DISABILITÀ. DDL 173 IN SINTESI, LEA E RIORDINO DA 53 MLN NEL 2024
(ACON) Trieste, 27 ott - Un provvedimento importante, composto
da 32 articoli a cui in molti, a cominciare dalla Giunta e dai
portatori di interesse fino ai consiglieri sia del Centrodestra
che delle Opposizioni, hanno voluto non per abrogare la legge
regionale 41/1996 ma per renderla attuale prevedendo
l'inserimento delle risposte ai bisogni delle persone disabili
all'interno dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), recependo
così anche una norma dello Stato.
Queste, in sintesi, le finalità del disegno di legge 173 sugli
interventi a favore dei portatori di disabilità e il riordino dei
servizi sociosanitari in materia, approvato a maggioranza
trasversale (astensione di Open Sinistra Fvg, nessun contrario)
dal Consiglio regionale presieduto da Piero Mauro Zanin e che
mobiliterà, nel 2024, oltre 53 milioni di euro.
PRINCIPI FONDANTI. Parte del ddl è dedicato alla valorizzazione
dei principi affermati a livello nazionale e internazionale,
affermando la dignità umana, le libertà fondamentali e una
diversa concezione di disabilità; valorizzando l'apporto che le
persone con disabilità possono dare alla società; contrastando le
discriminazioni e ogni forma di violenza o isolamento;
promuovendo le pari opportunità e l'autodeterminazione; favorendo
la vita indipendente, la partecipazione, l'inclusione e
l'accessibilità in condizioni di uguaglianza; promuovendo
l'utilizzo di un linguaggio appropriato in tutte le leggi, atti e
regolamenti regionali.
AREE DI SVILUPPO. Tutti gli interventi si sviluppano nelle
salute; abitare, vita indipendente e inclusione nella società;
istruzione, formazione e lavoro; mobilità e libertà di movimento;
informazione, comunicazione e partecipazione. Per la loro
attuazione, è previsto l'utilizzo di alcuni fondamentali
strumenti di integrazione sociosanitaria trasversali a tutte le
aree, quali: il progetto di vita individuale, personalizzato e
partecipato; il budget di salute; collaborazioni, sinergie e
accordi tra i vari attori pubblici e privati da realizzarsi
attraverso forme di partenariato; percorsi formativi e
relazionali con un approccio capacitante rivolti a tutta la rete
familiare e professionale.
SALUTE. Garantire alle persone con disabilità il miglior stato
possibile, in un'ottica olistica e attraverso tutto l'arco della
vita, con particolare attenzione alle transizioni e al tema delle
comorbilità (coesistenza di più patologie diverse in uno stesso
individuo), attuando un sistema integrato per la disabilità nel
rispetto dei Lea sociosanitari.
ABITARE E VITA INDIPENDENTE. Sviluppare ulteriormente un sistema
di promozione e sostegno alla domiciliarità già attivo, che
prevede la diretta partecipazione delle persone con disabilità
alla scelta su dove e con chi vivere, e si intendono armonizzare
le forme di abitare previste dalla legge 112/2016 (il cosiddetto
Dopo di noi), i progetti di vita indipendente finanziati dal
Fondo non autosufficienze nazionale e dal Fondo regionale per
l'autonomia possibile (Fap), nonché i percorsi di domiciliarità
innovativa. La dimensione dell'abitare inclusivo prevede
soluzioni abitative che devono riprodurre le caratteristiche
della casa familiare. È previsto un riferimento alle Aziende
territoriali Ater per la valorizzazione del patrimonio
immobiliare per la realizzazione delle soluzioni abitative,
nonché, sul tema dell'accessibilità, l'introduzione di criteri
premianti e priorità di selezione nella concessione di eventuali
finanziamenti.
CULTURA, SPORT E TURISMO. Il focus riguarda il perseguimento
dell'inclusione e della partecipazione delle persone con
disabilità alla vita culturale, sportiva, turistica e ricreativa,
con la rimozione di ogni forma di barriera, con la previsione di
criteri di priorità e premianti all'interno dei regolamenti
attuativi e negli avvisi pubblici di settore.
ISTRUZIONE, FORMAZIONE E LAVORO. È sostenuta l'inclusione
scolastica degli studenti con disabilità e promosso, tramite
appositi accordi, il coordinamento delle politiche relative a
istruzione, formazione e lavoro. Nello specifico del lavoro, si
persegue l'inclusione piena, anche nelle forme dell'agricoltura
sociale e dell'autoimprenditorialità, garantendo equo accesso e
pari opportunità attraverso il coordinamento delle azioni del
collocamento mirato con le misure di politica sanitaria e
sociale, con percorsi dedicati; si favorisce il raccordo tra il
contesto scolastico e quello lavorativo; si sostiene la
diffusione della figura del responsabile del processo di
inserimento lavorativo; si incentivano le attività di tutoraggio;
si affermano meccanismi premiali e la possibilità
dell'avanzamento di carriera.
MOBILITÀ. Si favorisce il maggior grado di autonomia possibile,
sia individuale che collettiva, anche attraverso contributi agli
enti pubblici, del Terzo settore e del privato sociale che
gestiscono servizi di trasporto collettivo. Lo stesso dicasi per
l'accessibilità degli spazi aperti, con rimborsi ai cittadini per
l'eliminazione delle barriere architettoniche nelle case ove
risiedano persone con disabilità permanenti.
