DISABILITÀ. DIBATTITO DDL 173: PROVE DI UNITÀ, AL VAGLIO EMENDAMENTI
(ACON) Trieste, 27 ott - Prove di intesa tra Maggioranza e
Opposizioni sul ddl 173, nuova norma-quadro sugli interventi a
favore delle persone con disabilità.
Dopo avere ascoltato le quattro relazioni e i sei interventi dei
consiglieri durante la discussione generale, Riccardo Riccardi ha
proposto e ottenuto dal presidente del Consiglio regionale, Piero
Mauro Zanin, una sospensione dei lavori per trovare un accordo
sugli emendamenti presentati dai gruppi di minoranza. "Mi pare -
ha detto prima della pausa il vicegovernatore con delega alla
Salute - che ci siano molti elementi comuni e che si possano
appianare le distanze".
Il dibattito aveva preso il via con l'intervento di Giampaolo
Bidoli. "In Terza commissione ho votato a favore del ddl - ha
ricordato l'esponente del Patto per l'Autonomia -, un testo
importante in particolare perché consente di applicare finalmente
i Lea (Livelli essenziali di assistenza) in modo da arrivare a
un'omogeneità di trattamento nei vari territori, facendo
attenzione nel contempo a non trascurare le diversificate
esperienze precedenti. Condivido però - ha aggiunto il
consigliere di Opposizione - la preoccupazione per i tanti atti
successivi previsti dalla norma, che saranno fondamentali per non
trasformare il testo di legge in un mero elenco di buone
intenzioni".
Anche Roberto Cosolini (Pd) ha riconosciuto "l'ampio lavoro
preparatorio svolto dall'assessore e dalla sua struttura", e
condivide l'impostazione di fondo del ddl: "Personalmente diffido
delle leggi in cui si scrive troppo". Ma per far decollare la
nuova norma-quadro, sempre secondo l'esponente dem, sono
essenziali due condizioni: "Prevedere innanzitutto dei passaggi
di verifica, da parte dell'Aula e della commissione competente,
sui tanti atti di indirizzo previsti successivamente. E poi serve
dinamicità: tutti gli attori del sistema si devono mettere in
gioco. Le Aziende sanitarie dovranno diventare socio-sanitarie di
fatto e non solo di nome, dotate di adeguate risorse economiche e
umane. E i Comuni dovranno aggiornare seriamente e con regolarità
i Piani di zona: Trieste, ad esempio, non lo fa da 7 anni".
Il capogruppo del Pd, Diego Moretti, ha ricordato come "il tema
della disabilità non abbia mai diviso politicamente questo
Consiglio" e ha auspicato che questo possa avvenire anche in
questa occasione. Un obiettivo possibile se ci sarà "ascolto
reciproco tra forze di Maggioranza e di Opposizione". Sul piano
dei contenuti, Moretti è convinto che ci siano "ancora margini
per migliorare il disegno di legge, prevedendo il coinvolgimento
di Commissione e Consiglio nei 22 provvedimenti attuativi,
raccogliendo e consolidando le buone esperienze sul territorio,
rafforzando la Direzione centrale che dovrà avere una struttura
autonoma importante. I nostri emendamenti - ha sottolineato il
capogruppo - raccolgono le istanze di enti gestori, Federsanità e
Ordini, e vanno in quella direzione".
Condivisione è stata auspicata anche da Mauro Di Bert, capogruppo
di Progetto Fvg/Ar, che ha voluto "ringraziare l'assessore per il
lavoro di ascolto dei portatori di interesse e le forze di
Opposizione per il comportamento corretto in Commissione".
"Stiamo per abrogare - ha sottolineato Di Bert - la legge 41 che
negli anni è diventata una pietra miliare per gli amministratori
locali e per i cittadini. E ricordiamoci che tutti noi siamo
potenziali destinatari di questa norma".
Un concetto, quest'ultimo, ripreso dal dem Francesco Russo:
"Anche la sola possibilità di invecchiare - ha detto - ci rende
attenti a questi argomenti. E questo ddl è particolarmente
ambizioso perché si propone di superare un'esperienza di successo
come la legge 41 del '96, norma-pilota per molte Regioni".
Secondo Russo, che ha citato il precedente della legge nazionale
sulla lingua dei segni alla quale contribuì da parlamentare, "la
persona disabile chiede di essere accompagnata nella sua
quotidianità. E oggi ci sono due elementi nuovi: l'esigenza di
aiutare i giovani nel passaggio da un'esperienza scolastica
protetta all'inserimento nel mondo del lavoro e la risposta ai
bisogni dei disabili anziani, in altre parole il tema del dopo di
noi".
Chiara Da Giau (Pd), facendo riferimento alle esperienze nel
Pordenonese, è convinta che "non si debbano semplicemente
trasferire modelli che funzionano da un posto all'altro, ma
adeguarsi alle diverse realtà della nostra regione, pur con
l'obiettivo di evitare le disuguaglianze di trattamento. Ed è
vero - ha aggiunto la consigliera dem - che il meccanismo di
delega rendeva protagonista l'ente locale, ma bisogna anche dire
che non sempre i Comuni erano davvero interessati a quel che
veniva fatto".
Il vicegovernatore Riccardi, dopo aver definito il ddl disabilità
"una delle norme più alte della legislatura a livello di atto
politico", ha assicurato di condividere "la stragrande
maggioranza di quel che è stato detto" con la sola eccezione "del
passaggio sulle riforme imperialiste delle Aziende sanitarie" che
gli ha suggerito di ricordare come, rispetto al passaggio di
funzioni, "sia lo Stato a dirci che dobbiamo fare alcune cose".
Quanto al dialogo preventivo, "ci sono stati 35 incontri e 60
diverse versioni del ddl, non credo si possa sottovalutare questo
sforzo nel segno della partecipazione".
"Guardiamo a questo ddl - ha aggiunto Riccardi - non solo per
dare risposte al tema della disabilità ma anche per affrontare il
grande fenomeno del nostro tempo che è la cronicità, un elemento
di fondo che chiede di trasformare il modello organizzativo di
risposta ai bisogni di salute". Quanto alle caratteristiche "di
principio" della norma in esame, il vicegovernatore ha osservato
"che non potrebbe essere altrimenti: certamente l'attuazione sarà
un passaggio importante, ma va fatta entro un binario che noi
abbiamo tracciato".
"Rivendico poi - ha concluso Riccardi - il fatto che con questo
ddl non buttiamo via quello che c'è, come troppo spesso avviene
in Italia: questa norma ha pilastri saldi grazie alla legge 41, e
noi semplicemente adeguiamo le disposizioni ai bisogni di oggi.
Consapevoli di rispondere al mandato e agli stimoli delle
famiglie che ogni giorno hanno a che fare con la disabilità".
ACON/FA-fc