SALUTE. DDL 173, AUDITI III COMM: LEGGE NECESSARIA, SALVARE CONSORZI
(ACON) Trieste, 4 ott - La disabilità è un pugno nello stomaco
che colpisce una famiglia nel momento più bello della vita, la
nascita di un figlio. Per questo motivo c'è bisogno del sostegno,
anzi quasi dell'abbraccio, delle istituzioni. Le parole di Carlo
Grilli, assessore a Trieste e rappresentante di Federsanità Anci,
ben fotografano l'importanza del ddl 173 oggi al centro di una
lunga serie di audizioni in III Commissione, sotto la presidenza
del leghista Ivo Moras.
Il disegno di legge presentato dalla Giunta è destinato a
prendere il posto di una legge 41 ormai anacronistica anche sotto
il profilo culturale e terminologico, nella quale - come ha
ricordato il presidente della Consulta regionale delle
associazioni, Mario Brancati - si parla ancora di handicappati. E
ha riscontrato in generale l'apprezzamento dei portatori di
interesse nel corso degli interventi della prima parte della
mattinata.
È stato proprio Brancati, in rappresentanza della Consulta che
riunisce 80 diverse associazioni impegnate sul tema della
disabilità, a sottolineare per primo un aspetto richiamato poi da
molti altri interventi: l'obiettivo di garantire livelli omogenei
di risposta a tutti i cittadini del Friuli Venezia Giulia, sia
che abitino in città sia che abitino nei paesi o nelle aree
interne. La Consulta dà un giudizio positivo del testo di legge,
ma attende - ha sottolineato ancora il suo presidente - "le
ricadute concrete del ddl, in quanto si tratta di una
legge-quadro".
Prima valutazione positiva anche da parte del Cal, il Consiglio
delle autonomie locali. "Stiamo parlando di un settore
caratterizzato da bisogni in aumento - ha osservato la presidente
Francesca Papais, sindaco di Zoppola - a dispetto del trend
demografico in discesa. Era quindi necessario fotografare i nuovi
bisogni del mondo della disabilità. Abbiamo apprezzato anche le
norme transitorie che garantiscono continuità ai servizi".
Sul medesimo tema si è soffermato Francesco Martines, in qualità
di vicepresidente dell'Anci Fvg. "I princìpi della legge sono
ampiamente condivisi - ha detto il vicesindaco di Palmanova - ma
raccomandiamo la massima attenzione verso i Comuni, che sono un
po' il front-office delle istituzioni, e verso i Consorzi Campp e
Cisi che hanno una lunga esperienza, da valorizzare".
Concetti ribaditi da Linda Tomasinsig, rappresentante del
Consorzio isontino servizi integrati e sindaco di Gradisca
d'Isonzo: "Accogliamo con favore la revisione della legge 41, ma
attenzione a non spostare il baricentro degli interventi sulla
componente sanitaria. Vanno valorizzate infatti le esperienze
socio-educative, che devono rimanere di competenza dei Comuni.
Sono i municipi che hanno voluto il Cisi, oggi punto di
riferimento per tanti cittadini".
La dialettica tra gestione sanitaria e risposte socio-educative
si è presto imposta come tema centrale degli interventi. Con
Fabio Ramani, direttore dei servizi socio-sanitari di Asugi, che
ha voluto rassicurare i Comuni sulla continuità della
collaborazione storica tra Comuni, "cha anzi sarà rafforzata".
Mentre Carlo Francescutti, direttore dei servizi socio-sanitari
di Asfo, ha sottolineato che "la grande maggioranza degli utenti
dei servizi di residenzialità ha disturbi di neuro-sviluppo e,
quindi, problematiche di tipo sanitario. Il tema dunque - ha
concluso - non è la sanitarizzazione, ma l'esigenza di mettere le
persone con questo tipo di disabilità nelle mani di equipe
adeguate".
Denis Caporale, direttore generale di Asufc, dal canto suo ha
voluto ribadire l'importanza del ruolo del Campp nel territorio
di sua competenza. Inoltre, ha messo in luce l'importanza di
"arrivare finalmente all'applicazione dei Livelli essenziali di
assistenza (Lea), assicurando modelli uniformi sul piano
gestionale e superando le attuali frammentazioni".
Mentre Walter Zalukar (Gruppo Misto) ha espresso un sintetico
giudizio positivo sul ddl, i consiglieri Mariagrazia Santoro
(Pd) e Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) sono tornati sul
tema-Consorzi. "L'articolo 17 del ddl toglie titolarità ai Comuni
- ha detto la consigliera dem - e le dà alle Aziende sanitarie:
questo è uno snodo importante, perché in Fvg le Aziende sono
soltanto sanitarie e non sociosanitarie, in quanto spetta ai
Comuni decidere a chi affidare i servizi". "Il tema è proprio
quello della partecipazione alle scelte - ha osservato Honsell -
in quanto l'Azienda sanitaria non ha espliciti strumenti in
questo senso". Anche Mauro Di Bert, capogruppo di Progetto
Fvg/Ar, nell'apprezzare la generale condivisione del testo di
legge, ha auspicato "che non vengano disperse esperienze come
quella del Campp".
La preoccupazione, ha ribadito Martines per l'Anci, è che non
basti la Conferenza dei sindaci dell'Asufc per controllare in
modo puntuale quel tipo di attività. "Proprio per risolvere
questo problema e dissolvere i legittimi timori di Campp e Cisi -
è intervenuta Papais per il Cal - è stato istituito un tavolo di
confronto, e su questo è arrivata un'apertura dal vicepresidente
Riccardo Riccardi".
Chiamato in causa, il vicegovernatore con delega alla Salute ha
osservato che "il tema dei Comuni è importante, ma molti anelli
di questa catena rispondono a criteri di sanitarizzazione, come
ha detto efficacemente Francescutti. Dunque, la componente
sanitaria non è marginale. E attenzione: gli amministratori dei
Comuni devono definire gli standard e farli rispettare, ma non
possono assegnarsi compiti di gestione".
ACON/FA-db