INFORMAZIONE, COMUNICAZIONE E PARTECIPAZIONE. L'accesso alle
informazioni è garantito dal portale regionale della disabilità;
si intende inoltre sostenere apposite campagne di
sensibilizzazione nel campo della comunicazione, anche con
riferimento a un linguaggio corretto e a prevenire ogni forma
discriminante verbale. Viene perseguito l'abbattimento di tutte
le barriere di comunicazione, anche con opportune soluzioni
tecnologiche, con particolare riferimento a tutte le forme di
disabilità sensoriali e cognitive, valorizzando il ruolo dei
mediatori culturali e degli interpreti. Per il personale
sociosanitario, la Regione promuove presso le università e gli
enti di formazione piani di studio sulla comunicazione
aumentativa alternativa. Inoltre sostiene le attività di
consulenza e informazione e garantisce che queste avvengano in
maniera uniforme sul territorio, anche individuando appositi
centri di riferimento. Per quanto riguarda la partecipazione, si
conferma il fondamentale ruolo della Consulta regionale quale
organismo rappresentativo e di coordinamento.
PIANIFICAZIONE E CONTROLLO. Sul fronte dell'integrazione delle
politiche, sono istituiti importanti strumenti di pianificazione
e controllo quali l'Osservatorio regionale sulla condizione delle
persone con disabilità e il Piano regionale della disabilità.
L'OSSERVATORIO avrà compiti di studio, analisi, rilevazione dei
servizi e degli interventi, ricerca, diffusione delle conoscenze
e di consulenza sul tema della disabilità; se ne afferma la
collaborazione con l'Osservatorio regionale del mercato del
lavoro.
Il PIANO REGIONALE, invece, è il documento che raccoglie in
maniera integrata le azioni di pianificazione delle differenti
direzioni regionali; al suo interno confluiscono le modalità e le
risorse relative alle varie aree di intervento e ha durata
triennale. All'interno del Piano confluisce anche il progetto
obiettivo sulla disabilità nel quale, tra l'altro, sono definiti
i fabbisogni dell'intera rete dei servizi e vengono individuati i
centri di rilievo regionale.
51 MLN PER RIORDINO SISTEMA. Il riordino del sistema
sociosanitario per la disabilità, l'altro punto ritenuto fondante
del ddl 173 e sul quale la Regione investirà quasi 51 milioni di
euro degli oltre 53 totali, prevede che la titolarità dei servizi
e degli interventi, prima di competenza degli enti gestori, sia
attribuita con decorrenza primo gennaio 2024 alle Aziende
sanitarie (Ass). Tramite apposito atto d'intesa, queste ultime e
la Conferenza dei sindaci, con i gestori dei servizi per la
disabilità e gli enti del Terzo settore, identificheranno entro
il primo gennaio 2024 le modalità del passaggio di competenze,
garantendo la continuità dei servizi esistenti. Sia gli enti
gestori che quelli del Terzo settore convenzionati partecipano
alle attività di definizione delle predette modalità.
COMPITI DEI COMUNI. Vengono poi definiti i compiti dei Comuni in
ambito socioassistenziale scolastico, socioeducativo, anche extra
scolastico, trasporti individuali, soluzioni abitative protette
non istituzionalizzanti, servizi domiciliari. La Regione fornisce
alle Ass gli strumenti per garantire i Lea, con riferimento
all'identificazione dell'intensità dei sostegni, anche in
relazione alle quote di compartecipazione, nonché definisce i
fabbisogni.
SERVIZI INTEGRAZIONE LAVORATIVA. All'interno delle Ass vengono
strutturati i Servizi di integrazione lavorativa (Sil), con
modalità organizzative da definirsi con atto di indirizzo della
Giunta regionale. La Regione valorizza, inoltre, il ruolo degli
enti del Terzo settore conformemente al principio di
sussidiarietà e adotta opportuni meccanismi di regolazione dei
rapporti. Sul piano della pianificazione e programmazione locale,
Ass e Comuni concordano le attività sociosanitarie
intersettoriali relative a interventi e servizi per la
disabilità, anche con riferimento alla ripartizione delle risorse
finanziarie, coinvolgendo il Terzo settore e la Consulta.
INTEGRAZIONE GESTIONALE. Anche sul fronte dell'integrazione
gestionale e professionale si prevedono attività di confronto
stabile tra Ass e Comuni. La Regione fornisce specifiche linee di
indirizzo relativamente al sistema di presa in carico integrata e
al progetto di vita individuale, personalizzato e partecipato,
inoltre promuove il ricorso al budget di salute e le
sperimentazioni per l'innovazione del sistema dei servizi
incentrati sulla personalizzazione della risposta.
RAFFORZATA DIREZIONE FVG. Previsto il rafforzamento della
direzione regionale Salute, politiche sociali e disabilità. In
particolare, tale direzione si avvarrà della struttura operativa
complessa Area welfare di comunità dell'Azienda sanitaria
universitaria Giuliano Isontina, ma non oltre il 31 dicembre
2023. Questo perché si intende affermare il ruolo della direzione
Salute nel governo del sistema sociosanitario nel suo complesso,
area welfare inclusa.
ACON/RCM-fc