DIRITTI DONNE. ZANIN: NO IRAN A MONDIALI CALCIO, SCRIVERÒ AL GOVERNO
+++A Udine incontro su mozione Spagnolo con i dissidenti che
vivono in Fvg. "Boicottare regime da apartheid"+++
(ACON) Udine, 18 ott - Escludere l'Iran dagli imminenti
campionati del mondo di calcio, per rendere tangibile
l'indignazione causata dai recenti assassinii e dalle violazioni
quotidiane dei diritti delle donne nella Repubblica islamica. È
questa la proposta che sarà lanciata dal presidente del Consiglio
regionale, Piero Mauro Zanin, in una lettera che verrà
indirizzata al premier e al ministro dello Sport del nuovo
Governo italiano.
"Invierò a Palazzo Chigi una lettera ufficiale - ha promesso
Zanin - ricordando la recente presa di posizione dell'Assemblea
legislativa del Friuli Venezia Giulia e invitando l'Esecutivo a
fare pressioni sulla Fifa. Pensiamo anche di esporre, all'esterno
del Palazzo, uno striscione con il nome di Masha Amini, la
ragazza uccisa per un ciuffo di capelli fuori dal velo".
L'annuncio è arrivato oggi a Udine, nel corso di un incontro che
ha messo a fuoco l'importanza della mozione di solidarietà e
vicinanza alle donne iraniane presentata dalla consigliera
regionale Maddalena Spagnolo (Lega) e sottoscritta lo scorso 3
ottobre da tutti i gruppi politici dell'Aula. Una presa di
posizione sui diritti civili che ha già fatto scuola in Italia,
dal momento che - come ha ricordato la stessa Spagnolo - la
Lombardia ha votato un testo analogo e una mozione di questo
genere è stata depositata anche in Veneto.
All'incontro hanno partecipato Baharak Darvishi e Taher
Djafarizad, dissidenti iraniani che vivono da anni in Fvg e fanno
parte dell'associazione Neda Day, intitolata a una giovane
vittima del regime. Presenti anche Dusy Marcolin, presidente
della Commissione regionale per le pari opportunità (Crpo Fvg), e
la consigliera di parità Anna Limpido.
"Ho voluto farmi portavoce - ha ricordato la consigliera Spagnolo
- della solidarietà e della vicinanza alle donne iraniane private
dei propri diritti civili: le istituzioni devono sostenere la
battaglia che in Iran oggi coinvolge tanta gente, condannando gli
estremismi di ogni religione. È una lotta per la parità che
coinvolge anche le donne italiane, dove l'obiettivo è una
effettiva equità salariale che consenta a tutte di conciliare
lavoro e famiglia".
A testimonianza della trasversalità politica di questo impegno,
il consigliere Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) ha ribadito
l'invito "ad agire con forti prese di posizione anche prima che
si verifichino drammi come quelli di queste ultime settimane,
altrimenti si rischia di diventare complici". È stato Honsell a
porre il tema della nazionale di calcio dell'Iran, qualificata
alla fase finale dei Mondiali che inizierà tra un mese in Qatar,
osservando come "in quel Paese le donne non solo non possono
giocare, ma neppure andare allo stadio".
Sollecitazione subito raccolta da Djafarizad: "La Fifa dovrebbe
boicottare l'Iran perché qui stiamo parlando di un apartheid
praticato ai danni del 54 per cento della popolazione. Sono
riuscito a contattare Evelina Christillin, che fa parte del
Consiglio della Fifa: mi ha detto che la Federazione mondiale del
calcio non entra in politica, ma in ogni caso ne parlerà con il
presidente Infantino. Io però leggo nello statuto della Fifa che
è prevista l'esclusione di chi viola i diritti fondamentali delle
persone". Come dimostra anche il recente boicottaggio della
Russia.
"Fino al 1979 - ha ricordato ancora il presidente
dell'associazione Neda Day - la grande maggioranza delle donne
iraniane non portava il velo, solo in quel momento l'hanno reso
obbligatorio. E il regime uccide, stupra, tortura chi protesta.
Vorrei che dal Fvg, dove sono fiero di vivere, partisse una
battaglia da portare al livello nazionale, come già successe con
la risoluzione sulle spose bambine votata dal Parlamento europeo".
Argomenti approfonditi dalla viva testimonianza di Baharak
Darvishi. "Anch'io - ha detto la donna iraniana, che si batte per
i diritti civili - sono stata frustata in piazza, e una mia amica
arrestata solo perché portava gli occhiali da sole. Dalla
rivoluzione di Khomeini in poi una donna non può più cantare come
solista, non può fare il giudice, la sua testimonianza vale la
metà di quella di un uomo, la sua stessa vita vale la metà: chi
uccide una donna ammazza un mezzo essere umano".
"Sta a noi lottare per cambiare il regime - ha proseguito
Darvishi - ma a voi europei chiediamo di non remarci contro: ci
ha colpito ad esempio che esponenti politici nazionali come
Federica Mogherini, Debora Serracchiani ed Emma Bonino abbiano
portato il velo durante la loro visita in Iran. E non basta
giustificarsi dicendo che l'hanno fatto perché la legge lo
prevede: anche quelle razziali erano leggi, ma non per questo
bisognava obbedirvi".
"A volte - ha osservato il presidente Zanin - dietro alla partita
dei diritti umani si nascondono interessi economici: l'Iran
esporta energia e in questo momento di crisi si sta attenti a non
disturbare il manovratore. Bisogna invece interrompere il flusso
degli affari con questi Paesi, con l'Egitto per il caso Regeni
così come con l'Iran. Dove la speranza è rappresentata dalla
protesta che stavolta è partita davvero dal basso, dalla gente. E
stiamo parlando dell'antica Persia, un Paese fondante per la
nostra civiltà, l'unico a non aver mai praticato la schiavitù".
"Non bastano gli interventi di facciata - ha ribadito la
presidente della Crpo Fvg, Dusy Marcolin - e bene ha fatto il
Consiglio regionale a far sentire la voce delle istituzioni.
Porteremo questa tematica a livello di Conferenza nazionale degli
organismi che si occupano di pari opportunità".
"Questa battaglia - ha sottolineato la consigliera di parità Anna
Limpido - riguarda anche gli uomini: la parità si raggiunge con
l'impegno di tutti. E guai a considerare acquisiti i nostri
diritti civili, perché anche in Iran prima del 1979 le cose
andavano diversamente".
ACON/FA-rcm
I partecipanti all'incontro a Udine: da sinistra Furio Honsell, Taher Djafarizad, Baharak Darvishi, il presidente Piero Mauro Zanin, Maddalena Spagnolo, Dusy Marcolin e Anna Limpido
Un momento dell'incontro nella sede della Regione di via Sabbadini a Udine
Il presidente Zanin consegna il sigillo a Taher Djafarizad, dell'associazione Neda Day
Dusy Marcolin (a sinistra), presidente della Crpo Fvg, assieme alla consigliera Maddalena Spagnolo