IMMIGRAZIONE. DA GIAU-RUSSO (PD): DANNOSI GLI INASPRIMENTI DELLA LEGA
(ACON) Trieste, 19 ott - "Le problematiche legate alla gestione
delle persone straniere, in Italia per lavoro, sono reali e
innegabili. Tuttavia la Lega continua a prediligere un approccio
ideologico pensando di rispondere ai fenomeni migratori
inasprendo le norme sui ricongiungimenti familiari, anziché
affrontare la strada dell'inserimento sociale. Questa è una
scelta dannosa che inasprisce il clima anziché favorire
l'integrazione, proprio a partire dal coinvolgimento attivo delle
famiglie di stranieri nelle nostre comunità".
Lo affermano in una nota i consiglieri regionali del Pd Chiara Da
Giau e Francesco Russo a margine del dibattito, in VI
Commissione, sulla proposta di legge nazionale 18 in materia di
immigrazione, presentata appunto dalla Lega.
Secondo la Da Giau, "porre delle regole va bene, ma questa
chiusura volta a limitare la possibilità di ricongiungimento e di
consolidamento di una presenza sul nostro territorio e di
integrazione, non corrisponde ai nostri principi e vorremmo non
corrispondesse ai principi di nessuno. E al di là delle
ideologie, siamo convinti che questo inasprimento non risponda
nemmeno alla necessità di garantire maggiore sicurezza che invece
andrebbe perseguita proprio attraverso gli strumenti di
integrazione (lavorativa, sociale, scolastica) che la Giunta
Fedriga ha abbandonato e deriso fin dal suo insediamento".
"Inoltre - aggiunge - a chi è qui per una legittima ricerca di un
miglioramento di vita dovremmo offrire dialogo, non impedimenti
che incidono sulla sua vita. Sulle famiglie di queste persone
dovremmo fare leva perché sono lo strumento principale attraverso
il quale si può favorire la vera integrazione".
Per Russo, "questa proposta di legge nazionale non può
rappresentare uno strumento di gestione dell'immigrazione perché
pensare di agire sui ricongiungimenti familiari non solo è
improprio, ma anche di dubbia legittimità. Non credo che manager
e dirigenti di industria vogliano lavoratori stranieri che vivano
il loro impiego con senso di precarietà e di negatività per tutti
gli ostacoli che si vogliono porre loro nel poter avere i propri
famigliari vicini".
"È necessario capire che le famiglie agiscono come fattore di
riduzione del rischio di emarginazione, danno stabilità alle
persone e favoriscono l'integrazione sociale. Piuttosto che
chiudere a questa prospettiva - chiosa il dem -, si cerchi di
gestire i fenomeni attraverso progetti inclusivi, non chiudendo
le porte con una propaganda che in questi anni ha dimostrato
palesemente di non funzionare".
ACON/COM/rcm