COMMEMORAZIONI. ZANIN: BATTAGLIA FLAMBRO, RICORDO È ÀNCORA DI IDENTITÀ
(ACON) Talmassons, 30 ott - Centocinque anni fa, la notte tra
il 30 e il 31 ottobre 1917, a Flambro, frazione di Talmassons, si
consumò una battaglia tanto cruenta quanto fondamentale, quando
più di 250 granatieri si sacrificarono per rallentare l'avanzata
dell'esercito austrotedesco dopo Caporetto e permettere così alla
Terza Armata di riorganizzarsi sulla destra Piave e partecipare
con le altre truppe alla riscossa.
Il Comune friulano non ha mai dimenticato quelle giornate di
sangue e anche oggi, 30 ottobre 2022, ha voluto celebrarne il
ricordo con una cerimonia a cui hanno preso parte non solo le
bandiere colonnelle dell'Associazione nazionale granatieri di
Sardegna, ma anche i vessilli e i gonfaloni delle associazioni
combattentistiche e d'arma e della protezione civile, le fasce
tricolori di molti sindaci dei Comuni limitrofi e, a nome del
Consiglio regionale, il suo presidente, Piero Mauro Zanin.
"Ricordare questi eventi significa essere ancorati alla nostra
storia, alla nostra identità, ai valori che furono rappresentati
da quelle battaglie che segnarono l'unità d'Italia", ha
commentato la massima carica legislativa regionale durante la
santa messa celebrata nella chiesa parrocchiale di Flambro da don
Hugonna, a cui sono seguite le deposizioni di corone d'alloro "al
monumento ai caduti, all'Erma dell'Eroe e al primo monumento
dedicato ai granatieri di Sardegna, accanto alla chiesetta di san
Giovanni, per tutti detta dei granatieri perché proprio al suo
interno molti di loro, nel '17, trovarono cura e riparo", ha
spiegato il sindaco di Talmassons, Fabrizio Pitton. "Anche la
scuola elementare e una strada sono dedicate al comandante del 2°
reggimento granatieri che qui combatté con tanto coraggio, il
colonnello Emidio Spinucci, e quando la sua salma fu trasferita a
Redipuglia si svolsero tre giorni di manifestazioni all'interno
della comunità di Flambro, a testimoniare il forte legame che ci
unisce ai colletti rossi dai bianchi alamari".
"Quei sacrifici oggi devono ricordarci che con la guerra non si
risolvono i problemi della convivenza civile. La cosa più
importante - ha aggiunto il presidente Zanin - è perseguire la
pace, che viene preservata dalle nostre Forze Armate negli
scenari di guerra di tutto il mondo. Una pace che deve essere
perseguita anche in Europa, perché bisogna che il conflitto
russo-ucraino arrivi al cessate il fuoco e ci sia quel confronto
necessario per riprendere la convivenza civile di cui i nostri
giovani e le nostre comunità hanno bisogno per guardare con
serenità al futuro".
E che la giornata di oggi sia dedicata ai giovani è stata la
richiesta del vicepresidente dell'Associazione granatieri di
Sardegna del Friuli Venezia Giulia, generale Francesco
Bonaventura "perché sono stati quelli che alla fine hanno vinto.
Sono loro che hanno raccolto il testimone e, ritornati a casa,
hanno ricostruito tutto. Sono stati loro la vera forza motore
della ripartenza. I giovani di oggi, invece, non sanno bene che
significhi la parola guerra, una cosa che seguono attraverso la
televisione e la ritengono un videogioco da play station. Non ne
comprendono appieno il significato, ne hanno false idee, la
vivono in maniera strumentale o ideologica, ma come fosse un
gioco. Non hanno il sentore di cosa passi nell'animo di chi
combatte davvero".
ACON/RCM