VINO. ZANIN: NO A SCURE PROIBIZIONISTA, EU SIA MADRE E NON MATRIGNA
(ACON) Trieste, 1 nov - "Trama e scenografia sembrano quelle di
un film di Dario Argento, invece siamo di fronte all'ennesimo
tentativo di imporre la scure proibizionista e omologatrice a
senso unico da parte di istituzioni sovranazionali, in questo
caso da un'organizzazione che negli ultimi tempi, in particolare
con la questione Covid, è stata spesso nel mirino della critica e
non ha raccolto enormi consensi di popolo".
Sferzante e diretto a tutela di un bene primario del Friuli
Venezia Giulia, il presidente del Consiglio regionale, Piero
Mauro Zanin, si schiera immediatamente a fianco del presidente
nazionale degli enologi, Riccardo Cotarella, nell'alzare "un muro
di buon senso, tradizione, lavoro, qualità, salute e benessere al
cospetto di un attacco scomposto e generalista perpetrato
dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nei confronti del
vino, incluso tra le bevande alcoliche da demonizzare senza se e
senza ma con l'obiettivo di ridurne l'uso senza pensare, al
contrario, a diffondere il concetto positivo di bere bene, giusto
e consapevole".
Rifacendosi al documento emanato lo scorso settembre dall'Oms
Regione Europa, Zanin considera "assurdo e qualunquista
paragonare il vino alle sigarette nel divieto di promozione e
nell'obbligo di inserire frasi e immagini ostili sulle etichette.
Il vino è salute mentale, fisica ed economica - prosegue il
presidente del Cr Fvg - se assunto nelle giuste proporzioni e con
le dovute cautele, un mantra che vale per qualsiasi prodotto
alimentare. Il proibizionismo o simil tale, invece, nella storia
ha prodotto sempre e solo danni a ogni livello, non ultimo quello
fiscale che garantisce la distribuzione di risorse sul territorio
a vantaggio delle comunità".
Proprio a questo proposito, Zanin solleva ulteriori dubbi "su
un'indicazione dell'Oms che i Paesi non produttori di vino e, in
generale, poco noti per varietà e specificità enogastronomiche
quali sono gli Stati del Nord Europa, avrebbero già felicemente
recepito o vorrebbero farlo a breve. Non vorrei - suggerisce il
presidente dell'Aula Fvg - che, con il paventato aumento di tasse
e balzelli su beni che contraddistinguono la tavola e le
abitudini degli italiani e di altri popoli del Sud Europa, si
andasse nella direzione di un Monopolio di Stato, anzi di Unione
europea per un prodotto centrale nell'economia nazionale qual è
il vino, magari arrivando successivamente ad aggredire
ulteriormente altre eccellenze già penalizzate come olio, latte e
chissà che altre".
"Una siffatta Europa - sottolinea Zanin - rischierebbe di
apparire ai cittadini ancora meno madre e ancora più matrigna,
costantemente a trazione nordica e poco propensa a comprendere i
valori mediterranei. Il vino, che a tavola unisce e favorisce il
dialogo, viene purtroppo utilizzato da elemento divisivo prima
fra chi lo produce in diverse aree, vedi le questioni Tocai fra
Italia e Ungheria e Prosecco fra Italia e Croazia, e poi in senso
assoluto, con il nostro Paese clamorosamente sempre coinvolto
negativamente. E quel che è peggio - conclude - in quest'ultimo
caso con gli esponenti italiani dell'Oms fragorosamente
assertivi
".
ACON/FC