibili a cominciare dall'abbassamento della temperatura nelle classi, con l'aiuto dei dirigenti scolastici. I quali, tramite i rappresentanti delle loro associazioni di categoria Anp e Andis auditi oggi, sono invece scettici sulla settimana corta obbligatoria per tutti gli istituti e dicono no alla reintroduzione della didattica a distanza.

Il caro-bollette determinerà un costo totale di 11 milioni di euro per garantire riscaldamento ed elettricità alle 24 scuole secondarie della provincia di Udine, e servirà un contributo straordinario della Regione di 400mila euro per chiudere il bilancio. Ma nel 2023 si stima già un costo di 16 milioni. Nel Pordenonese, che ha 13 istituti, si spenderanno poco più di 3 milioni nell'anno corrente, contro i 2 dell'anno solare 2021, e nel 2023 si prospetta addirittura un raddoppio: 6 milioni per i fabbisogni dei 13 istituti superiori. Dello stesso tenore la situazione a Trieste: costi per 1,8 milioni nel 2021, per 2,8 nell'anno in corso, previsione di 3,8 milioni nell'anno che verrà. Gli istituti della provincia di Gorizia hanno speso invece poco meno di 1 milione nel 2021, ne spenderanno 1,8 nel 2022 e più di 3 milioni nel 2023.

Nelle prime riunioni tra Edr e dirigenti scolastici sono emersi alcuni suggerimenti, il primo dei quali è la riduzione della temperatura nelle aule a 19 gradi, con una tolleranza di un paio di gradi in più o in meno. Idea condivisa da Anp e Andis, che vi aggiungono la proposta di svolgere on line una serie di attività collegiali, come i consigli di classe e il collegio docenti, l'idea di limitare all'indispensabile l'illuminazione artificiale e di regolamentare anche l'apertura delle finestre, sempre al fine di limitare gli sprechi e ridurre i consumi energetici.

Netto no, invece, alla settimana corta obbligatoria per tutti, dal momento che gli studenti degli istituti tecnici hanno 36 ore settimanali escluso il tempo-mensa, e sarebbe molto penalizzante per loro e per le loro famiglie compattare questo gravoso impegno dal lunedì al venerdì, specie per i pendolari che abitano lontano dalla sede della scuola. I presidi considerano poi improponibile al momento il ricorso alla didattica a distanza, per la quale servirebbe un provvedimento ministeriale.

Non dissimili le preoccupazioni dei rappresentanti delle Consulte provinciali studenti, anche se un primo rapido sondaggio da loro avviato ha visto una maggioranza di favorevoli alla settimana corta. I giovani propongono comunque di favorire il risparmio energetico intervenendo sui serramenti delle strutture scolastiche e installando pannelli fotovoltaici. Mentre l'Anci ha riportato in VI Commissione la preoccupazione dei sindaci, che auspicano un regolare andamento dell'anno scolastico a livello di didattica e si ripromettono di valutare eventuali rimodulazioni degli orari.

Ha partecipato alla seduta anche l'assessore regionale all'Istruzione, che sulla chiusura di tutte le scuole al sabato condivide l'impostazione delle associazioni dei dirigenti scolastici, nel rispetto dei diversi tempi-scuola e delle esigenze delle famiglie. La rappresentante della Giunta ha voluto ricordare il grande lavoro svolto dagli Edr sull'edilizia, grazie agli investimenti messi a disposizione dall'esecutivo. In provincia di Udine c'è un programma di interventi per 80 milioni, nel Pordenonese per 40, Trieste ha una dotazione di 35 milioni e Gorizia di poco inferiore.

Interventi e richieste di chiarimento sono arrivati da consiglieri del Pd (sulla possibilità di anticipare in futuro l'avvio delle lezioni in modo da chiudere più a lungo le scuole nel periodo freddo e risparmiare sui costi), del Patto per l'Autonomia (sugli investimenti, anche in relazione alla lievitazione del valore degli appalti) e del Gruppo Misto (sulla coibentazione degli edifici, giudicata essenziale per non disperdere calore).

I commissari degli Edr hanno fornito loro i dati richiesti: la riqualificazione energetica ha riguardato il 60 per cento degli edifici scolastici del Pordenonese, il 30 per cento a Udine (dove c'è il problema dei concomitanti interventi antisismici), attorno al 30 per cento anche a Trieste e Gorizia.

Il presidente della VI Commissione ha voluto infine ricordare che alcune scuole di montagna hanno sostituito le caldaie a gasolio con quelle a legna, e non subiranno gli effetti dei rincari. E ha risposto a chi gli chiedeva spiegazioni sull'assenza della massima dirigente dell'Ufficio scolastico regionale, invitata all'audizione ma impossibilitata a partecipare. ACON/RED



Un momento dei lavori della VI Commissione consiliare
La seduta nell'aula consiliare di piazza Oberdan
Un'altra immagine della seduta della VI Commissione consiliare