GRANDI DERIVAZIONI. COMITATO LCV: NORMA IMPORTANTE, COMUNI COINVOLTI
(ACON) Trieste, 13 ott - "La norma sta andando nella giusta
direzione. Le tempistiche che sono state necessarie per la
presentazione della legge sono giustificate dalla sua importanza
e dalla volontà di coinvolgere i Comuni".
Si è espresso così l'assessore regionale a Difesa dell'Ambiente,
Energia e Sviluppo sostenibile, Fabio Scoccimarro, durante
l'esame , tenutosi nell'aula del Consiglio regionale, da parte
del Comitato per la legislazione, il controllo e la valutazione
(Lcv) presieduto da Roberto Cosolini (Pd), della relazione
prevista dall'articolo 23 della legge 21/2020 sulla disciplina
dell'assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni d'acqua
a uso idroelettrico.
Gli uffici regionali competenti hanno presentato i principali
articoli della legge e il Comitato è stato informato sul loro
stato di attuazione. In primo luogo, l'articolo 3 prevede la
verifica del Rapporto di fine concessione (Rfc) richiesto
all'ente concessionario delle grandi derivazioni a uso
idroelettrico scadute o in scadenza entro luglio 2014 e, in
questo caso, Edison Spa.
Le derivazioni in questione sono quelle afferenti al sistema del
fiume Meduna e l'Rfc, trasmesso da Edison nel dicembre 2021, ha
chiarito tutti i dubbi dal punto di vista tecnico, ma non da
quello economico. Il concessionario ha infatti messo la Regione
di fronte a una valutazione delle opere bagnate e di quelle
asciutte estremamente elevata e, mentre la stragrande maggioranza
di quelle bagnate è di proprietà della Regione e può essere
indennizzata solo per la parte non ancora ammortizzata,
determinando una contestabilità delle cifre presentate da Edison
e un loro contenimento, diversa è la situazione per quelle
asciutte.
Edison valuta per queste ultime la cifra di 45 milioni di euro e,
non essendo questa tipologia di impianti e strutture proprietà
della Regione, necessitano di essere acquistate per la loro
funzionalità.
Al momento sono in corso alcuni ragionamenti per capire quale sia
la strategia migliore da mettere in campo con l'impresa
concessionaria per far sì che la gara porti a risultati concreti.
Ora kl'iter prevede la costituzione di una società a maggioranza
regionale e, di conseguenza, una gara che ha come scopo quello di
individuare non un nuovo concessionario privato, bensì un socio
di minoranza.
L'articolo 4 della legge prevede invece un regime diverso da
quello attuale di gestione dei canoni di concessione
interregionali. Si resta quindi in attesa, in virtù del fatto che
la Regione Fvg è punto di restituzione dell'acqua, di avere i
dati che dovrebbero essere forniti dalla Regione Veneto, che è
invece punto di prelkievo. Questo renderebbe possibile immaginare
un protocollo per la spartizione dei canoni.
Una valutazione strategica dell'uso dell'acqua è richiesta invece
dall'articolo 5. Una questione risolta con la delibera 737 di
quest'anno che ripartisce la risorsa in parti uguali tra
l'esigenza idroelettrica e quella di irrigazione.
Maggiormente complessa risulta essere la questione dei canoni in
quanto, secondo una norma nazionale, parte dell'energia prodotta
dovrebbe essere ceduta sul posto alle Amministrazioni che sono
interessate dalle derivazioni. Essendo questo di difficile
implementazione, si è deciso di adottare un calcolo di
monetizzazione con il quale sono già state ripartiti ai Comuni
circa 4 milioni di euro calcolati sul prezzo dell'energia del
2021.
È necessario, però, predisporre un regolamento di definizione del
canone che dovrebbe essere suddiviso in due quote, una fissa e
una dipendente dal ricavo generato dal concessionario con la
vendita dell'energia. Chiaro è che, visto i tempi attuali, questa
seconda quota rischia di divenire particolarmente significativa.
La seduta d'esame si è conclusa con la nomina dei relatori di
minoranza e maggioranza per l'Aula, rispettivamente Cristian
Sergo (M5S) e Stefano Turchet (Lega).
ACON/SP-db